Capitolo 2 (parte 1)

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Ricordate quando ho detto che saremmo passate prima in libreria, dando la precedenza alla nostra cultura piuttosto che al nostro desiderio di fare shopping?

Avete assolutamente ragione.

Abbiamo fatto esattamente il contrario.

Ma che ci posso fare se Ebby è una fanatica del comprare cose di cui nemmeno ha bisogno?

Sono sua amica, devo restare leale.

Quindi, secondo voi, dove mi trovo adesso?

Indovinato!

Sto facendo il facchino ambulante mentre Ebby continua a tirarmi vestiti su vestiti che dice di voler provare.

Evito di guardare i cartellini, costano troppo per i miei standard.

<Su con la vita Em> dice lei con entusiasmo.


<Certo> rispondo io con un sorriso tirato.

Intanto mi giro verso la cassa del negozio mimando un "salvatemi" alla cassiera.

Ebby se ne accorge e mi dà un buffo scherzoso sul braccio.

<Dai ti prometto che ci metto poco> mi dice.

<Sicuro> dico io alzando gli occhi al cielo.


Lei sbuffa dicendo

<Non cambi mai>
<Adesso sbrighiamoci ché prima provo tutto e prima ce ne possiamo andare>


~Due ore dopo~


<Grazie mille di tutto, arrivederci> dice Ebby mentre esce dal negozio.

<Traditrice> dico alla commessa mentre esco.

Indovinate un po chi sta portando praticamente tutte le buste?

Già, proprio io.

<Non sia mai che Ebby si rovini le sue splendide manine> borbotto.

<Hai detto qualcosa?> chiede lei.


<No no nulla, tutto perfettamente a posto tranquilla> rispondo io con un sorriso a 32 denti.

<Un giorno di questi giuro che ti strozzo> borbotto tra me e me subito dopo.

Così, camminando camminando, ci avviamo verso la macchina di Eb.

Si.

Avete capito bene.

La SUA macchina personale a soli 19 anni, anche un'AUDI per l'aggiunta.

Non c'è bisogno di dire che la famiglia di Ebby sia piuttosto benestante.

"Finalmente" penso mentre butto tutte le buste nel cofano.

<Hey fa attenzione! Ci sono cose costose lì dentro!> esclama lei.

Borbotto uno "scusa" alzando gli occhi al cielo, di nuovo, mentre mi stiracchio la schiena dolorante.

Lei sbuffa chiudendo la macchina e si dirige di nuovo verso il centro.

Io la seguo a ruota.

Mentre camminiamo inizio a sentire un delizioso profumino di patatine fritte.

<CIBO!> urla il mio stomaco.

Io lo guardo.

Poi guardo Ebby.

Lei ovviamente presa da ogni negozio di vestiti o di scarpe che passa davanti ai sui occhi.

<Ma... > dico.

<Cosa?> risponde lei voltandosi.

<Che dici di fermarci a mangiare qualcosa? Ho preso solo un misero caffè da sta mattina> chiedo con gli occhioni del gatto con gli stivali.

<Dai non fare quella faccia> dice lei <Questa volta offro io!>

E con fare entusiasta si avvia verso il posto da cui proveniva quel profumo invitante.

Io, con la gioia negli occhi e soprattutto nello stomaco, inizio a saltellare allegramente verso di lei...

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