Capitolo 1

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«Driiiiiiiin...» Anche stamattina la sveglia si è messa a suonare, interrompendo i pensieri della notte.
È già ora di andare. Allungo il braccio e con un colpo la spengo.
Mi sfrego lentamente gli occhi, guardo la sveglia e... e sono le 5.30. «Cavolo!», sussurro con voce assonnata. Vorrei rimanere ancora un po tra le morbide e calde coperte.. ma il dovere mi chiama!
Mi chiamo Angel Smith, ho 18 anni e frequento l'ultimo anno della scuola superiore.
Stamattina devo partire per Los Angeles, accompagnata dalla mia migliore amica Kate McCartney.
Sono nata in Italia, i miei genitori sono di origini californiane e si trasferirono qui in Italia quando erano giovanissimi in cerca di un buon lavoro.
Mia madre mi diede questo nome perché era pazzamente innamorata di quella città, la sua cara città, dove ha vissuto gli anni della sua infanzia. Io,invece, non ci sono mai stata e ho deciso di preparare una tesina su quella meravigliosa città in suo ricordo, che dovrò poi presentare all'esame finale della classe 5^.
Mia madre se n'è andata quando sono nata, ha avuto un parto difficile e non ho mai potuto conoscerla, da allora ho sempre vissuto con i miei nonni perché mio padre doveva lavorare. Lui non c'è mai stato per me, ci aiutava economicamente ma non è mai stato un padre.
Per un attimo mi sono persa nei pensieri, riguardo la sveglia e segna le sei e dieci. Merda! Sono già in ritardo, come sempre!
Mi butto giù dal letto e corro velocemente in bagno, inciampo sbadatamente in un paio di ciabatte perché dalla fretta non ho nemmeno acceso la luce. Faccio una rapida doccia e corro in camera a vestirmi. Apro l'armadio e un brivido mi pervade il corpo, c'è così tanta roba che non so mai decidere cosa indossare. Le prime cose che mi saltano all'occhio sono un paio di jeans neri che mi stanno anche un po' larghi, una maglietta rosa cipria a fiori e per non mancare le mie adorate All-Star rosa.
Sì io sono pazzamente innamorata del colore rosa antico.

Dal pianerottolo della mia camera si sente un leggero profumino di caffellatte salire lungo le scale, dalla cucina. La mia cara nonna, che per me è come una madre, mi ha già preparato la colazione. Scendo giù in cucina e mi trovo davanti una tavola imbandita con torta, biscotti, ciambelle...
Mi siedo rapidamente e subito inizio ad abbuffarmi della mia torta preferita, panna e cioccolato, che mi prepara sempre la nonna. La inzuppo nel caffellatte, più volte, e casualmente me ne cade sempre un pezzetto dentro la tazza, sbordacciando ovunque. Sconcertata metto in bocca il pezzo che mi è rimasto in mano.
È ogni volta più buona! Sono proprio fortunata ad avere una nonna come lei.
All'improvviso sento vibrare la gamba, afferro il cellulare, è un messaggio di Kate, la mia amica nonché anche la mia compagna di liceo. Mi ha scritto che mi passa a prendere tra dieci minuti con sua mamma, per andare all'aeroporto.

Vado a prendere quelle pesanti valigie che ho preparato il giorno prima e mi dirigo verso l'atrio della porta.
Mentre aspetto Kate e sua madre saluto i miei cari nonni, già con le lacrime agli occhi.  Mi danno un forte abbraccio tanto da stritolarmi. Cerco invano di trattenere le emozioni, ma scoppio a piangere.
"Ci mancherai tantissimo Angel"disse la nonna  immagonata.
"Anche voi. Ora devo andare. Kate è arrivata!"
"Ti vogliamo bene"

Carichiamo le valigie e partiamo.

Non ho voluto farlo notare ai miei nonni per non farli preoccupare ulteriormente, ma sono davvero agitata. Ho il cuore che mi batte a mille all'idea di dover volare in aereo, visto che è la prima volta che lo prendo...
Al contrario di me Kate ha l'aria di essere tranquilla, per lei non è la prima volta e questa cosa, un po' mi tranquillizza.

Arrivati all'aeroporto, scendiamo, la madre di Kate ci aiuta a mettere le valigie sul grosso rullo e dopo averle posate ci dirigiamo dietro una lunga fila di persone che aspettano di fare il check in.
Dopo la snervante coda, ci accomodiamo su delle panchine mentre la madre di kate ci va a prendere qualcosa da bere, nel bar affianco.
Nell'attesa mi sale sempre di più un ansia terribile che mi sta logorando dentro.
Dopo una mezz'ora ad aspettare, salutiamo velocemente la madre di Kate e ci dirigiamo verso l'aereo per salire. Ci sediamo nei nostri posti e dopo qualche minuto... ecco che inizia a decollare... Aiuto!!
Dopo qualche minuto di ansia totale, per non pensarci, tiro fuori un paio di cuffiette dalla tasca dei pantaloni, le collego con il mio cellulare e inizio ad ascoltare le canzoni della mia playlist preferita, e scivolo lentamente nel sonno.

Angel è riuscita a superare la sua paura dell'aereo.
Ma cosa succederà quando arriveranno a Los Angeles?

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