Capitolo 4.

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Kaitlin.

Mi sveglio in preda al panico, sto grondando di sudore e ho la tachicardia. Muovo piano la testa come se il mio intero corpo fosse paralizzato, sono le quasi le 02:00. Fisso costantemente il muro. Mio dio cos'è un infarto? Prego qualunque dio ci sia sopra di noi perché non voglio morire. Io davvero non voglio morire. Non posso. Dio ti prego, ti prego. Perché proprio a me? Perché proprio ora che stavo cominciando a stare così bene? Ho conosciuto una persona a cui sento di potermi legare e vuoi portarmi via da lei in questo modo? Perché dio perché?

Continuo ad avere pensieri del genere per ore, o forse sono solo pochi minuti, non ne ho idea. Per la prima volta sento la sveglia, apro gli occhi cercando di alzare il braccio per raggiungerla e poterla spegnere, ma ho le braccia tutte doloranti e queste ricadono sul letto. Faccio un respiro profondo e lo rialzo, questa volta riesco a farcela. A fatica cerco di alzarmi e lentamente mi metto seduta sul letto. Le lenzuola sono fradicie e così lo sono anche i miei indumenti, è un disastro. Mi giro toccando il pavimento con i piedi e non appena alzo la testa vedo Maggie che miagola davanti alla porta, indecisa se entrare o no "È spaventata." penso. La chiamo toccando ripetutamente il letto con la mano e dopo qualche secondo ci salta sopra, la accarezzo dicendole che va tutto bene e viene a strusciarsi contro i miei fianchi tutta contenta. Decido di alzarmi e vado davanti all'armadio, apro le ante e quando il mio sguardo cade sopra agli altri pigiami penso che forse sarebbe meglio rimanere a casa oggi, viste le mie condizioni. Prendo un pigiama azzurro chiaro e vado a cambiarmi in bagno, prima di darmi una rinfrescata mi guardo allo specchio e ho un viso cadaverico, non mi era mai capitato di stare così male. Torno in camera e chiamo Beca spiegandole la situazione, lei mi risponde dicendo di non preoccuparmi e che posso stare a riposo finché non mi sarò ripresa, ci penserà lei al negozio. Riattacco e vado in cucina, prendo gli ultimi cereali rimasti e mi preparo una tazza di latte caldo, mi sposto sul divano e mi metto a guardare un film.

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Vengo svegliata alcune ore dopo dal ripetuto suono del campanello, sento in lontananza anche un "Kaitlin sono io, aprimi per favore." ma non ci giurerei. Apro gli occhi e noto che fuori il sole sta quasi per tramontare, con passo lento vado ad aprire la porta, è Jacqueline.

-Kaitlin, ciao, oddio scusami io..ero andata al tuo negozio verso l'ora di pranzo ma ho visto che non c'eri, la tua collega, Rebecca, mi ha detto che eri rimasta a casa, mi ha lasciato il tuo indirizzo e così sono venuta qui, scusami sarebbe stato meglio avvertire prima.-

Ho capito metà delle parole che ha detto ma le sorrido ugualmente dicendole di non preoccuparsi e che mi fa piacere vederla, così la invito ad entrare. Non appena chiudo la porta mi guarda sconvolta.

-Kaitlin, sei bianchissima in faccia, stai bene? Come ti senti?-

-Stordita.-

-Siediti, ti prego.- la vedo appoggiare la sua borsa per terra e la sua mano condurmi fino al divano, ci sediamo insieme e io istintivamente appoggio la testa sullo schienale. Con la coda dell'occhio la vedo guardarmi con uno sguardo preoccupato, giro completamente la testa per guardarla meglio.

-Non guardarmi così, sto bene. Passerà.-

-Mh, sembra tutto il contrario visto da qua.- le sorrido debolmente e tengo gli occhi socchiusi.

-Vieni, stenditi.- mi sposto per appoggiarmi sulle sue gambe e sento le sue dita accarezzarmi delicatamente i capelli, è una bella sensazione.

-Raccontami qualcosa.-

-Che cosa ti piacerebbe ascoltare?- mi chiede con tono dolce.

-Come conquisti una donna.- scoppiamo in una fragorosa risata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 17, 2015 ⏰

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