Capitolo 1.

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Jacqueline.

Fin da piccola ho sempre pensato che avrei avuto una storia d'amore come si vede nei film, che mi sarei innamorata dell'uomo dei miei sogni, e perché no anche un bel matrimonio pianificato nei minimi particolari per essere ricordato per sempre. Ma se non fosse così? Che succederebbe se mi innamorassi di una donna? Sì di una donna, magari una sconosciuta incontrata per strada che con un solo sguardo mi ha fatto girare la testa. Non avrei mai immaginato di dirlo ma è successo, non che sia innamorata di una persona vista solo per un attimo meno di un'ora fa chiariamo, ma c'era qualcosa nei suoi occhi e in quel suo sguardo che continua a tormentarmi. Non riesco a togliermela dalla testa. Devo conoscerla, devo. Ma come? Non so chi sia, dove abita, forse non è nemmeno di questa città, magari era solo di passaggio e ora potrebbe essere già a chissà quanti chilometri da me. Ma io devo conoscerla, devo almeno rivederla un'altra volta.

Perché non mi sono girata e l'ho seguita? Certo non era un comportamento molto normale ma che altro avrei potuto fare? Potevo almeno avere una pista, sapere se lavora qui vicino oppure no, se ha una casa nei dintorni, qualcosa su cui cominciare. Devo perché ho il presentimento che mi sconvolgerà la vita e voglio solo questo al momento. Dio, parlo come una quattordicenne alle prese con la prima cotta, eppure ho 22 anni, ho un lavoro, una casa propria e sono single da quanto? Non me lo ricordo nemmeno più, ho sempre avuto storie di una notte da quando ho compiuto 20 anni, perché sostenevo di "volermi divertire" e ora eccomi qua, seduta su una panchina a fissare chissà che cosa pensando ad una sconosciuta. E all'improvviso mi passa la voglia di andare al lavoro.

Rimango seduta ancora un po' guardandomi attorno; mi è sempre piaciuta questa parte della città, tutto sembra sempre così tranquillo e felice qui, i bambini giocano nel parco rincorrendosi e le madri parlano tra loro sorridendo ai loro figli ogni tanto. Ricordo quando anche mia madre lo faceva, andavamo sempre in questo piccolo parco vicino a casa e ci passavamo pomeriggi interi, lei mi guardava mentre giravo in tondo senza motivo finché non mi cominciava a girare la testa, andavo da lei barcollando e lei rideva, mi guardava con quei grandi occhioni verdi e mi prendeva tra le sue braccia finché non tornava tutto normale. Mi manca così tanto, vivere lontano da lei mi ha sempre dato dispiacere, soprattutto se sta male. La vado a trovare quando posso ma oggigiorno non c'è molto tempo per fare un viaggio di due ore ogni volta che ne si ha voglia. Lei d'altro canto non si ricorda di me, non si ricorda del mio nome, di mio padre, delle giornate passate a ridere in veranda d'estate, delle volte in cui mi addormentavo sulle sue gambe e doveva portarmi a letto, di quante volte l'ho sentita sussurrarmi "Ti voglio bene" credendo che non la sentissi, non ricorda più niente. Solo ogni tanto, nei giorni migliori, le viene in mente qualcosa, magari un ricordo lontano di una vacanza oppure il profumo di un fiore, ma il ricordo che arriva all'improvviso se ne va poco dopo lasciando nei suoi occhi un tempo pieni di gioia un vuoto che mi spezza il cuore ogni volta. Mi accorgo che mi è scesa una lacrima e mi sbrigo ad asciugarla poi mi alzo camminando in fretta cercando di scacciare quei pensieri.

Mi distraggo guardando le vetrine dei negozi che cominciano a venire allestite con vestiti più adatti all'autunno. Guardo l'ora e vedendo che è quasi l'una mi accorgo di avere fame così mi fermo nel bar in cui vado di solito, mi siedo ad un tavolo e ordino da mangiare. Cathy mi saluta con un bel sorriso e mi chiede come mi sento oggi, chiacchieriamo ancora per poco e se ne va tornando alcuni minuti dopo con la mia ordinazione. Ho quasi finito quando per poco non mi strozzo con l'acqua perché la vedo, è proprio lei! Sta passeggiando dall'altra parte della strada con una che avrà più o meno la mia età e in quel momento una vocina dentro di me dice "Ora o mai più", mi alzo e vado a pagare velocemente cercando di non perderla d'occhio, successivamente esco e lascio passare un po' di gente per cercare di nascondermi e la seguo. Dentro di me sento un turbine di emozioni, ansia e felicità si sovrappongono. Ad un certo punto dopo aver percorso alcuni metri svolta a sinistra e, dopo aver salutato la sua amica, entra in un negozio di fiori. Per un momento ho pensato che fosse fidanzata e volesse prendere dei fiori, il che ha provocato in me un po' di gelosia, ma poi vedo che sparisce dietro ad una porta e torna poco dopo mettendosi dietro al bancone. Faccio un bel respiro profondo ed entro con la scusa di voler comprare.

Mi avvicino a lei e mi sorride «Salve.» la saluto a mia volta e mi guardo intorno con un'aria un po' confusa, allora lei sorridendo mi chiede se ho già in mente cosa prendere, le rispondo di no e che mi farebbe piacere avere un suo consiglio. Comincia a farmi alcune domande a cui non sto prestando molta attenzione perché si avvicina a me per mostrarmi alcuni fiori e alcune piante, ma quando non sento più nulla mi accorgo che mi sta guardando e credo si stia aspettando una risposta. Imbarazzata apro la bocca ma non esce niente, lei subito sorride e guardandomi dice «Ci sei?» divento paonazza in viso «Ero sovrappensiero, scusami.» mi ripete che voleva semplicemente sapere se preferivo un fiore oppure una pianta; le dico che vorrei un fiore e vista la mia ignoranza in materia le chiedo qual è il suo preferito, «Il fiordaliso.» lo comprerei solo per il sorriso spontaneo che le spunta sul viso «Cos'ha di così speciale questo fiore?» «Beh è antichissimo, si pensa che risalga al neolitico, assurdo vero? E c'è una leggenda che lo riguarda; si narra che la Dea Flora fosse innamorata di Cyanus e che un giorno venne trovato morto, per ragioni sconosciute, in un campo pieno di questi fiori blu, così lei volle chiamare da quel giorno il fiore con il nome del suo amato. Ha un significato che mi piace particolarmente, in oriente è un fiore da donare a qualcuno con cui vuoi stringere un legame, credo sia particolare e profondo.» Le sorrido dopo questa bellissima spiegazione e le dico di volerlo comprare, se ne va e torna poco dopo con un piccolo mazzolino legato da un nastro abbinato e me lo porge dicendo «Deve essere una persona speciale se vuole donargli un fiore con questo significato.»«Lo spero tanto.» lo prendo guardandola negli occhi e spero capisca il motivo per cui si è ritrovata quello stesso mazzo davanti alla porta quando esce per chiudere il negozio, perché io spero davvero che lei sia speciale, che si possa instaurare un rapporto tra di noi, non desidero altro.




Come in un campo di fiordaliso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora