Capitolo 1

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Era una splendida notte con un cielo ricamato da migliaia di stelle lucenti. Non si sentiva neanche un rumore. Il vento sembrava essersi addormentato. Niente poteva disturbare la quiete di quel cielo. Nello stesso momento, a centinaia di milioni di kilometri di distanza, nello spazio buio e profondo, qualcosa di strano stava per accadere. In un angolo lontano dell'universo,c'era qualcosa o qualcuno che voleva brillare farsi notare dai suoi simili. Astrid Micklod era una stella delle più giovani del pianeta Shine. Le stelle che abitavano su questo pianeta venivano chiamate dagli antichi con il nome di Turios e queste stelle al contrario delle altre, come il nostro Sole, avevano la capacità di prendere qualsiasi tipo di sembianza desiderassero. Solitamente avevano un aspetto umano, poiché tra tutte le specie aliene, gli umani avevano una fisionomia molto semplice da replicare. Anche avendo un aspetto umano però, in qualsiasi tipo di trasformazione, i Turios apparivano sempre luminescenti,splendenti e piene di energie. Quando non prendevano forme aliene, essi apparivano come stelle cadenti. Quelle che noi vediamo ogni anno nella notte di San Lorenzo sono dei soldati Turios che una volta all'anno controllano tutto il sistema solare in cerca di minacce da eliminare alla radice. I Turios vivevano in piccole città in grandi case fluttuanti. Queste case non erano create con mattoni o legno bensì con elio e idrogeno. Tutto ciò che si trovava su Shine era creato con gas. Questo popolo che pareva felice e aperto alle novità,in passato ha subito svariate guerre interne, conosciute dai Turios come Le quattro grandi guerre dei soli, e l'ultima di queste guerre ha creato i Turios cambiaforma. Inizialmente questo popolo era molto piú numero, e di forme completamente diverse, ovvero erano dei granelli di luce che unendosi formavano una stella. Durante l'ultima grande guerra dei soli, una delle sette fazioni in guerra, decise di usare un'arma di enorme capacità distruttiva che poteva assicurargli la vittoria e fine della guerra. L'effetto di questa bomba, se così si può definire, fu talmente catastrofico che invece di distruggere le fazioni, ne creò di nuove con nuove sembianze:l'impatto con la superficie del pianeta della bomba, unì i Turios granelli formando i Turios cambiaforma. Questi erano formati da vari grani di fazioni differenti rendendo il nuovo individuo piú pacifico. Il carattere dei Turios cambiaforma era dovuto alla maggioranza di grani appartenenti alla stessa fazione. Astrid Micklod era formata per maggioranza da Upi, la fazione più sognatrice e ambiziosa delle sette. I suoi Buncor, ovvero i grani della fazione piú combattiva e aggressiva era molto bassa, mentre i Furp, la fazione più introversa e inoffensiva, era abbastanza alto. Nella sua scuola era tra le migliori, sia per lo studio sia per la media di figuracce subite dai compagni piú prepotenti. Quella notte amena, nella sua casa su Shine, Astrid guardava il cielo. Vedeva ogni anno partire il padre per l'annuale perlustrazione dello spazio, ma lei non c'era mai stata. Desiderava molto poter volare nello spazio per staccarsi dai suoi continui problemi quotidiani. Astrid non era tra le Turios più belle della scuola. Portava dei lunghi capelli raccolti sempre in una coda, indossava sempre la Gitab, la tunica tipica del pianeta.
Quella sera Astrid si decise che il suo sogno era quello di scappare dal suo pacifico e luminoso pianeta. Scese le scale per raggiungere i genitori della stanza dell'irraggiamento, ovvero la stanza nella quale si catturavano i raggi oscuri per trasformarli in luce, si avvicinò alla porta, prese in mano la maniglia, chiuse i suoi grandi occhi ed entrò.
" Astrid che fai qui?"
"Mamma, papà, io....." "Io voglio andare nel cielo come fai tu papà"
I genitori la guardarono stupita e la madre si lasciò cadere una rete con i raggi dalla mano.
"Stai scherzando vero? È pericoloso la fuori. Sai quante volte ho rischiato di non tornare?"
"Sei sempre tornato. Posso farlo anche io."
"HO DETTO DI NO E ERO FILA IN CAMERA TUA"
Astrid si allontanò dal padre. Non lo aveva mai visto così. Aveva paura di lui in quel momento, così fece ciò che le disse. Uscita dalla stanza, si soffermó fuori ad ascoltare quello che stava dicendo la madre.
"Non devi arrabbiarti così con lei. Non sa nulla."
" Arrabbiarmi ? Mi sto preoccupando della sua incolumità. Non voglio che riaccada..."
"Sai bene com'era fatto nostro figlio Pentalos. Era come lei. Non è stata colpa tua quello che gli è successo."
" Si invece, dovevo stare più attento... Se mi fossi accorto di prima di quel buco nero ora lui sarebbe qui...."
La giovane stella era sconvolta, confusa e arrabbiata. I suoi genitori le avevano nascosto il fatto di essere una secondogenita, che in passato suo padre viaggiava nello spazio, se non le avevano detto una cosa così importante come quella, allora chissà quante volte le avevano mentito. Non volendo più ascoltare nulla, tra le lacrime e i singhiozzi, Astrid volò in camera sua. La madre però continuava il discorso.
"Sono passati molti anni, oramai non possiamo fare nulla. E ora abbiamo una figlia alla quale pensare. Sei sempre rimasto duro e distaccato con lei ,e farle una scenata come quella non è stata la cosa migliore da fare. Perciò dopo cena io voglio che tu vada in camera sua a scusarti con lei." Dopo queste parole la signora Micklod riprese in mano la rete che le era caduta poco prima e uscì dalla stanza.
Passarono le ore e Astrid pensò seriamente di voler scappare via di casa. Bastava che si procurava il minimo indispensabile per sé, per riuscire a sopravvivere. Inoltre aveva già volato, non nello spazio, ma a scuola si erano esercitati per eventuali incidenti, un'pó come le nostre prove antincendio. Dopo cena corse subito in camera sua. Aveva preso la sua decisione. Prese una borsa nella quale mise il necessario per la sua avventura. Una rete per la luce solare, una tenda termica, una mappa stellare e una bussola. Il cibo poteva procurarselo sulla superficie del pianeta, e l'unica cosa che doveva ancora decidere era il pianeta da visitare. C'erano molti pianeti che desiderava visitare, dai più piccoli a quelli disposti nelle zone più scure. Uno però aveva attratto la sua attenzione: la Terra. Un pianeta blu in prossimità del Sole. Le interessava un pianeta così, diverso dall'ordinario. La sua meta era la Terra. Non volle aspettare un attimo di più ,perciò prese la sua sacca e uscì dalla finestra. Si era appena calata dalla finestra, che suo padre bussó alla porta. Astrid appena sentì il rumore si lanciò nell'aria più veloce che poteva. Il vento le sferzava il volto, delle piccole lacrime cominciarono a uscirle dagli occhi e così da forma umana, piano piano Astrid si trasformò in una cometa. Vedeva le altre stelle nel cielo, fino a quando arrivò nello spazio nel buio più completo alla velocità della luce. In poco tempo evitando meteoriti e satelliti, la giovane stella vide finalmente la Terra. Era uno spettacolo a dir poco straordinario. Un blu intenso e lucido splendeva sul globo terrestre. Avvicinandosi sempre più all'atmosfera vide le terre emerse in tutto il loro splendore, verde a perdita d'occhio.
In quella notte sotto il cielo si poteva vedere una cometa avvicinarsi al terreno. La cometa però sembrava essere scomparsa, o meglio rimpicciolita, che essa prese forma umana.
Astrid per la prima volta in vita sua toccò l'erba. Respiró l'aria fresca.

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