Riflettere sul passato e dare uno sguardo al futuro...

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Maurizio

Sentii Chiara pronunciare quelle parole con ancora un tremolio nella voce ma nei suoi occhi ardeva quella scintilla di determinazione che le si accendeva ogni volta che le proponevamo qualcosa di nuovo, fin dalle prime lezioni che seguì assieme a noi. -Perfetto, allora sabato mattina ci vediamo qui alle 7:35 cosí dovremmo riuscire ad essere a Roma per le 8:20, porta con te il borsone e tutto il necessario per un semplice allenamento va bene?- disse Elia, dopo un altro respiro profondo, la diretta interessata annuí; era agitata e questo si poteva notare da molti suoi atteggiamenti: tormentarsi i capelli, sollevarsi in continuazione sulle punte dei piedi, tenere lo sguardo fisso sul pavimento come se nascondesse chissà quali segreti, tutte piccole cose che avevo imparato a notare nel corso degli anni. Le sorrisi e poi le dissi -Stai tranquilla mancano ancora quattro giorni e abbiamo tutto il tempo di allenarci, per ora non hai nulla di cui preoccuparti- le feci l'occhiolino e lei dopo l'ennesimo respiro disse -Se lo dici tu... Va bene.. Ci vediamo domani.- -A domani Chiaretta- la salutammo io e mio cugino in coro, e dopo averci dato un bacio sulla guancia a testa corse fuori sotto la pioggia nella Mercedes nera del fratello. Lo salutammo con un cenno del capo, che lui ricambió e poi sfrecciò via verso casa. -Ma tu guarda quella piccoletta, dopo tutti quei problemi che ha avuto con le ginocchia, eccola che ce la ritroviamo a fare i provini per uno dei musical più famosi di tutta l'Italia.- mi disse Elia e non potei essere più d'accordo. Annuii e mi lasciai scappare una risatina. Certo che la vita é strana, qualche volta crudele, qualche volta dolce come il miele. Andammo a prendere le nostre cose e poi tornammo a casa. Vivevamo in due appartamenti speculari, cosa che ci facilitava molto per il nostro lavoro. Quando entrai in casa, Mico, il gatto venne subito da me miagolando: aveva fame ed in effetti un po' ne avevo anche io, cosí diedi per prima cosa da mangiare a lui, poi andai a farmi una doccia per levarmi il sudore di dosso ed infine mi preparai qualcosa per cena. Accesi lo stereo e ironia della sorte venne trasmessa una canzone di Adele che fu una delle prime che feci ballare a Chiara: Someone Like You. Mi misi a ridere e pensai alle prime volte che la vidi. Ricorso avesse dodici anni. Ero appena tornato dalla tournée in Corea assieme al musical Notre Dame De Paris, per dare il cambio a mio cugino che sarebbe partito quattro giorni dopo per la Germania. Condividendo un'attività dopo un po' abbiamo cominciati a parlare delle allieve della nostra scuola di danza partendo dalle più piccole, arrivando poi alle più grandi e per finire alle ragazze a metà tra questi due gruppi. Elia mi disse che le allieve che avevo già conosciuto avevano fatto progressi si erano sciolte sia nei movimenti sia nell'approccio con lui. Poi mi raccontó di questa ragazzina, che avevo già incontrato ma di cui ricordavo davvero poco; mi disse che aveva visto in lei qualcosa di diverso rispetto alle altre. Mi raccontó che durante le lezioni tendeva a stare sempre in silenzio ad ascoltare, qualche volta si lasciava scappare un sorriso o una risata ma che per la maggior parte del tempo restava concentrata: mi disse che era migliorata molto in pochissimo tempo e che oltre all'attenzione durante la lezione, quando magari lo trovava da solo gli chiedeva di parlargli un po' del suo lavoro e di come avesse scelto questa professione, ed ogni volta che lui le raccontava di come si stava sopra a quel palco le si illuminavano gli occhi. Mi parló di come alla fine di una lezione lui le disse di essere stata in gamba e di come avesse cambiato totalmente colorito diventando da bianca cadaverica a rossa come non si sa che, ma soprattutto mi raccontó di come ogni volta che ballava, per quante poche volte sia riuscito a vederla bene, riusciva a trasmetterti delle emozioni particolarmente forti, per essere solo una ragazzina di dodici anni. Purtroppo peró non potevano esserci solo buone notizie e il mio entusiasmo nel sentire le sue parole scemó non appena mi disse che si era infortunata ad un ginocchio e che sarebbe dovuta stare ferma fin quando non avesse trovato una soluzione a quel problema. Mi rattristai pensando a come poteva starci lei. Se fosse capitato a me non so esattamente come avrei reagito, ma credo che mi sarei sentito come se mi avessero strappato il cuore dal petto. Mi sarebbe piaciuto poterle parlare e aiutarla in qualche modo e se anche non la conoscevo mi ero già affezionato a quella ragazzetta. Nei quattro giorni seguenti, ripresi il mio ruolo di insegnante di danza e cercai di rapportarmi nuovamente con le mie alunne. Il giorno dopo la partenza di Elia, mentre terminavo la lezione con le ragazze più grandi, notai una ragazzina castana con la frangetta che sbirciava da uno dei vetri dell'aula e capii subito chi fosse. Quando finii quella lezione uscii fuori, parlai giusto un minuto con la madre di due allieve del corso intermedio e poi mi rivolsi a lei e alla signora che le stava accanto, sicuramente la mamma. Le sorrisi in modo caloroso, cercando di farla sentire a suo agio e subito le dissi -Tu devi essere Chiara! Elia mi ha parlato molto di te!- nell'esatto momento in cui pronunciai quelle parole ricordo che divenne talmente tanto rossa che anche la madre non riuscì a trattenersi dal farsi una piccola risata. Quel giorno assistí alla lezione e mi resi conto che quella ragazzina era timida quasi quanto Elia alla sua età ma che amava la danza esattamente allo stesso modo. Guardó rapita ogni passo che facevo e che insegnavo alle sue compagne, che l'avevano precedentemente salutata calorosamente, ma dentro ai suoi occhi fui in grado di scorgere oltre alla grandissima passione, anche un forte nostalgia accompagnata da un velo di lacrime. Stavo male io per lei, mi dispiaceva molto. Da quel giorno in poi provava a venire a qualche lezione anche solo per assistere e tutte le volte sentivo un grande dispiacere nei suoi confronti ma anche un po' di affetto. Fortunatamente il settembre successivo dopo che furono passate le vacanze estive, la ritrovai in palestra e stavolta in tenuta di allenamento e potei constatare con i miei occhi quello che qualche tempo prima mi aveva raccontato il mio caro cugino. Negli anni successivi imparai a conoscere Chiara, come tutte le altre mie allieve e anche a capire quanto fosse affascinata dal mondo dello spettacolo, ma troppo condizionata dal parere della gente per riuscire davvero a sperare di arrivare in alto, eppure dopo quattro anni ora siamo qui e lei é ad un passo dalla sua più grande occasione; sapevo che non mi avrebbe deluso e so che non lo farà.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 24, 2015 ⏰

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