Capitolo 4

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POV Luke
Il freddo, ormai, mi aveva gelato le ossa e la pioggia non rendeva la
temperatura migliore.
Ci troviamo su questa dannata camionetta da ore, ma la meta sembra farsi sempre più lontana e la mia pazienza diminuisce ad ogni
minuto che passa. Nonostante questo, sono un fascio di nervi: mai,
in diciassette anni di vita, ho visto lo sguardo di mio padre riempirsi
di orgoglio per me.
Dopo anni di allenamenti sfiancanti, dolore fisico e psicologico, insulti e nessuna lode sono riuscito a diventare qualcuno. Un qualcuno che sa sparare a occhi chiusi, ad atterrare l'avversario in un tempo brevissimo, a dettare regole come un vero leader. Mio padre, oltre ad essere fiero di me, è fiero di se stesso, perché è convinto di essere stato lui a farmi diventare chi sono adesso, ma non può essere più lontano dalla verità,
Il suo egocentrismo, la sua cattiveria gratuita e tutti gli insulti che mi ha buttato addosso in questi anni sono solamente serviti a farmi passare la voglia di seguire le orme della sua carriera. Ho sempre avuto un carattere particolare: basta un niente per farmi crollare, ma allo stesso tempo riesco a sfoggiare una freddezza e cattiveria degne di nota. E mio padre, nonostante fosse stato lui a farmi nascere, non si era mai curato di tali aspetti della mia persona, ma fortunatamente è arrivato qualcuno nella mia vita che si è preso
cura di me, dolce come una madre, severo come un padre e leale
come un fratello.
Lui mi ha aiutato negli allenamenti, ha costruito il mio carattere e
mi ha reso il generale che sono ora. Noi due, insieme, siamo a capo
dello stesso gruppo di soldati, e sono pronto a buttarmi nel fuoco per salvare Ashton, proprio come lui farebbe con me.
Sono felice di aver finalmente raggiunto l'obiettivo che, fin da
quando ero piccolo, agognavo, ma c'è sempre qualcosa, nel retro della mia mente, che non mi permette di godermi a pieno ciò che ho sempre sognato. L'immagine di una donna dai lunghi capelli biondi che mi guarda e nei suoi profondi occhi color del mare colgo
solo delusione e tristezza. Mi tormenta non sapere cosa mia madre
pensa di me. Sarebbe orgogliosa di vedere il suo figlio più piccoio
indossare la divisa da militare? Conosco perfettamente la risposta, ma non voglio accettarla.
"Luke, siamo arrivati" La voce di Ashton mi risveglia dai miei pensieri e mi insuIto mentalmente per essermi permesso di pensare a questi futili argomenti proprio adesso.
Alzo lo sguardo per incontrare quello del mio amico e i suoi occhi
brillano di eccitazione. Il mio corpo è pervaso dall'ansia e dalla paura, ma con un sorriso del mio compagno, tutto svanisce per essere rimpiazzato dalla voglia di combattere e di fare pulizia in questa sporca Varsavia.
Con rapidi movimenti, nascondiamo i nostri capelli biondi sotto l'elmetto e imbracciamo le armi. Scendiamo dalla camionetta con passo sicuro, fianco a fianco, come fratelli. E in questo momento non ho più nessuna paura o preoccupazione.
Si va in scena.
POV Sophie
I miei occhi corrono veloci sulle pagine, assorbendo tutte le parole che vi sono impresse. Sono passati ormai due giorni dal mio sedicesimo compleanno e sono felicissima dei regali che ho ricevuto. Michael mi ha regalato Cime tempestose e i miei genitori un quaderno rilegato con una penna stilografica con cui poter riempire i candidi fogli.
Come ogni giorno, aspetto l'arrivo del mio migliore amico nella solitudine della mia stanza. Non ho idea di quanto tempo sia passato quando sento due mani coprirmi gli occhi. Uno strillo esce dalle mie labbra, facendo scoppiare a ridere la persona alle mie spalle, che
ho riconosciuto come Mickey.
"Mi hai fatto prendere un colpo!" Esclamo, ridendo a spese della
mia ingenuità. In tutta risposta ricevo un somsetto di scuse, ma capisco subito che non sono sincere.
"Mi aiuti con i compiti di matematica?" Le sue gote si arrossano lievemente e il suo sorriso diventa imbarazzato.
So che odia chiedere aiuto, soprattutto per quanto riguarda la scuola. Infatti è stato proprio lui ad insegnarmi le regole di grammatica ed a capire i testi, ma per quanto riguarda i numeri è proprio negato.
"Certo" Il mio sorriso si allarga. Sono felice di poterlo aiutare in qualcosa e, in qualche modo, restituire tutti favori che lui mi ha sempre fatto.
Poso ordinatamente il mio nuovo libro preferito sul comodino e aiuto Michael a prendere tutto il necessario per fare gli esercizi.
Siamo seduti uno di fronte all'altro e mi prendo un momento per
ammirare il suo viso: il naso diritto, ma piuttosto tozzo lo rendono
dolcissimo, gli occhi hanno lo stesso colore del ghiaccio, ma sono
caldi e accoglienti, proprio come tornare a casa dopo tempo, la bocca rossa è in netto contrasto con il colore chiaro degli occhi e il tutto è reso ancora più perfetto da una massa disordinata di capelli neri.
Mi rendo conto di starlo fissando insistentemente, quando alza lo
sguardo e mi sorride, per poi concentrarsi di nuovo sul libro. Il mio
cuore batte all'impazzata, come se avessi corso la maratona, ma sono tranquillamente seduta. Il modo in cui i suoi occhi si assottigliano, le Jabbra si tendono per rivelare i suoi denti bianchi e una scintilla anima i suoi occhi riesce a farmi andare in cortodrcuito i
pensieri.
La mamma mi disse che provava le stesse cose per papa quando era
aiia mia età e ha chiamato tutto questo "amore", ma non sono sicura che quello che sento per il mio migliore amico sia la stessa cosa.
"Soph... il risultato mi viene sbagliato" La voce lamentosa del protagonista dei miei pensieri mi fa tornare alla realtà. Una risata nasce spontanea quando guardo il suo viso deformato da un'espressione frustrata.
"Fa vedere''' Ridacchio, avvicinandomi e leggendo tutti i numeri che
la sua penna ha impresso sul foglio, Trovo quasi subito l'errore e gli
spiego il motivo per cui l'espressione è sbagliata.
"Quando ci sono le potenze devi risolverle per prime, poi tutto il resto" Gli sorrido dolcemente e lui annuisce, iniziando a svolgere l'espressone successiva, ma un forte tonfo alla porta attira la nostra attenzione.
Michael si dirige verso la porta per aprire a chiunque continui a bussare con così tanta insistenza. Il panico si fa lentamente spazio nel mio corpo ed esamino chi diavolo può essere di ritorno proprio adesso.
"Dobbiamo controllare l'abitazione" II tono autoritario, accompagnato da un forte accento tedesco, mi fanno gelare sul posto. La
posture del mio migliore amico si raddrizza in un batter d'occhio,
come se volesse fronteggiare i due uomini in divisa alla porta.
"No, non dovete" II suo tono, solitamente dolce, è carico di sfida e
posso immaginarmi i suoi occhi socchiudersi.
Il più alto fra i due uomini spinge il mio amico, così da avere accesso alla casa, e sento gli occhi cadermi dalle orbite.
l capelli sono nascosti dall'elmetto, ma so per certo che sono
biondi, gli occhi sono di un azzurro mozzafiato, ma privi di emozioni, freddo al punto da farti rabbrividire. Ricordo ancora la prima volta che lo vidi, già all'epoca sapevo che non mi sarei mai dimenticata di lui e ora capisco il motivo.
Luke Hemmings è la mia condanna, la peggiore.
GOODBYE AGONY
Questa canzone è ormai il sottofondo della mia vita, ma who cares.
Parlando di cose serie, SONO TORNATA! Finalmente c'è l'incontro
fra la dolce Sophie e il crudele Lucas. Che succederà fra di loro? Luke la condannerà ail'inferno o al paradiso? Eheheheh vedrete;)
Ho dovuto mettere un po' di Lashton perché sono una friendship
fantastica>>>>>>
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto e volevo chiedervi scusa
per l'enorme attesa, ma fra scuoia, compiti, allenamenti e prove
della band è davvero dura trovare un po' di tempo libero per fare
una delle cose che più amo:)
Grazie mille di tutto, siete fantastiche!
All the love, ElenAshton xx

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