"Maybe I love you"

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Presenza di scene a raiting rosso!


Erano passati quasi sei mesi da quando si erano conosciuti; sei mesi dalla prima uscita di gruppo, dalle presentazioni ad amici e parenti, dal loro primo appuntamento contornato da situazioni imbarazzanti e al limite del comico.

Sorrise al pensiero, guardando il soffitto della camera di Alessio, il rumore dell'acqua che scorreva andando a colpire la porta di vetro del box della doccia era un sottofondo perfetto ai suoi pensieri.

Pensare in quel momento era l'ultima cosa che doveva fare, lo sapeva, col suo /forse quasi nonsobene/ ragazzo a lavarsi nella stanza affianco; doveva smetterla di lasciarsi trasportare dalle insicurezze, smetterla di rimuginare, di preoccuparsi.

"Butch?" la voce del batterista gli scivolò quasi addosso, portandolo ad alzare lo sguardo verso la sua figura, lasciando che i suoi occhi vagassero su una minuscola gocciolina di acqua che lentamente stava percorrendo la forma delle sue guance, scivolando poi sul petto, sfiorando la curva dell'ombelico, infrangendosi infine nella stoffa dell'asciugamano.

Alex lo richiamò una seconda volta, e quando decise di guardare finalmente il suo viso si scontrò con un ghigno divertito e malizioso, il sopracciglio alzato.

"Mangiamo?" disse Gennaro prima che l'altro potesse commentare, alzandosi dal letto e correndo in cucina "Ho fatto la spesa per sfamare un esercito, che più o meno è la somma del tuo appetito!" iniziò poi a organizzare metodicamente i cibi, portando pentole da un lato all'altro per farsi spazio.

"La vita ti ha portato a fare l'alberghiero perché sapeva che mi avresti conosciuto e avrei avuto bisogno di qualcuno che mi sfamasse" il batterista gli sorrise a trentadue denti, un'espressione così finta che lo fece scoppiare a ridere.

"Sei un'idiota! E ora vattene, il maestro ha bisogno di concentrarsi"

Mentre Alessio andava a vestirsi in camera, lui iniziò a fare una delle due cose che gli venivano meglio: cucinare.

Ignorò l'altro ragazzo per almeno un'ora, impegnato com'era a tagliare e friggere melanzane, mozzarella, fare il sugo e comporre la teglia che avrebbe fatto venir fuori un tortino di melenzane all'isolana.

Aspettò poi la bollitura dell'acqua per preparare gli gnocchi ai peperoni, destreggiandosi in contemporanea con la cottura delle salsicce arrabbiate.

Infine si rilassò nella preparazione del dolce: un tortino ai frutti di bosco e crema inglese, che sapeva Alex amava.

Lasciò il dessert nel frigo, portando il resto delle portate in tavola dove il moro stava litigando con l'accendino per accendere una candela, di quelle per Natale rosse e a spirale.

"Crei l'atmosfera?" Genn rise, posando velocemente la teglia per non scottarsi, soffiando sul palmo della mano con un'espressione che agli occhi di Alex era infantile quanto adorabile.

Mangiarono con calma, quasi nel silenzio più assoluto, guardandosi negli occhi intensamente, perdendosi nelle iridi l'uno dell'altro, con delicatezza.

Era bello stare semplicemente così, pensò, ad annegare nell'essenza di Alessio, non dover pensare a cosa dire o cosa fare, perché anche il silenzio andava bene per loro.

Sperò che quel pranzo durasse per sempre, ma non fu ovviamente così, e quando dovette alzarsi fu come svegliarsi da un sogno ancora spossati; sparecchiò senza dire una parola, sciacquando i piatti velocemente prima di farli sparire nella lavastoviglie.

I look from afar, with trembling hands.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora