Di nuovo in un aereoporto colmo di gente. Mi era molto familiare come luogo. Anche se lo cambiavo ogni volta che partivo a me sembrano tutti uguali. Lo stesso profumo, la stessa voce metallica delle informazioni, il tabellone con i voli e persino le persone.
In quel momento il suono metallizzato della voce, ormai familiare, annunciò che i passeggeri del mio volo si dovevano recare dentro l'aero per partire.
In quel momento mi resi conto di una cosa che non mi era minimamente passata per la testa. Io l'inglese lo so , e anche bene, ma non credo di riuscire a parlare con un inglese.
Mi avvicino a mio pappà e non devo avere una bella espressione perche lui mi guarda perplesso.
"Che c'è? Non ti senti bene?" Mi chiede lui abbastanza preoccupato, io gli sorrido e cerco di esporre il mio problema a mio padre senza sembrare una bambina di cinque anni. "Vedi papà, tu sai che io sono abbastanza brava in inglese e che mi piace anche molto come lingua, ma non so se riuscirei a sostenere una conversazione come so farlo in italiano".
Lui ridacchia un po' e dopo poco mi consiglia di usare un dizionario nei primi mesi per riuscire ad avere una conversazione, e mi confessa di averci pensato perciò ci siamo trasferito in estate, così che avessi la possibilità di esercitarmi prima dell'inizio della scuola.
Mi avvicino a lui e lo abbraccio circondandogli la vita, dato che io sono molto più bassa di lui, e senza accorgermene eravamo già dentro l'aereo.Ciao a tutti, fatemi sapere che ne pensate commentando e se vi è piaciuta dategli una stellina. Grazie per averla letta. Un bacio al prossimo capitolo.