Capitolo 21

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Che bello che era. Era perfetto e dio , lui era mio!
Le sue labbra carnose rincominciarono a baciarmi. I suoi baci scendevano sul mio collo, poi sul mio petto per arrivare fino al ventre.
L'età che ci separava era sempre un punto che mi bloccava, ma i suoi baci mi aiutavano a non avere paura di amare.
Dopo poco, mi tolse la maglia, mi slacciò i pantaloni. Poi si tolse la sua maglia e si sfilò via i pantaloni. Mi slacciò il reggiseno e sfilò piano piano le miei sue mutande.
Ammetto che tremavo sia dalla paura che dal freddo, poiché quella stanza era abbastanza umida e comunque eravamo ad ottobre, praticamente.
Non fu sesso, bensì amore perché entrambi eravamo innamorati l'uno dell'altra.
Ci infilammo sotto le coperte per poi addormentarci l'una nelle braccia dell'altro.

Mi svegliai tardi. Lui era già sveglio.
Era seduto sull'angolo del letto che mi guardava attentamente.
Poi sgranai gli occhi e gli sorrisi.
Si era tagliato la barba. Poi mi disse:
- Devi sapere che io mi taglio la barba solo quando devo fare o dire qualcosa di importante. In questo caso entrambi.- fece un bel respiro profondo e poi rincominciò a parlare. - Mio fratello e la sua fidanzata si stanno per sposare. Io sarò il suo testimone d'onore e vorrei che tu sia presente alle nozze.-
La cosa mi faceva davvero piacere soprattutto perché sentivo che lui mi voleva presente all'interno della sua vita. Poi risposi: - Quando saranno queste nozze?-
- Domani.-
- Cosa? Cosa cavolo aspettavi a dirmelo! Ora come faccio? Non ho un vestito né un paio di scarpe adeguate! Lorenzo, sei davvero irresponsabile...-
La magia che si era formata, si spense subito.
Lui mi guardò con la faccia da cucciolo bastonato e poi mi prese in braccio a mo di sposa per portarmi in macchina.
Ci dirigemmo in un paese molto carino e sospettai proprio che fosse Montefiascone. Anzi, riconobbi qualche via. Poi entrammo in un negozio.
Provai ottomila vestiti e ce ne fosse uno che mi stesse bene.
Io non sono la tipa che adora i matrimoni e tutti quegli abiti sfarzosi, ma per quel giorno avrei fatto un'eccezione.
Finalmente trovai l'abito giusto per me.
Era color pastello, precisamente color cielo. Aveva un corpetto stretto con una scollatura a cuore che terminava prima dell'ombelico. La gonna, ovviamente cucita al corpetto, era bellissima. Era una gonna a ruota ampia che arrivava sopra al ginocchio.
Lorenzo mi guardava innamorato. Non mi aveva mai vista vestita così, poiché la maggior parte delle volte indossavo un paio di jeans attillati con una mega felpa, la quale copriva tutte le mie forme. Invece questo abito le metteva in risalto.
Ok, il vestito lo avevamo trovato.
Ora era il momento delle scarpe.
Entrammo in un negozio tutto elegante, pieno di cristalli e di altre cianfrusaglie.
Mi sentivo proprio come un elefante in un negozio di porcellana.
Anche questa volta dovetti provare una marea di scarpe.
Aiuto, l'idea di dover indossare delle scarpe col tacco mi spaventava e disgustava. Ma lo facevo solo per Lorenzo e per cercare di apparire un po' più femminile.
Fortunatamente trovai le scarpe giuste per il mio abito e meno male, non erano esageratamente alte!

Mi disse che la cerimonia si sarebbe svolta nella chiesa principale di Montefiascone e che il ricevimento invece, si sarebbe svolto a casa di Giorgio, ovvero a casa dello sposo.

Dormimmo a casa di Lorenzo.
Come mi era mancato il suo letto!
Come al solito, la mattina del matrimonio, mi svegliai molto molto tardi, precisamente un'ora e mezza prima del matrimonio.
Mi svegliò Maria, la futura sposa di Giorgio.
Mi fece correre a casa sua per aiutarla a preparasi e poi mi disse:
- La mia damigella d'onore si è ammalata. Sarai tu a sostituirla.-
Cosa? Io? No! Ho passato tutto ieri a scegliere un vestito è un paio di scarpe per questo matrimonio, tra l'altro tutto pagato da Lorenzo!
- Non me la sento...-
- Invece devi!- mi lanciò il vestito che avrei dovuto indossare.

Non aver paura di amare |Lorenzo Cantarini|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora