Capitolo 3.

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Fare shopping a Palm Desert con 48 gradi e una diciottenne con gli ormoni a mille era lontano anni luce dalla mia idea di relax, ma a quanto pare rilassarmi non mi spettava.
Camila continuava a gracchiare entusiasta per un vestito si e uno pure. Passavamo da un negozio caro ad uno ancora più caro senza sosta. Fortunatamente, mentre la mora era intenta a farmi capire la differenza tra strass e brillantini, ricevetti una telefonata dal mio manager. Le foto del M&G di Los Angeles erano pronte per la pubblicazione e le avrei ricevute a breve per mail. Subito una lampadina si accese, grazie alle foto sarei potuto risalire alla ragazza del concerto e magari riuscire a mettermi in contatto con lei. Ma per dirle cosa? "Hey ciao, ti contatto per dirti che non riesco a smettere di pensarti e sto diventando cretino. Per caso sei ancora nel continente Americano?" Dio, che situazione.

-Shawn, mi stai ascoltando? Ma si può sapere dove hai la testa? Mi sembra di parlare con un muro.
- Mh, scusa Camila credo che sia il calore. Forse un calo di zuccheri, mi siedo un po' al chiosco okay? Tu continua tranquilla i tuoi acquisti appena hai finito mi trovi qua. Lascia pure qua tutte le borse, le controllo io.
-Mi vuoi far fare la figura della scema o cosa, andando sola per negozi? Vado solo alla Fendi perché ho proprio bisogno di un nuovo foulard e poi ti raggiungo.

Grazie al cielo un po' di pace. Mi sedetti al chiosco dello starbucks e ordinai un tè freddo e un brownie al cioccolato.

-Pesantuccia la tua tipa eh.- una voce catturò la mia attenzione.
-Oh, lei non è la mia ragazza. Dio me ne liberi!
-Ahaha, eppure sui social siete la coppia più shippata. - Mh, mi ero quasi dimenticato che ormai la gente non aveva difficoltà a riconoscermi. -Bhe, i giornalisti dovrebbero passare una giornata a fare shopping con lei. -Mi voltai verso la ragazza che aveva parlato poco prima e il cuore quasi mi arrivò in gola.
Presi di scatto il telefono risfogliamdo le 700 foto che mi erano arrivate prima finché la trovai. Guardai lo schermo con insistenza e poi guardai la tipa davanti a me. Non potevo crederci.
-Mh, qualcosa non va?
-Io ti conosco!- la voce tentennò sull'ultima parola. - Eri al concerto al Greek.
-Oddio, ti ricordi seriamente?- strabuzzò gli occhi come se le avessi detto che facevo la cacca rosa. Ah, mi ricordavo di lei?! Ahahahah.. Se solo sapesse. E mo'? Che le dico?
-Si certo, non sei tu questa in foto?
-Oh si, le foto. Ovvio. - sussurrò quell'ultima parola a denti stretti come ad evidenziare la stupidità della domanda fatta prima. - La mia famiglia sta andando.. È stato bello vederti. Grazie ancora per tutto Shawn. -
-Aspetta, dimmi almeno il tuo nome.
- Anastasia, ma puoi chiamarmi Hanya.
-Okay Hanya, grazie a te. - Venne e mi abbracciò velocemente. -Non cambiare mai, ti prego. Sii sempre te stesso.- poi scappò via prima ancora che potessi rispondere.

Quattro mesi fa ad oggi, Shawn si trovava a pochi metri da me, in tutta la sua bellezza. ❄️

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 08, 2016 ⏰

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