E tutto il resto non contava

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"Avanti ragazzi, non restate indietro" esclamò il professore, rivolgendosi ai ragazzi che lo seguivano.
Questi si affrettarono a tenere il passo dell'uomo per non perderlo di vista.
"Ma non potevamo restare in albergo, al caldo?" domandò Thomas al ragazzo affianco a lui.
Newt si voltò. "E perché? È così bello qui" disse indicando con un gesto la montagna e il paesaggio primaverile che li circondava.
Thomas era di altra opinione. Secondo lui, Newt era bello. Ma non espresse ad alta voce i suoi pensieri, limitandosi ad annuire.
Certo, anche il luogo in cui erano in vacanza con la loro classe era bellissimo. Splendide montagne circondate da soffici nuvole. Prati verdissimi e aria pulita.

Dopo un paio di chilometri, resi più faticosi da percorrere a causa del sentiero in salita, il professore, che guidava i ragazzi, si fermò. "Bene ragazzi. Da ora avete due ore libere. Potete stare qui intorno, ma non allontanatevi troppo" dichiarò l'uomo.
I ragazzi esultarono dividendosi in gruppetti.
Newt si guardò attorno. Vide un sentiero affiancato da cespugli di rose e attese che gli altri ragazzi si allontanarono.
Mise le mani in tasca e si incamminò.
Sentì dei passi leggeri alle sue spalle. Si voltò e il suo cuore fece un balzo. Thomas.
"Mi hai spaventato" disse il biondo portandosi una mano al cuore.
"Scusa" sussurrò il moro sorridendo. Newt ricambiò il sorriso.
Camminarono vicini lungo il sentiero, avvolti dal silenzio.
Thomas si fermò a guardare le rose rosse. Ne colse una. La annusò e la porse a Newt, sempre sorridendo.
Il biondo prese la rosa e arrossì. Era un gesto così dolce.
Abbassò poi lo sguardo, rigirandosi il fiore fra le dita.
"Newt, hai freddo?" domandò il moro, scambiando il rossore dell'altro come conseguenza dell'aria fredda primaverile.
Senza aspettare risposta, Thomas si tolse la giacca di pelle e costrinse Newt ad indossarla.
Dovette ammettere che gli donava, nonostante le maniche fossero un po' lunghe per lui.
Mentre guardava il biondo che continuava a rigirarsi la rosa fra le dita, si chiese se il rossore sulle sue guance non fosse dovuto al freddo, ma a qualcos'altro.
Ignorando i suoi pensieri prese Newt per mano e lo fece sedere su una vecchia panchina di legno. Proprio sotto ad un ciliegio.
Un ciliegio in un roseto? Strano, pensò Thomas.
Una leggera folata di vento scosse i rami dell'albero sopra le teste dei due ragazzi. Alcuni fiori si staccarono volteggiando nell'aria, accompagnati dal vento, come tante piccole ballerine impegnate in una danza.
Newt rimase a guardare stupito i movimenti dei fiori. Thomas lo fissò sorridendo. Il biondo spesso rimaneva sorpreso per semplici cose. Sembrava un bambino che vedeva la natura per la prima volta. Ed era così carino.
Newt si accorse che l'altro lo stava guardando, così gli sorrise. Tese la mano e un fiore di ciliegio si adagiò sul palmo. Lo porse poi a Thomas. "Ecco, così siamo pari" disse, riferendosi alla rosa che aveva ancora in mano.
Thomas posò il fiore sulla panchina e mise le mani sulle guance del biondo, che si tinsero di rosso.
Si avvicinò al ragazzo e lo baciò. Fece correre le mani fra i capelli biondi dell'altro, tirandone leggermente le ciocche.
Newt, dopo un attimo di stupore, mise le proprie gambe sopra quelle di Thomas, avvicinandosi di più a lui. Circondò il collo del moro con le braccia.
In risposta, Thomas tirò a sé il biondo, facendolo sedere sulle sue gambe. Le sue dita trovarono un lembo della pelle di Newt scoperto e il contatto fece rabbrividire entrambi.
Si estraniarono dal mondo, chiudendosi in una piccola bolla, dove c'erano solo loro e i fiori danzanti di ciliegio.
Erano insieme e tutto il resto non contava.
Erano insieme e bastava, si bastavano.

Cherry blossom tree ; NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora