Louis, ti presento Louis.

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"Caro Diario,

Oggi sto meglio. Mi sono svegliato da un paio d'ore, accanto a me c'erano Rosalie, Niall, e Liam, il ragazzo della festa. Poco dopo è entrata anche mamma, con il pc: sapeva che mi avrebbe fatto piacere.

Mi hanno detto che sono stato in terapia intensiva per tre giorni. Di quella sera non ricordo molto, solo che Louis mi ha chiesto di pregare. Dopo ha iniziato a comportarsi in modo strano, mi ha aggredito e poi tutto nero. Ricordo un dolore fortissimo alla testa - mi fa ancora male - e mi chiedo come un ragazzo come Louis, bassino e piccolino, sia quasi riuscito a mandarmi all'altro mondo con un solo spintone.

E' assurdo, impossibile. 

Comunque, ora, a parte il mal di testa, che diminuirà con i medicinali prescritti, sto meglio. Ma, effettivamente, sono curioso di sapere dove sia Louis.

Con amore,

Harry."



Rosalie sta parlando con Liam di quanto sia successo fuori dalla stanza d'ospedale di Harry. Sono entrambi scossi, non riescono a spiegarsi ciò che è successo. Louis non sembrava Louis. Aveva un ghigno cattivo, e ora che ci pensavano, non era la prima volta che lo notavano. Avevano sempre pensato che fosse parte di Louis e del suo carattere. Infondo, per due persone che non ne sapevano nulla, ci erano andati molto vicini.

Si rendevano conto in quel momento che Louis era riuscito quasi ad ammazzare Harry, solo spingendolo al muro. Louis non è mai stato un ragazzo violento. E' vero, in qualche rissa c'è finito e qualche rissa l'ha anche provocata, ma di certo non era il tipo di persona che avrebbe provato ad ammazzare un ragazzo come Harry solo perché era andato a vedere se si sentiva bene.

Perché, nella loro ignoranza, loro erano convinti che Louis, essendo una persona orgogliosa e abbastanza chiusa, si fosse arrabbiato perché Harry non aveva rispettato la sua privacy, si era comportato da impiccione ed era andato a vedere come stava.

Ma no. Non era così. Louis aveva voluto sfidare una cosa più grande di lui, più grande di qualsiasi cosa che avrebbe potuto provare a sconfiggerla.


In questo momento, Louis è appena tornato in camera dopo due giorni di assenza. E' in bagno, e si sta togliendo le lenti a contatto. Ha rifiutato di vedere la madre, sa che si sarebbe arrabbiata. E sa anche che appena scoprirà che è tornato, non ci penserà due volte a bussare alla sua stanza.

Sospira, e si siede sul letto. Ha quasi ucciso Harry per uno stupido capriccio, perché pensava che così sarebbe riuscito a smettere di essere ciò che è.

Ancora non si spiega come l'intero edificio sia andato in black out, a causa della sua rabbia. Si rende conto che in confronto al suo alter-ego, lui è solo un insulso essere umano, che può essere controllato ed eventualmente spezzato da qualcosa di molto più forte e molto più astratto, che poi, è dentro di lui, è lui stesso.

Crede che diventerà pazzo.

Sente bussare alla porta, un altro sospiro lascia la sua bocca, non vuole innervosirsi, gli occhi gli bruciano dopo aver passato due giornate intere con le lenti e non è proprio il caso che qualcuno lo veda nel suo stato peggiore, ma anche il più interno e reale, e abbia il tempo di fare supposizioni ed arrivare a conclusioni.

Tanto nessuno di quegli stupidi umani potrebbe mai arrivare a capire le cose come stanno realmente, pensa.

Ecco, si sta innervosendo, sta diventando cattivo. Sta lasciando che lui prenda il controllo della sua vita un'altra volta. Louis non sa come chiamarlo. Di solito lo chiama come se fosse un'altra persona. Beh, di solito non lo chiama, non ne parla, ovviamente. Ne pensa e basta.

Sa che non è un'altra persona, che è semplicemente la parte più profonda di lui, ma è difficile avere due anime nello stesso corpo da gestire. Una si chiama Louis, l'altra come dovrebbe chiamarla? Forse non dovrebbe, perché anche nei momenti più oscuri, è Louis. Ma è troppo difficile, gli viene mal di testa a pensare a queste cose.

Sente gli occhi mutare, non può permetterlo, non ora.

"Arrivo!" urla alla porta.

Chiude gli occhi e prende un grande respiro, li riapre e sente che è tornato normale.

Va ad aprire la porta, è Johannah.

"Louis." dice seria.

"Mamma."

La donna entra e chiude la porta. Si siede sul letto, ha uno sguardo arrabbiato e minaccioso. Louis rimane in piedi a guardarla.

"Devi spiegarmi cosa è successo."

"Ho chiesto al ragazzo nuovo, Harry, di pregar-" e sente il bruciore sulla lingua, quindi tace. Sa che la madre ha capito, quindi non ripeterà o terminerà quella parola. 

"E lo ha fatto. Pensavo che avrebbe fatto soffrire il demone, cioè, me," si corregge, "e che se ne sarebbe andato, cioè, l'altra parte di me, quella cosa lì, il demone, quella cosa che ho dentro, l'altro me, non so come chiamarla." Johannah vede come Louis stia facendo fatica anche solo ad esprimersi, e che è solo disperato e stufo di vivere quella vita. Apre le braccia e il figlio la stringe forte, qualche lacrima a solcargli il volto.

"Dovevi sapere che non sarebbe successo, Louis. E' ciò che sei, non è un'altra persona. Sei tu. Non puoi cacciarla, capisci? Se venisse cacciata, tu cesseresti di esistere. Infatti, non può andare via. Andrà via quando arriverà per te il momento di morire, e tesoro, non è sicuramente adesso. Sai come funzionano queste cose, perché ti ostini?"

"Perché non riesco a vivere schiavo di qualcosa che poi sono io stesso. Capisci che io sottometto me stesso e faccio cose che la mia parte razionale ed umana non vuole, mamma? Sono due persone in una sola. Non riesco a reggerlo."

"Tesoro, lo so che è difficile. Ma sono passati tanti anni, ormai dovresti saperlo un minimo gestire. Almeno, dovresti sapere come evitarlo davanti agli altri. Avresti potuto uccidere quel ragazzo, capisci?"

Louis la guarda terrorizzato. Lo sa, ci ha riflettuto per giorni interi, però sentirselo dire ha un altro effetto.

"Ho fatto fulminare tutte le lampadine in quel momento. Come è possibile?"

"Louis, il tuo non è un semplice alter-ego causato da un disturbo dissociativo dell'identità. Quelle persone, soffrono di doppia personalità, ed è una malattia. Dentro di te ci sono due anime, come se nel tuo corpo ci vivessero due persone. Una è umana, l'altra è sovrannaturale, ed oscura. Ed essendo sovrannaturale, è molto più potente rispetto a quella umana, per questo ne prende il controllo facilmente. Insieme, unite, formano la persona che sei tu, questo meraviglioso ragazzo pieno di capacità e ambizioni." sorride la madre, accarezzandogli una guancia, "Il resto della storia la conosci."



NOTE AUTORE

Ciao a tutti!

Non aggiornavo da sei mesi, eh. Oggi mi sono ritrovata la storia davanti e ho pensato che sarebbe stato un vero peccato lasciarla così. Quindi ho riorganizzato le idee che devo ammettere sono ancora molto confuse quindi questo capitolo è un po' un ponte ai fatti veri e propri che accadranno nei prossimi capitoli. Ho riorganizzato bene il contesto della vita di Louis, che per me è molto chiaro (grazie, sei la scrittrice) ma per lui no. Ora mi resta da organizzare ciò che accadrà seguendo il contesto sovrannaturale della storia in modo che tutto combaci. Vorrei che questa storia venga abbastanza lunga, con almeno 30 capitoli, anche se ho già pensato al finale. Ma prima farò attraversare ai protagonisti tutti i gironi dell'inferno, eheh.

Vi saluto, alla prossima .x



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