Capitolo 1

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P.O.V. Helen

Mi chiamo Helen ho sedici anni è sto per essere arsa al rogo per stregoneria, nel 1279 è una cosa normale, vedevo ogni giorno persone morte, che venivano uccise, cadaveri o resti. Facevano di tutto per fermare ciò che loro chiamavano magia, non era una cosa naturale, era cosa del diavolo, e bla, bla, bla.

Non ho mai creduto a tutto quello che la chiesa professava, certo ero cristiana, ma non ero, o non sono tutt'ora convinta che questa sia una cosa giusta. Io non ho fatto niente, non sono una strega. Ma loro non la pensano così, il sindaco della città, Emanuele, mi odia, è perfino riuscito a convincere quella sciocca di sua moglie a testimoniare di avermi vista in sogno, e dopo di averle lanciato il malocchio... La magia non esiste. Credo. Emanuele mi odia perché, quando suo figlio mi ha corteggiato, i miei genitori non hanno permesso il nostro matrimonio. Ora mi stanno trascinando per la piazza, dritta al rogo... Ma non me ne andrò senza lottare, non tutte le donne di questo tempo chinano la testa davanti alla superiorità degli uomini. Non io. Sono ormai anni che non lo faccio più, mi fanno salire sulla piattaforma, mi trascinano fino al palo, dove, davanti a tutti mi legano immobilizzandomi. Il parroco della nostra città mi fissa con astio, mormorando qualcosa sul fatto che non si aspettava che io fossi una strega.

'' Ammetti le tue colpe, rinuncia al diavolo e la tua ascesa al paradiso sarà in modo indolore e veloce!''

Tutti gli occhi sono posati su di me, aspettano una mia decisione, non sono stupida, se rinuncio mi bruceranno lo stesso. Non ho altra scelta che morire, ma io non ho fatto niente!

''Non posso rinunciare a qualcosa che combatto''.

''E così sia, la scelta è stata compiuta''.

Un uomo dalla faccia coperta prende una fiaccola e con l'aria concentrata l'avvicina alle legna. In preda all'odio verso chi mi ha rubato la vita, la gioventù e la vecchiaia urlo:

'' Io vi maledico! Che la mia anima possa rimanere sospesa tra i due mondi finché la mia vendetta non sarà compiuta, occhio per occhio, dente per dente! Che il Diavolo mi accolga a braccia aperte se la mia vendetta non sarà conclusa, i vostri discendenti con le mie stesse mani ucciderò uno per uno!''

La fiaccola cade e tocca i legni che velocemente prendono fuoco, le fiamme ardono, ma io non sento dolore, vedo arancione, mentre in un attimo mi sento cadere e tutto si fa nero.


P.O.V. Katherine

Mi chiamo Katherine e sono una schiava. Abito sulle coste Calabresi e sono vittima dello schiavismo da parte dei pirati che si manifesta in questo periodo. Sono stata rapita, portata via con la forza dal mio paese, per essere venduta, o magari uccisa. Siamo nel 1436 e la pirateria sembra quasi messa in regola. Ho sedici anni, e sono su una nave, precisamente su una nave di pirati, ho le mani legate dietro la schiena da spesse corde, il vestito tutto sgualcito e il sangue che cola da qualche piccolo taglietto. Mi spingono con forza sul ponte, ma non sono sola, le altre schiave mi circondano, e mentre la nave molla gli ormeggi sono sicura che non rivedrò mai più la mia amata terra, non in questa vita almeno. Ci fanno fermare, e mettere in fila, uno accanto all'altro, ci fanno inginocchiare e volgere lo sguardo a terra. Vedo un paio di scarpe passare davanti al mio viso, e poi passare oltre, sento dei mormorii e dei sussurri. Non ho idea di cosa stia accadendo.

Poi ci ordinano di alzarci e noi eseguiamo, mi guardo intorno e vedo che più o meno siamo tute illese, se non fosse per qualche taglio o ammaccatura. Cominciano ad indicare una di noi, e poi un altra e un altra ancora, gli fanno fare un passo avanti e poi li portano da qualche parte, non so dove di preciso, sottocoperta forse. Ora sul ponte siamo solo in tre, ci guardiamo negli occhi certe che ormai la nostra fine è arrivata. Qualcuno si posiziona dietro di me e mi spinge verso un patibolo, impiccano una di noi, ci costringono a guardare, poi tocca a me. Mi fanno salire e mi posizionano il cappio intono al collo, poi quando stanno per aprire la botola, una furia cieca mi avvolge, costringendomi a dire parole che mai mi sarei sognata:

'' Che possiate bruciare all'inferno, voi e tutti i vostri discendenti, e se non sarà il destino ad uccidervi vi ucciderò io con le mie stesse mani, o passa il Signore spedirmi all'inferno con le sue stesse mani! E se non sarete voi a pagare lo faranno i vostri discendenti!''.

Poi tirano la corda. Mi sarei aspettata di soffrire, che n on potessi respirare, ma non sento niente, non vedo niente di nuovo , le immagini sono ferme a quel momento, poi una nube nera mi avvolge facendomi sprofondare nell'oscurità.



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Eccomi con una nuova storia! Genere fantasy e un po' strana... Questo è il primo capitolo, nei primi tre o quattro descriverò la storia degli spiriti, dei fantasmi e del perché vogliano vendetta. E niente se la storia vi piace commentate e cliccate sulla stellina.







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