La base era scavata all'interno di una specie di collina con la punta mozzata cosicché da formare una specie di pianura, ricoperta da ghiaia, erba e roccia, adibita a pista di atterraggio, ovvero il punto dove era previsto l' atterraggio di James.
-Che facciamo?- chiese Margareth spaventata.
-Non lo so, proviamo a bussare?-
James bussò una, due, tre volte ma non aprì nessuno ed entrambi erano abbastanza preoccupati di aver sbagliato base o di essere arrivati troppo tardi, sta di fatto che mentre ci pensavano il pavimento sotto di loro si aprì trascinandoli in un lunghissimo tunnel in metallo che portava dritto a una montagnola di vecchi vestiti che, in un certo senso, avevano attutito la caduta. Un po' confusa Margareth si guardò in giro, altro non vide che una canna di fucile puntata davanti a lei e la stessa cosa valeva per James. Davanti a lui si presentò a un tratto un uomo di statura media, capelli castani quasi neri e una semplice camicia bianca di lino accompagnata da un paio di pantaloni vecchi e malsani.
-Sottotenente Tyler, presumo-
Fece cenno di sì e disse: -Esatto, a chi devo l'onore?-
Due uomini aiutarono lui e Margareth ad alzarsi.
-Piacere, Pierre Renoire, comando questa piccola squadra di partigiani- disse lui che aggiunse anche -Mi spiace molto per averla fatta scomodare, sottotenente, ma la nostra base è sottoterra e le onde radio non arrivano ai nostri livelli. Grazie ancora.-
Margareth, anche se compiaciuta, gliene avrebbe volute dire quattro riguardo la via d'entrata molto "comoda" appena arrivava a salutarla, ma non lo fece, si limitò a farsi baciare la mano da Pierre che intanto diceva, con un gran tono da galantuomo francese: -Molto piacere madame, è un grande onore ospitare una tale bellezza in questa lugubre base-
Subito James si mise fra i due e chiese a Pierre di poter esaminare i piani in un posto sicuro, lui acconsentì e guidò i ragazzi verso una scala a chiocciola in ferro arrugginito che scendeva molto in basso. Intanto, Pierre, raccontava un po' la sua storia visto il fatto che era un tipo molto chiacchierone. Anche se francese, Pierre sa parlare molto bene inglese e italiano, questo perché da piccolo viaggiava molto con i genitori dato che suo padre era un ferroviere e sua madre una maestra di scuola elementare. Stabilitosi poi a Parigi studiò e diventò biologo ma con l'occupazione nazista dovette abbandonare il suo lavoro perché Hitler era contrario allo studio di alcuni lati della biologia. Così per non essere arrestato scappò da Parigi per poi entrare a contatto con la resistenza francese di cui ne divenne in seguito un personaggio di spicco nelle vicinanze di Parigi. Quindi trovarono una vecchia miniera che trasformarono in una base dove non era neanche tanto difficile riuscire a procurarsi del cibo. Infatti a nord della montagna c'erano molti terreni coltivati e per la maggior parte abbandonati, poi a sud una fattoria con ben dieci mucche e quindici maiali e infine a est un piccolo torrente percorso da molti pesci.
Parlando parlando arrivarono a una piccola stanza con un tavolinetto rosso al centro e una semplice lampadina che illuminava completamente la stanza, ad eccezione della parte al di sotto del tavolo. Lì srotolarono i fogli di carta visibilmente stropicciati ma tutto sommato leggibili e furono immediatamente mostrati a Pierre e a un altro ragazzo arrivato in quel momento che oltre a essere l'unico braccio destro di Pierre è anche suo fratello: Renet Renoire.
-Fermare un treno pieno zeppo di crucchi solo per impedire che delle insignificanti provviste arrivino in un posto molto probabilmente distrutto?!Scordatelo, è una follia!-
Tradusse poi tutto al fratello che esclamò:-Je suis d'accord, il est fou!-
-Dice che sei pazzo- spiegò Pierre.
-Potrebbe essere folle però non impossibile. Ricordo inoltre che l'ordine era quello di seguire alla lettera tutte le indicazioni delle carte-
Pierre e Renet annuirono a malincuore e continuarono a studiare la mappa insieme a James e a Margareth quando a un certo punto squillò il telefono della stanza, così Pierre fece cenno a Renet di rispondere.
-Oui? ... hm ... oh merde ... - staccò senza esitare, spiegò molto velocemente alcune cose al fratello che poi disse semplicemente: -I crucchi ci prendono d'assalto!-
Senza alcun esito si diressero tutti verso la parte dei campi di grano, da dove arrivavano. C'erano solo tre carri armati, se dalla base azzeccavano tutti i colpi non saranno dei grandi problemi, quello che preoccupava era la fanteria,agile, veloce e molto ben mimetizzata nell'ambiente, seppur inferiori in numero rispetto ai partigiani francesi. Appena scesi in campo James e Margareth si accovacciarono dietro un muretto resistente che rendeva più facile la mira grazie a delle feritoie; Renet si mise nel suo solito posto: nascosto tra rami e foglie secche a sparare col suo fucile da cecchino; Pierre invece era messo più avanti: come per ogni attacco lui stava dentro la base per coordinare le azioni, per osservare che tutto vada bene, ma stavolta gli è andata male visto che un carro armato aveva colpito in pieno il posto di comando che stava sulla cima della collina, un po' più indietro rispetto alla postazione di Renet. Ora Pierre era lì, faccia a faccia con la morte, faccia a faccia con le emozioni che provavano i soldati nemici davanti a lui e quelle dei suoi compagni. Impugnò il fucile e mirò verso una direzione completamente casuale trovando un giovane soldato tedesco, sconvolto in faccia, forse ancora più spaventato di Pierre, così spaventato da aver sparato prima di lui colpendo Pierre più e più volte. Si avvicinarono correndo James e Margareth, Renet impiegò più tempo per scendere. In francese diceva: -Pierre! Pierre! Rispondi su!- Ma lui non si muoveva, non rispondeva, non viveva. Pierre Renoire, l'ennesima vittima di questa guerra, morto in una calda primavera di un anno qualsiasi come il 1944, un coraggio come questo è da pochi.
Hei! Eh sì, sono ritornato, mi scuso molto per questi parecchi giorni di assenza ma ho avuto diversi problemi per scrivere questo capitolo che spero possa piacervi. Allegato, oltre all'immagine c'è anche un video, una canzone scritta da Fabrizio De Andrè nel 1968, che mi ha ispirato molto in quest'ultimo capitolo. Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti o lascia un stellina, grazie <3
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E cadde James
Historical Fiction6 giugno 1944: Normandia, Francia: inizia la liberazione dell'Europa da parte delle forze alleate. James Tyler, Giovane sottotenente della RAF (Royal Air Force) arrivò in Normandia per compiere una missione segreta assegnatagli direttamente da Wisto...