C'è un po' di marasma nei backstage del Forum di Assago. La situazione si è leggermente calmata intorno alle 2 del mattino, quando Giò è uscito fuori per andare ad incontrare i suoi amici di Bari e per bere in suo onore con i parenti. Hanno fatto casino, ne hanno fatto tanto, forse troppo. Elio che stringeva le gambe di Giosada mentre gliele avvinghiava addosso, quasi a non volerlo lasciare andare in pasto al mondo difficile e spietato dello spettacolo. Si era felici, sovreccitati e anche un po' ubriachi, forse. Ma era la finale, e tutti se lo aspettavano.
Quando Federico è entrato nel camerino per congratularsi con loro, era l'una e un quarto, la testa di Genn era pesante e quella sensazione che porta con se l'adrenalina quando abbandona il corpo e la mente, lo destabilizzava.
C'era Alessio, dal lato opposto della stanza, un braccio avvolto attorno alle spalle di Davide, la risata che squillava da ogni parte che gli rimbombava nelle membra.
Sono arrivati secondi e, Gennaro lo crede fermamente, hanno vinto. È questo il motivo delle gioie e delle confusioni, dei sorrisi elargiti a chiunque e degli abbracci donati in modo totalmente gratuito a persone che nemmeno conosceva. Si era felici, casinisti, soddisfatti e impazienti di cantare, di urlare a squarciagola i propri nomi, di farli risuonare all'interno del Forum ormai vuoto, di sentirsi grandi, speciali, essenziali. Di sentirsi musicisti veri e di mandare al diavolo chi non ci aveva creduto.
Adesso, quindi, alle due e mezza del mattino, Gennaro Raia non ha paura. Gli alberi spogli che lo fissano dalle finestre non sembrano più delle grandi minacce, il timore di cadere si inibisce e, a tutti loro, sembra quasi di riuscire a toccare la luna, ferma e nascosta dietro allo strato intenso di nebbia. "Questa notte si vola" pensa Gennaro, le mani nascoste nelle maniche della felpa di Alex, troppo lunghe e sformate per non essere notate. E fraintese.
Alessio se ne sta a fare casino in mezzo alle braccia di mille persone, cantando con loro, e credendosi un po' figo, anche. Le mani che sbattono sulla schiena di tutti, un bicchiere di spumante (rigorosamente offerto da Fedez) stretto nella mano destra e i piedi che non stanno mai realmente fermi. Gennaro è contento, entusiasta, adrenalinico. Si sente invincibile e il sospiro che gli esce dalla bocca calda, sa di felicità. Se ne sta nell'angolo della stanza, seduto su uno sgabello bianco un po' scrostato ai lati, e osserva tutti quanti. È stanco, vorrebbe dormire, oppure riuscire a festeggiare ancora un pochino senza sentirsi sulle spalle il peso di due mesi passati con l'ansia di sbagliare, di non farcela. Due mesi indimenticabili, per l'amor del cielo. Alessio che faceva battute pessime e la Baell Squad che rideva in ogni caso perché, con Alessio, ti viene quasi dal cuore di farlo felice.
Gennaro ha appena chiuso gli occhi e bloccato i pensieri in una strana e desolata contemplazione, ha appena chiuso fuori dalla sua testa tutti i rumori, e i ricordi, quando Alessio lo chiama.
"Vieni qui Butch!"
Alzarsi dallo sgabello gli toglie sei anni di vita, la stanchezza lo intorpidisce, e la felicità gli inonda il petto ancora una volta. Ma questa è la loro serata e festeggiare va bene, è giusto, quasi un po' dovuto, dopo il mazzo che si sono fatti.
Gennaro entra nella ressa di persone, gente che balla, che canta, soprattutto gente che beve e che si congratula con chiunque. Tecnici, Vocal Coach, giudici, concorrenti, Luca Tommasini e i truccatori di quest'edizione. Gennaro è stanco ma non si perderebbe mai tutto questo, i loro festeggiamenti che lo riguardano in prima persona, che gli scaricano fulmini di autostima dentro al petto.
È ancora frastornato quando si ritrova un bicchiere di vino in mano e vede Alessio avanzare verso di lui.
Non capisce un cazzo, Gennaro, si sente eccitato e il corpo gli pizzica ovunque. Ha caldo, anche, e alcuni coriandoli bianchi sparati durante il verdetto finale gli sono rimasti incastrati fra i capelli morbidi.
Alessio si avvicina cauto e quando gli sussurra all'orecchio "Dopo facciamo l'amore, Gennà", Gennaro perde completamente quel minimo di lucidità che gli era rimasto.
Alessio lo sfiora sul collo con le dita lunghe, quasi a volergli dimostrare che si, lo vuole, è felice e ha intenzione di condividere tutto con lui ma no, deve aspettare perché adesso c'è la loro festa in corso e non tornerà mai più, quindi ha bisogno di godersela.
Gennaro, ora, si sente completo, sa che i festeggiamenti non si concluderanno presto e che Alessio è li con lui, contento e soddisfatto, orgoglioso, forse.
Alessio che ha sempre tutto sotto controllo, l'unico che riesce a calmarlo e a insegnargli che andare in panico, va bene, non è sbagliato, non lo rende debole. È una cosa speciale, che fa parte di Gennaro, che lo caratterizza e con la quale ha imparato a convivere.
"È il tuo super potere, Gennà" gli ripeteva spesso, come se, andare nel pallone per ogni singola cosa, fosse addirittura una qualità.
Gennaro non vuole essere troppo dolce e melenso, fastidioso e irritante. Non vuole dare questa impressione perché, lo sanno tutti, sarebbe sbagliata. Ma in quel momento, in quel preciso istante, con la bocca di Alessio a toccare il suo orecchio e a ripetere "dopo facciamo l'amore Gennà, va bene?", Gennaro proprio non ce la fa. Gli viene automatico, quindi, alzare lo sguardo e puntarlo dritto negli occhi di Alessio, portare una mano sul suo fianco mentre le orecchie gli si colorano appena di rosso. È una questione di un secondo, perché la stanza è piena di persone e Gennaro odia dare nell'occhio, e poi anche perché sa, lo sa perfettamente che non riuscirebbe a trattenersi perché semplicemente con Alessio non può.
Si limita ad annuire, e a immaginare tutto quello che passeranno insieme, e a ricordare tutto quello che già hanno passato.
Le mani di Alessio sono troppo grandi e un po' venose.
Gennaro distoglie lo sguardo.Alessio è piuttosto sicuro di quello che sta facendo. Nessun dubbio gli ha solleticato le idee quando, con Gennaro, è tornato in camera.
Era arrabbiato, forse anche un po' frustrato quando Giò ha sollevato Gennaro da terra e lo ha buttato sul primo divanetto di una delle tante stanze. Ci si era seduto sopra, Giosada, ubriaco e su di giri, si era posizionato sopra Gennaro, le mani veloci a fargli il solletico sotto la maglietta.
Adesso, ad Alessio stava anche bene. Non era la prima volta che giocavano a fare gli scemi, ma in quella occasione, con Giò ubriaco e Gennaro con il suo maglione rosso sollevato fino sopra all'ombelico, gli era sembrato sbagliato.
"Okay ora state esagerando" gli aveva ripetuto un paio di volte prima di trascinare Giò lontano dal biondo.
"Perdonami Frà, ma sei ubriaco e non mi sembra proprio il caso.."
Giovanni non aveva reagito più di tanto, si era solamente limitato a sedersi a terra, la schiena appoggiata contro una vecchia poltrona, e aveva chiuso gli occhi.
Il viaggio in macchina era stato pesante, snervante e carico di tensione. Genn se ne stava seduto in silenzio, il viso nascosto nella felpa di Alex, mentre quest'ultimo guidava puntando lo sguardo sulla strada buia. Non aveva nemmeno acceso la radio, e questo diceva già tutto.
Erano circa le tre mezza quando, con fare un po' indeciso, si trascinarono nella loro stanza.
"Alè, non credi di-"
"No non credo." Lo aveva guardato negli occhi e vi aveva scorto tutti i rimpianti del mondo.
Alla fine, non ce l'aveva fatta.
Alessio, ora, non è più irritato. Ha la schiena di Gennaro contro il suo petto e qualche ora prima si sono classificati secondi sul palco di XFactor.
Alessio è tranquillo.
"Voglio fare l'amore con te" gli dice Gennaro, un flebile sussurro forzato e uscito quasi a fatica in un momento instabile.
"Vuoi fare l'amore con me?" Gli chiede Alessio, un sorriso dolce sulle labbra sottili e il maglione che indossa Genn a pizzicargli il mento.
"Ti prego." Gli chiede.
"Ti prego." Ripete.
Alessio lo bacia sui capelli sudati e appiccicati alla fronte, mentre il biondo fissa la grande finestra di fronte a loro, la stanza asettica e color pece, il buio totale a dar loro uno sfondo domestico.
"Ti prego" si sente ancora nel silenzio di una stanza qualsiasi collocata nella periferia di Milano.
Alex ride piano, la paura di rompere le loro certezze che gli si fa strada nel petto.
Gli sfila via il maglione rosso che gli sta davvero troppo grande per non darlo a vedere.
"Facciamo l'amore, Gennaro"
L'amore.
L'amore.
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E la nebbia ci copre la luna.
أدب الهواة[Urban Strangers] [Gennex] "Questa notte si vola" pensa Gennaro, le mani nascoste nelle maniche della felpa di Alex, troppo lunghe e sformate per non essere notate. E fraintese. * * * Alessio lo bacia sui capelli sudati e appiccicati alla fronte, m...