NINA

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- Ninaa!- ecco il mio fidanzato Carlo che mi chiama come al solito. Casualmente sono in ritardo. Perchè quelle stratosferiche soap opera devono farle il lunedì?! Non capisco questi tizi della televisione cos'hanno in testa.
Sinceramente mi piace la mia vita di adesso ma mi sento un po' vuota. Non è di certo per il mio lavoro, anzi, combattere contro le baleniere è una gran mossa. Io e Carlo stiamo bene insieme se non fosse che lui è un po' amante del gene femminile e va molto incontro alle ragazze, ma è un brav uomo,il fatto è che questa sua natura spontanea se la potrebbe risparmiare. Cerco di "staccare" un po' rivedendomi con le amiche universitarie, Alice, Cecilia, Marisa e tutte le altre. Stamattina sono in ritardo appunto per vedermi al bar con loro. L'appuntamento era per le otto e mezza però, vista la mia situazione, mi dovranno aspettare fino alle nove circa.
Mi infilo gli stivali e parto subito verso la piazza centrale. Era troppo bello per riuscire a credere di avere la spia del gasolio accesa e di dovermi fermare a fare rifornimento vicino alla stazione, visto che era il posto più vicino, dove sfortunatamente lavorava Enrico. Enrico è una di quelle persone che ti fanno venire l'ansia anche se non ce l'hai. È l'ex fidanzato di una mia amica, Valentina, che, secondo me, ha fatto anche bene a lasciarlo.
Comunque, fatto il rifornimento faccio una corsa in piazza, al bar, e rischio anche di prendere una multa.
Entro, scavalcando un basso scalino, e sento subito il profumo di cornetti caldi e caffè amaro. Mi affaccio nella saletta dove di solito si beve il caffè e vedo un tavolo con tre sedie leggermente allontanate. Sopra intravedo tre tazzine con tre bicchieri d'acqua vuoti e tovagliolini sporchi sparsi ovunque. Loro se n'erano andate e non le biasimavo. Era ora di dare una svolta alla mia vita. Subito dopo mi squillò il cellulare. Era Alice.
"Ciao Nina. Mi dispiace moltissimo di non averti aspettato ma pensavamo che non venissi più."
In realtà non erano state le prime persone ad averlo pensato.
"No no, figurati, vi capisco, ho avuto dei problemi con la macchina, faremo un'altra volta. Ciao."
"Ciao ciao."
Ci ero rimasta un po' male. Non per il caffè. Non per le mie amiche. Mi sembrava solo molto odioso essere l'unica persona sulla faccia della terra ad arrivare ogni singolo secondo della mia vita in ritardo. Sembrava una sciocchezza ma per me, era importante.
Per una volta, e dico solo una volta non potrei arrivare in orario del millesimo di secondo?
Sembra una cavolata perchè ad arrivare in ritardo, non è che muori. È vero. Ma quando arrivi ogni frazione di minuto in ritardo, non lo sei solo fisicamente ma anche mentalmente e sentimentalmente.

Quando ti ho rivistoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora