I WALK THE LINE

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La stanza era completamente buia se non per la luce soffusa della lampadina, fuori si sentiva la musica da discoteca e le voci dei ragazzi che urlavano e si incitavano a vicenda, ma dentro quella camera l' unico suono che si udiva erano i respiri affannosi di Castiel e le sue urla.
Dean era sdraiato accanto a lui e lo teneva fermo, lo rassicurava come poteva, cercando di distrarlo e di calmarlo.
Ora che aveva gli occhi chiusi non vedeva più leviatani e demoni ricoperti di sangue aggirarsi nel purgatorio, ma poteva ancora sentire le urla delle loro vittime e le loro voci chiedere aiuto.
Sentiva il rumore delle loro ossa che si spezzavano, i suoi fratelli che piangevano e le loro ali che bruciavano durante la caduta sulla terra.
Si rigirava nel letto cercando un po' di pace in preda agli incubi, finchè non incontrò il petto di Dean; Il suo odore e il suo calore gli davano un po' di conforto, lo facevano sentire al sicuro.
Ci si avvicinò di più e ci si strinse contro, nascondendo la testa sotto la sua giacca e abbracciandolo stretto.
Dean rimase immobile, imbarazzato e confuso.
Notò che al contatto con il suo corpo Castiel stava smettendo sensibilmente di tremare, perciò mise da parte l' orgoglio per il suo bene e lo circondò con le braccia, posando la testa sopra la sua.
"E' tutto ok Cas.... Tra poco passerà tutto..."
"Sento le loro voci... E' straziante..."
"Non pensarci... Concentrati su qualcos' altro."
"Non ci riesco, urlano così forte... E io sto così male, mi fà male tutto Dean, lo stomaco, i reni, la testa..."
Dean non sapeva più cosa fare per aiutarlo se non stringerlo più forte a sè. Cercò di pensare a cosa faceva lui quando stava male, poi gli venne in mente un debole ricordo di quando era piccolo e sua madre cantava per lui massaggiandogli la pancia per fargli passare le coliche.
Il cuore diventò pesante, nonostante tutti gli anni passati i ricordi erano ancora dolorosi, e la cosa peggiore era che non aveva altro di lei che quello: Ricordi.
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In quello stesso momento negli spogliatoi una lotta selvaggia stava avendo luogo:
Per terra giaceva senza vita e senza testa una mutaforma.
Altri due lottavano contro Sam, che sparava senza sosta le pallottole d' argento con la mano destra e si proteggeva dagli attacchi con la sinistra.
Seduta e imbavagliata su una sedia, la studentessa terrorizzata cercava di liberarsi dalla presa, mentre il sangue del corpo ai suoi piedi formava una pozza scura sotto di lei.
Marcus era forte e senza paura, non sarebbe stato facile abbatterlo, sopratutto ora che il sangue della sua ragazza macchiava le mani di Sam.
Eppure, doveva riuscirci, se voleva salvare se stesso e la ragazza davanti a lui.
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"I keep a close watch on this heart of mine
I keep my eyes wide open all the time
I keep the ends out for the tie that binds
Because you're mine, I walk the line ..."

Dean cantava una vecchia canzone di Johnny Cash all' orecchio di Castiel, mentre gli massaggiava la schiena sotto la camicia.
Castiel ascoltava la sua voce così profonda e calma e si rilassava sempre di più, smettendo finalmente di tremare, mentre le urla si facevano via via più lontane.
"I find it very, very easy to be true
I find myself alone when each day is through
Yes, I'll admit that I'm a fool for you
Because you're mine, I walk the line ..."

Le mani di Dean accarezzavano i fianchi di Castiel, poi passarono alla sua pancia, facendo piccoli massaggi circolari.
Gli occhi di Castiel erano chiusi, le sue mani strette a pugno sul suo petto e sul suo fianco, le sue labbra sorridevano, il purgatorio si allontanava sempre di più, mentre il suo cuore si scioglieva con sua voce.
"Ti amo Dean..." Sussurrò baciandogli il collo.
Dean rimase un attimo in silenzio, realizzando quello che il suo migliore amico gli aveva detto.
Si schiarì la voce, e ripensando a quelle parole e al turbinio di emozioni che gli provocavano, riprese a cantare.
"You've got a way to keep me on your side
You give me cause for love that I can't hide
For you I know I'd even try to turn the tide
Because you're mine, I walk the line..."


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