Dark, sweet mermaid

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...Il mare si agitò. Potenti onde si scagliarono contro lo sfortunato Deneb. L'esile imbarcazione da lui fabbricata non poteva certo reggere il confronto con quella forza inaudita. Di fatto, dopo un paio di ondate si sfaldò completamente e Deneb si ritrovò a dover lottare per la sopravvivenza più di quanto avesse mai fatto nella sua giovane vita. Annaspò in cerca d'aria, ma quelle mura d'acqua lo spingevano sotto ogni qualvolta risaliva. Un'onda più grande delle altre gli tolse qualunque energia rimanente e semplicemente lui affondò, privo di ossigeno e con la mente annebbiata, sempre più giù fino a toccare il fondale calmo come se la tempesta sopra di lui non esistesse. Fu allora che la vide.

Era sulla riva di un lago, in una radura che poteva esser definita solo fatata. Salici piangenti che riversavano i loro rami sull'acqua cristallina, specchiandosi, come se si vantassero. Fiori delicati dalle tonalità tenui che sembravano voler ripararsi da occhi estranei, timidi, e mostrarsi solo al loro autentico amore. Le uniche fonti di luce erano la falce di luna nel cielo immobile e le lucciole che mandavano piccoli lampi iridescenti. Al centro del lago vi era uno scoglio azzurro e su questo sedeva una fanciulla con una lunga coda da pesce verde smeraldo al posto delle gambe. Aveva il ventre umano nudo e il seno coperto solo dai capelli rosso sangue come la goccia da cui si narrava fossero nate le creature come lei: una sirena.

Pettinava la sanguigna chioma, ma appena lo vide smise e sorrise, i denti bianchi e luminosi, le labbra piene e a cuore. Il viso tondo incorniciato dalle ciocche ribelli e gli occhi grandi e dolci.

Allungò la mano e gli fece cenno di raggiungerla, lì sulla roccia umida, con lei per l'eternità.

Incantato, Deneb si accostò alla riva e si fermò solo quando sentì i piedi zuppi. Allora si riscosse e indietreggiò, spaventato. Era risaputo che le sirene fossero ammaliatrici in cerca di prede.

Ma lei, per nulla contrariata, si gettò nell'oscuro specchio sotto di lei e nuotò fino a lui. Quando si issò fuori, bagnata e magnifica, non aveva più la coda, ma due lunghe gambe e le usò per arrivare a lui. Non parlava, sorrideva e basta, ma il ragazzo nella testa riuscì a leggere a chiare lettere il messaggio da lei trasmesso: Vieni con me, sarai felice per sempre. E Deneb fece quello che avrebbe fatto chiunque altro. La seguì nell'oscurità.

Deneb si risvegliò di nuovo sulla spiaggia dell'isola, del tutto asciutto e con un gran mal di testa. Era un sogno! Rifletté stupefatto. Controllò l'orologio e si rese conto che erano passate soltanto poche ore dal suo fallito tentativo di fuga.

Si alzò piano a sedere e realizzò di essere al punto di partenza, lì c'era ancora la sua tenda e i resti del fuoco della sera prima. Diede un pugno di frustrazione alla sabbia bianca. Nuove domande si formarono dentro di lui. Cos'era quel posto? Perché non era riuscito ad allontanarsene?...





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