Capitolo 1

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:"Cassandra Maria Giulia Sofia! Smuoviti altrimenti ti caccio da casa a calci!."
Odiavo quella voce, figuriamoci la mattina, quando hai più voglia di stare a letto, abbracciata al tuo cuscino, sotto le coperte. Purtroppo questo non era previsto per "Cassandra Maria Giulia Sofia", odiavo il mio nome per intero, fa venire la pelle d'oca al solo pensiero.
Dopo le urla continue di mia madre iniziai a prepararmi.
"buongiorno!" Urlai.
"buondì, Kess cerca di comportarti bene,non entrare in ritardo, stai attenta agli sconosciuti, non accettare caramelle....".
La interruppi subito :" la normalità è con te."-dissi ironicamente-
"mi sento al primo giorno d'asilo. E comunque la scuola è già cominciata da un mese, non puoi continuare con queste monotone e noiose prediche, grazie."
Scesi le scale e mi incamminai per andare alla fermata,che mi avrebbe condotto alla mia scuola. Vado ad un liceo, scientifico precisando, "Francesco Moro"il nome di questa scuola è piuttosto originale, è stato cambiato in onore della morte del preside di circa 3000 anni fa, ma dettagli.
Quando riuscii a intravedere quelle mura grigiastre,-che divertimento-compresi di essere arrivata a questo lussuoso edificio che mi teneva dentro per 6 ore al giorno.
"Ciao, Kess!"
quello scemo di Marc continuava ad infastidirmi, non lo sopportavo più, una volta aveva persino provato a prendermi in braccio senza motivazione.
Ebbene la gente è tutta quanta strana, tranne qualcuno ovviamente.
Oddio, era passato circa 2 secondi fa e già il cuore fuoriusciva dal mio petto, il fiato mi mancava, vederlo ogni giorno era una sensazione bellissima che ti migliorava le giornate più buie.
Eh si, quel camioncino pieno di cibo mi migliorava le giornate.

Stavo aspettando Miri, nel frattempo ascoltavo la canzone "Simili" di Laura Pausini, quando mi sentii tirare il giubotto nero che avevo addosso. Di nuovo lui.
"Marc, lo sai che sei un rompi anima?"
"È bellissimo sentirselo dire da una strafiga come te."
-"Sarebbe bellissimo se uno sfigato come te lasciasse in pace questa strafiga come me, no?" Dissi ironicamente, indicandomi.
-"Keeeeeeess"urló Miri, mi mancava già un casino!
"Finalmente babba" corsi abbracciandola:uno di quei abbracci sinceri che ti rompono le costole, ma ti aggiustano il cuore.
Lasciai perdere Marc, -porello-,ma non mi importava, perché so che mi avrebbe rotto per  il resto della giornata.

                        *  *  *
"Buongiorno Ragazzi, oggi iniziamo la teoria più stimata dal mondo che ci spiega l'inizio dell'universo, la teoria del Big Bang."
La professoressa continuava a parlare interrottamente, senza che nessuno l'ascoltasse.
Quando suonò la campanella tutta la classe si diresse verso il corridoio. Improvvisamente due braccia mi cinsero le spalle, era Marc, mamma mia rompi palle che era, cosa voleva da me?.
"Cosa vuoi?" Dissi con tono freddo, girandomi di scatto.
"Possiamo parlare?"
"Per quale motivo? Te l'ho già detto che devi lasciarmi stare!"
"È una cosa importante Kess.."
Dall'espressione che fece quando mi confessó che doveva dirmi qualcosa di importante lo seguii, non sapendo dove.
"Senti volevo chiederti scusa per i miei atteggiamenti del cazzo, ma capiscimi, da quando Luis se n'è andato mi sento uno schifo.."
"Manca anche a me, e tanto direi.."
Luis era il nostro migliore amico, sin da bambini noi tre eravamo sempre insieme, nel bene o nel male, riuscivamo sempre ad affrontare i pericoli che ci circondavano, insieme. Da quando è partito, io e Marc non abbiamo più avuto lo stesso rapporto che avevamo avuto per tanti anni, questo mi dispiaceva, ma ultimamente il suo comportamento non faceva altro che irritarmi.
"Facciamo pace?"
"Emh..Per cosa?"chiesi inarcando un sopracciglio.
"Voglio che ritorniamo di nuovo amici come prima."
"Va bene.."
Quando gli risposi, si avvicinó, quasi con incertezza, abbracciandomi con tanta sincerità, mi era mancato tanto.
Mentre stavo ritornando in classe mi scontrai con qualcosa o meglio qualcuno.
"Sta più attenta imbranata."
"Ma se sei stato tu a venirmi addosso." Mi stava irritando questo sconosciuto, eppure mi pareva un volto molto familiare, ma non riuscivo a distinguere quei bellissimi occhi azzurri che mi scrutavano con indifferenza.
"Puoi smetterla di fissarmi?" Mi disse con tono leggermente infastidito.
"Cazzo vuoi?" Furono le uniche parole che riuscii a dire.
"È da minuti che mi fissi in modo strano, spero che hai capito che stai di fronte al ragazzo più popolare della scuola, quindi scansati per favore, non ho tempo da perdere."
"Ah, vedo che la tua modestia va oltre la cretinagine delle tue parole, comunque non ho mai saputo che fossi popolare anche perchè penso di non averti mai visto, quindi non crederti 'stoccami in quattro'." Risposi schietta, mi guadagnai un suo ghigno, neanche lo conoscevo e già mi stava sulle palle.
"Appunto, una sfigata come te non penso conosca gente popolare."
Subito dopo se ne andó, lasciandomi come una scema a fissare il vuoto. Ma come si era permesso a dirmi quel genere di cose? Neanche mi conosceva! Gente così stupida era meglio lasciarla stare e non averne a che fare.
Mi diressi verso l'aula.
Ero in ritardo, grazie a quel tizio mi ero beccata un'occhiataccia dalprof.
"Signorina Smith,le pare l'orario esatto per dover rientrare in classe? Si sieda al suo posto prima che si becchi una nota."
Andai a sedermi velocemente, mentre qualche risata rimbombava nelle mie orecchie.
Ma la porta si aprí, mostrando il volto di quel ragazzo che incontrai in corridoio circa qualche minuto fa.
"Professor Rossi, mi scusi del disturbo, ma la classe si deve recare in aula riunione per una questione importante per la scuola, questa assemblea durerà pochi minuti."
"Va bene, ragazzi andate. Grazie dell'avviso Jake."
Il suo nome era "Jake" un tipo così poteva anche chiamarsi "rincitrullito".
Eravamo in tanti in quell'aula, circa tutta la scuola, stavano discutendo di una gita che si dovrebbe fare in Inghilterra.
Sinceramente? A me non fregava più di tanto ma da quanto sono riuscita a capire il signorino Jake vorrebbe fare questo viaggio ed essere lui il capo gruppo, dato che è il più noto della scuola. Ma perchè non si va a fare una camminata? Quasi tutti non erano d'accordo, da questo deduco che non è benvoluto da tutti.
Ma proprio quando stavamo per uscire dall'aula una persona mi fa lo sgambetto.
"Ma sei cretino?" Girandomi mi accorgo che è Jake.
"Ripeto: Cazzo vuoi?"
"Potresti essere più gentile? Comunque era per poco fa. Penso che la disapprovazione di tanti sia dovuto al fatto che mi hanno visto parlare con una sfigata."
"Sei cretino." Gli lancio un calcio negli stinchi per poi andarmene nella mia classe.
"Cretino e sexy ricordalo" dice con tanta convinzione e anche con un pó di dolore, ben gli sta.

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