La mia giornata iniziò come di consueto. Caffè caldo servito in tazza, brioches rigorosamente alla marmellata sul tavolo, e la mia cara compagna in soggiorno a sorseggiare la sua parte di caffè.
La classica mattinata insomma, andai a controllare il piccolo Thomas e tra me e me pensavo
«Beato lui che a quest'età non ha pensieri, l'unica cosa che non va storta in questo momento è proprio lui, il mio piccolo Thomas»
Ovviamente lo lasciai dormire, è un bene quando a quest'età dormono ancora la mattina presto, ho più tempo da dedicare al mio lavoro almeno.
Dopo poco meno di 30 minuti, sentì bussare alla mia porta, mi avvicinai allo spioncino,era un uomo con un aspetto particolare e buffo allo stesso tempo, un uomo di mezz'età, con un cappello da detective al capo ed una lunga giacca color nocciola addosso.
« Buongiorno, c'è qualcuno in casa? Cerco la famiglia House, è molto urgente!» sentì dall'altro lato della porta. Non mi convinceva troppo quest'uomo, ma Anna insistette nel farmi aprire per curiosità personale, ovviamente Anna era la mia compagna.
Rassicurato da questa sua sicurezza, decisi di aprire, l'uomo non entrò in casa, bensì rimase sull'uscio della porta.
« Buongiorno, famiglia House?» disse l'uomo con uno sguardo maldestro.
« Si, eccoci qui presenti!» affermai fingendo di non essere per nulla intimorito.
«Molto bene! Sono della Barbery Corporation, il nuovo Ente di sicurezza Statale, abbiamo il compito di sorvegliare le abitazioni in zona per ricevere un feedback sulla sicurezza del posto»
Non avevo mai sentito parlare di questa 'Barbery Corporation' i dubbi erano davvero fin troppi, non sapevo fin dove volesse arrivare quest'uomo del quale nemmeno sapevo il nome, a differenza sua.
«Ah si, ne avevo giusto sentito parlare pochi giorni fa» dissi con aria il meno impacciata possibile
«Grazie al cielo nessuna segnalazione particolare da fare, il quartiere è totalmente al sicuro attualmente!»
L'uomo non provò nemmeno una volta ad oltrepassare il limite tracciato dalla porta e proseguì con
« Molto bene, sareste così gentili da seguirmi nel mio ufficio? » disse l'uomo
Totalmente disorientato da tale domanda decisi di declinare l'offerta. Anna ascoltò tutta la conversazione e mi disse che poteva essere conveniente seguire un uomo che ci avrebbe potuto dare della sicurezza maggiore, principalmente per il piccolo Thomas.
L'uomo insistette con tono quasi arrogante, Anna andò a prendere il bambino visto che la situazione iniziava a scaldarsi e voleva salvaguardarlo da tutto ciò.
Per non spaventare Anna e Thomas, decisi di seguire l'uomo e proprio nel momento in cui uscimmo dalla porta... Un boato fortissimo assordò il nostro udito ed offuscò la nostra vista, fummo rapidamente scortati, da un gruppo di uomini con una divisa, sopra una piattaforma posta poche centinaia di metri da noi del quale noi non sapevamo nulla, era chiaramente stata coperta nel corso di questi anni.
Eravamo in 10, solo 4 famiglie vennero scortate su questa piattaforma, i megafoni della città allertarono tutti i cittadini di una presunta esplosione atomica avvenuta a pochi decine di kilometri da noi, l'onda d'urto con annessa esplosione sarebbe giunta poco dopo anche nella nostra città.
Una volta posti sopra la piattaforma, quest'ultima scese sottoterra portandoci in una sorte di cittadina parallela, per l'appunto posta al di sotto di tutto.
Era rifugio antiatomico, come se loro sapessero già di questo possibile inconveniente, le porte del rifugio si aprirono, Anna stringeva molto impaurita il piccolo Thomas tra le sue braccia, incisa sopra la grande porta vi era una scritta 'Barbery Corporation'.
Questo mi fece capire che quell'uomo, che dopo il boato enorme che ci buttò in terra sparì nel nulla, sapeva tutto e conosceva l'esistenza di questo rifugio antiatomico, e tutti i miei sospetti vennero ovviamente confermati.
Ci dissero che eravamo al sicuro, ci portarono in una sala in cui un uomo molto anziano con una lunga barba bianca ed un camice bianco alle caviglie esordì dicendo
« Benvenuto nel Rifugio Antiatomico della Barbery Corporation, qui sarete totalmente al sicuro, non avete nulla di cui preoccuparvi»
Dopo un infinito monologo su cosa fosse questa Barbery Corporation ci portarono in una sala con delle capsule frigorifere. Misero a forza me nella Capsula 707 e mia moglie nella Capsula 717, posta esattamente di fronte alla mia, con ovviamente in braccio il piccolo Thomas.
Da quel momento in poi ho un buco temporale non indifferente, non ricordo più nulla, mi misero all'interno di questa Capsula 707 e persi totalmente i sensi, capì ben dopo che si trattasse di una Capsula refrigerante. Mi avevano ibernato, ma non sapevo il motivo per il quale l'avessero fatto.
Mi risvegliai, forse a causa di un guasto della Capsula, vidi all'interno della stanza in cui vi erano anche tutte le altre persone 'sequestrate', due persone, un uomo con una divisa numerata armato, la stessa divisa degli uomini che ci scortarono dentro quest'inferno, ed una specie di sergente al suo fianco. Quest'ultimo ordinò all'uomo di aprire la Capsula 717, quindi quella con Anna all'interno e di prendere il bambino perché poteva essere un'ottima risorsa per la Barbery Corporation.
« Prendi il bambino e lascia in vita la donna a meno che non opponga resistenza!»
Questo venne detto dal sergente all'uomo, di conseguenza la Capsula 717 venne aperta e Thomas venne brutalmente strappato dalle braccia di Anna.
« Il mio bambino, prendete me, non lui, PRENDETE ME! » urlò insistentemente Anna.
Sentire queste sue urla e non poter intervenire mi stava divorando l'anima dall'interno, ero fermo, immobile, eppure in grado di sentire tutto.
Anna continuava a dimenarsi per non lasciare il bambino a questi due uomini.
Accadde l'inverosimile. L'uomo mostrò l'arma ad Anna e la puntò al suo viso, dopo pochissimi secondi premette il grilletto. Anna rimase immobile all'interno della Capsula 717, morta.
Thomas venne portato via, io richiusi gli occhi e tornai nel mio sonno freddo.
Grazie al cielo riaprì gli occhi, non sapevo se tutto ciò che avessi visto poco fa, fosse avvenuto davvero, la Capsula 707, quindi la mia, si aprì in automatico verso l'alto, permettendomi così d'uscire.
Mi precipitai da Anna, aprì la sua Capsula e controllai il suo stato. Era freddissima, completamente ibernata, immobile. Controllai il battito cardiaco. Non vi era nessun segno di vita.
Decisi di prendere la sua fede che teneva prontamente al dito, in quel momento mi passò tutta la nostra vita davanti... Non sapevo cosa fare.
Decisi di andare alla ricerca di quest'uomo. Avevo due conti in sospeso.
Anna e Thomas.
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Alla ricerca di Thomas
Science FictionLa storia di un uomo, costretto a ripercorrere le, ormai desolate, strade di una cittadina ormai totalmente rasa al suolo da un'esplosione atomica, con l'unico obiettivo di ritrovare suo figlio Thomas misteriosamente rapito. Un'esplosione che decimo...