Capitolo 2

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La prima ora stava per iniziare ed io stavo facendo tardi per letteratura. Come al solito mi sono seduto da solo nell'ultima fila, la compagnia di questi quattro idioti non mi ha mai fatto piacere. Il professor Rogers non tarda ad arrivare, però con lui viene entrare anche un ragazzo dalla pelle ambrata, Jamal.
"Ragazzi, sedetevi, ho qui un nuovo alunno che voglio presentarvi." Si volta a guardare il ragazzo al suo fianco, il quale non si degna neanche di sorridere, perché è così maleducato?
"Forza, presentati." E lo sprona il professore, solo dopo aver roteato gli occhi il tipo comincia a parlare.
"Sono Jamal, vengo da Londra e mi sono dovuto trasferire qui solo perché là non c'era più lavoro per mio padre. La scuola non mi piace e voi nemmeno, perciò cercate di non fare troppo i leccaculo con me."
Detto questo, si guarda per qualche secondo attorno mentre il professore lo rimprovera riguardo la sua educazione, dopodiché si dirige verso l'unico posto libero.
Non so perché ma il sapere che questo tipo sarà il mio compagno di banco per tutto l'anno mi mette sia ansia che allegria, cosa piuttosto strana.
Si siede e mi guarda, ha degli occhi scurissimi che sembrano scrutare la mia anima. Non mi sono mai sentito così vulnerabile, è come se con un solo sguardo fosse riuscito a raggiungere il centro del mio essere.
Non riesco a mantenere il contatto, così provo a rivolgergli un timido sorriso, ma lui o non se ne accorge o decide di ignorarmi.
Dopo di ciò il professore gli inizia a fare domande sul Romanticismo, e su cosa lui ne pensi, dopo una iniziale, ed aspettata, scena muta, inizia a parlare.
"Il Romanticismo credo sia basato su sciocchi discorsi riguardo amori irrealizzabili ed amicizie false e senza senso. Nessuno è davvero fatto per amare , siamo semplicemente costretti a subire la solitudine e per questo cerchiamo della compagnia che ci salvi dall'oblio della depressione. Per quanto mi riguarda, non mi serve nessuno."
Nonostante tutti siano rimasti di sasso, io credo che lui abbia centrato in pieno il mio pensiero.
Il ragazzo allora non è solo bello, è anche sveglio, è perfetto, mi suggerisce la mente, prima che io possa fermarla, ma tanto non sono pensieri veri, sono solo stanco.
Però mi piacerebbe averlo come amico, tanto sono la persona più popolare della scuola, perché non dovrebbe voler uscire con me, se mi giro intorno ci sono almeno venti persone che venderebbero la madre per passare un sabato sera con me, lui sarà tra questi.
"Bella risposta, amico." Inizio a parlare io.
"Non sono tuo amico." Risponde senza neanche guardarmi.
"Si fa per dire, mi chiamo Thomas, perché oggi non ti siedi con il mio gruppo a pranzo?."
" Che cosa di, non voglio fare amicizia, non ti è chiara?"
Detto questo la campanella suona e come un anguilla lui mi sfugge, non faccio in tempo a raggiungerlo che Alexandra mi intercetta e mi costringe ad andare con lei a matematica,

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