CAPITOLO SECONDO

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Il viaggio è durato 12 ore, il che vuol dire che con il fuso orario dovrebbe essere mezzogiorno e mezzo. Dopo aver preso le nostre valigie (e Murphy) mangiamo qualcosa lì all'aeroporto per poi dirigerci verso l'uscita per prendere un taxi. Dopo un'ora e mezza circa raggiungiamo uno schieramento di villette in un quartiere abbastanza tranquillo e pulito. La nostra casa è semplice ma moderna. Non è ancora arredata completamente ma gli arredi fondamentali ci sono. Oltre a quella matrimoniale, ci sono due stanze singole. Entro in una delle due e inizio a sistemare le mie cose. Mi piace questo posto, da un senso di pace. E poi i vicini sono gentilissimi: durante il pomeriggio alcuni di loro sono venuti a presentarsi e a darci il benvenuto. Mia madre ha già fatto amicizia quasi con tutti. Lei riesce a entrare in sintonia con una persona anche solo scambiandoci due parole al volo. Vorrei essere come lei, già so come andrà a finire domani: *primo giorno di scuola* mi siedo in un banco appartato perché sono timida,non conosco nessuno e anche se me la cavo non parlo perfettamente l'inglese. Dovrò fare uno sforzo doppio perché dovrò ascoltare le lezioni in inglese che il mio cervello in seguito dovrà tradurre in italiano. Paranoica come sono ho paura di fare una brutta impressione ai professori e ai compagni. Non so nemmeno come muovermi, qui l'organizzazione delle scuole é diversa da dove vengo io.
È ora di cena. Per fortuna mia madre ha fatto un po' di spesa nel primo pomeriggio. Mi siedo di fronte a lei. Sono agitata e lei me lo ha appena letto in faccia perché mi dice:
-Tesoro calmati, cosa succede?
-Domani è il primo giorno nella nuova scuola...
-E perché sei così agitata?- ride
-Beh per un mucchio di cose...i professori, i compagni, le lezioni...ho paura di sembrare una idiota!
Continuando a ridere, mia madre si alza per venire a sedersi accanto a me e, come fa sempre quando sono agitata, inizia a rassicurarmi accarezzandomi la cute.
-Vedrai che andrà tutto bene. É normale che tu sia agitata. Sarà così per i primi giorni, ma vedrai che poi andrà tutto bene. Nel giro di pochi mesi avrai tanti nuovi amici e le lezioni diventeranno sempre meno pesanti. Stai tranquilla, ok?
La abbraccio, e lei ricambia la stretta che mi infonde un po' di coraggio e mi calma.
-Ora credo che andrò a dormire- le dico dandole un bacio sulla guancia.
Chiudo la porta della mia camera e mi stendo nel letto, ma, come avevo previsto, il sonno proprio non vuole arrivare.
Ho sempre odiato svegliarmi presto per andare a scuola, ma la mattina seguente il suono della sveglia fu come una liberazione. Così mi alzo dal letto, faccio colazione, mi do una lavata e salgo in macchina.
-eccoci qui! - siamo davanti a scuola. Sono seriamente nervosa ma dopo aver salutato mia madre decido di scendere dall'auto ed entrare. Come mi aspettavo mentre cammino per il corridoio tutti puntano gli occhi su di me. Dio se odio essere al centro dell'attenzione! Mi dirigo verso l'ufficio del preside per ritirare l'orario scolastico e capire qualcosa in più su come muovermi qui dentro. Do un'occhiata all'orario: inglese, perfetto.
Entro in classe e mi siedo in un posto a caso. Ovviamente tutti mi notano, ma non ci voglio pensare. Finalmente la professoressa entra.
-buongiorno ragazzi. Prima di iniziare la lezione devo informarvi che da oggi avete una compagna nuova. Ciao Clarissa io sono la signorina Smith, vorresti alzarti in piedi e raccontarci qualcosa in più su di te?- Ok, non mi aspettavo questo. Mi aspettavo che avrebbero informato gli altri studenti del mio arrivo ma non che dovessi alzarmi e raccontate qualcosa su di me. Cosa devo dire? - Ok ehm...ciao- ho la voce rauca -mi chiamo Clarissa ma va bene anche solo Clary- complimenti "Clary" bell'inizio. -Ho 16 anni e vengo dall'Italia.- dopo di che cala il silenzio. Smetto di parlare perché non ho la minima idea di cosa dire ma tutti si aspettano che vada avanti. La Smith nota il mio nervosismo e cerca di aiutarmi dicendo: -Ok va bene così. Spero che ti troverai bene qui da noi. Ragazzi voi cercate di accoglierla nel modo migliore.-
La giornata si svolge più o meno tutta così ma come primo giorno non mi aspettavo nient'altro. Le lezioni non sono un problema, capisco la maggior parte delle cose e sono convinta di potercela fare. Non credo di poter dire altrettanto riguardo lo stare da soli. Non ho rivolto la parola a nessuno né tantomeno qualcuno si è degnato di farlo con me, ma non mi preoccupo, credo sia normale.
Mia mamma è al lavoro quindi devo tornare a casa con l'autobus. Salgo è noto che è mezzo vuoto, così mi siedo, mi infilò le cuffie e faccio partire la musica. Ad un certo punto sento picchiettarmi sulla spalla, mi giro e vedo una ragazza bionda con occhi color cielo che mi sorride. Mi tolgo le cuffie e ricambio il sorriso.
-Ciao io sono Alex-
-Clarissa piacere-
- Tu sei la ragazza nuova vero? Come è andato il primo giorno?
-credo abbastanza bene. Si beh ecco.- ora che la guardo meglio mi accorgo che seguiamo più o meno gli stessi corsi.
Passiamo l'intero viaggio a parlare. È simpatica e per la prima volta in tutta la giornata riesco a essere rilassata mentre parlo di me e dei miei interessi con qualcuno. L'autobus si ferma e scendo seguita da Alex. Lei abita nella mia stessa via ma tre case più in là. Ci salutiamo. So già con chi passerò la giornata domani.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 20, 2015 ⏰

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