Capitolo 1: Febbre

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-Jean

Mi sento morire da questa mattina, il mal di testa e il dolore alle ossa non mi permette di alzarmi dal letto. Casualmente poco tempo fa avevo letto in un blog di internet le varie morti provocate da febbre molto alta, anche se quelle erano state provocate da insetti o parassiti. Ho comunque un senso di smarrimento e ansia che non mi lascia dal mio risveglio, odio non poter avvisare Marco dei miei problemi di salute, ma con questo caos totale mi è già difficile pensare di poter allungare il braccio verso il comodino. Credo di essere anche svenuto una volta prima di averci provato davvero; i miei genitori non sono a casa, quindi non posso chiedere aiuto. Infine uso tutta la mia forza di volontà per prendere il cellulare e ci riesco senza avere i miei giramenti di testa; seleziono il numero di Marco dalla rubrica e dopo pochi squilli risponde.

"Ehi Jean, buongiorno! Come va oggi?"
"Marco, non mi sento molto bene."
"Oh mio Dio! Ma che voce hai? Cosa è successo?"
"Credo di avere la febbre alta e non c'è nessuno a casa con me."
"Aspettami, arrivo subito.".

Neanche mi da il tempo di rispondere che ha già chiuso la chiamata, e credo di aver perso i sensi perché trovo Marco di fronte a me con un thè caldo.

"Buongiorno. Ti ho preparato qualcosa di caldo da bere e ho provveduto con un panno freddo per cercare di abbassare la temperatura. E ringrazia che ho le tue chiavi di casa."
"Marco, sei un angelo.".
Sorride per l'affermazione e mi passa il thè, che bevo a brevi sorsi; nel frattempo prende un termometro che posiziona sotto la mia maglia e tremo leggermente nel sentire la sua mano fredda sulla mia pancia. E non so se sia l'effetto della febbre, ma sento la mia lingua più sciolta del solito.
"Marco, se non ci fossi stato tu sarei morto qui sotto le coperte."
"Ma che esagerato, sei solo intontito per l'alta temperatura. Dai, riposa un po', io rimango qui seduto vicino a te in caso ti serva qualcosa."
"Sei davvero un angelo. Non è solo per la febbre, ma anche per tutto il resto. Con te mi sento veramente al sicuro, soprattutto in situazioni come questa. Penso di essere stato davvero fortunato ad averti conosciuto, sei la persona migliore che esista e non voglio sprecare neanche un giorno.".
Marco prende la mia mano e mi fissa con quei suoi occhi scuri e intensi, ma il momento viene interrotto dal bip del termometro che affretta a prendere per controllare la temperatura, con conseguente tremore per le sue mani fredde.
"Tutto questo casino per un semplice 37.5? Sei veramente un vecchio! Aspetta qui che vado a prenderti una pasticca.".
Sparisce dalla stanza e nel frattempo finisco di bere il resto del thè. Torna con la pasticca sciolta in un bicchiere d'acqua, che bevo tutto d'un sorso. Sento che le forze pian piano mi stanno abbandonando e stringo la mano di Marco per attirare la sua attenzione.
"Promettimi solo che al mio risveglio sarai qui con me.".
Sento una lieve risatina e successivamente il sonno ha avuto la meglio. Ha comunque mantenuto la promessa.

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