Prologo

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Devo vomitare, merda.

Mi copro la bocca con la mano quasi come se volessi controllare ogni mio istinto, ma è tutto fottutamente inutile, poiché un attimo dopo sento la quantità industriale di alcool che ho ingerito risalire lungo la gola e, senza che io possa oppormi, straripare dalle mie labbra screpolate e rosse. Mi accascio su dell'erbetta fresca e i meravigliosi e profumati fiori che ricoprono il prato vengono ricoperti dalla sostanza viscida che continuo a rigettare. Tossico rumorosamente, incapace di controllarmi e mi poggio una mano sporca sulla fronte, ma la sensazione di malessere continua a tenere in ostaggio i miei sensi. Un altro conato di vomito mi assale mentre della bava orrenda lentamente cola dal mio labbro inferiore e delle lacrime scivolano lungo le mie guance. Non sto piangendo, semplicemente sto vomitando l'anima. Tossico, ancora più forte, e quando percepisco le forze venir meno una mano calda si posa sopra la mia pancia coperta da un top rosso mentre un'altra preme sulla mia fronte ricoperta di sudore.

  «Oh cavolo! Serena!»

Strizzo forte la palpebre perché lo spettacolo del mio vomito sembra peggiorare tutto e lascio che dalle mie labbra continui ad uscire fuori tutta la merda che ho bevuto in tre ore. Qualche istante dopo istintivamente sollevo il capo, incontrando gli occhi della persona che mi sta sorreggendo. Oh porca miseria, non ci voglio credere.

  «Dolcezza, hey, serve aiuto? - esordisce un'altra voce - Amico, perché non ti levi dal cazzo? Ci penso io a lei» continua il ragazzo alle nostre spalle che riconosco essere il deficiente che mi ha offerto quella sottospecie di bomba alcolica grazie alla quale la prima delle tante serate fatte di eccessi è decollata.

Sbatto velocemente le ciglia confusa sul da farsi mentre i miei occhi catturano nuovamente il verde delle sue iridi e in automatico indietreggio così da allontanarmi in maniera brusca dalla sua presa piuttosto vigorosa.

  «Ma che diavolo... - barbotto sollevando un sopracciglio -  Harry, che ci fai qui?" Sospiro scocciata, lanciando un'occhiata al ragazzo dietro di me che con un sorriso sornione ci sta osservando.

«Dovresti tornare a casa, si è fatto tardi» borbotta, sistemandosi sul naso l'ingombrante paio di occhiali che è solito indossare. Sposto l'attenzione prima sui suoi capelli leccati all'indietro e poi sul suo abbigliamento alquanto antiquato e mi limito a sbuffare avvertendo un enorme masso cominciare a pesare sulla mia testa. Porca puttana.

«Non mi va - sbotto barcollando in direzione del giovane sfigato che mi sta osservando - tu piuttosto, torna a casa» lo liquido con uno sguardo gelido.

«Io devo contro...» cerca di parlare, ma lo interrompo quasi subito perché il mal di testa sta aumentando a dismisura. Sono stanca di sentire la sua stupida voce roca: chi non si stancherebbe di sentire la voce di Harry Styles dopo soli tre secondi?

«I nostri genitori non sapranno niente» lo interrompo ancora, imponendo a me stessa di restare calma, quando in realtà vorrei urlargli contro e dirgli di lasciarmi in pace. Non voglio che mi rovini l'estate, non voglio che rovini l'estate alla mia migliore amica nonché sua sorellastra. Non può diventare un po' più normale e comportarsi come un ragazzo di quasi 19 anni farebbe? Dannazione.

«Harry ha ragione!» A parlare è una voce femminile che sbuca dalle spalle del diciottenne vestito da nonnino, mentre mentalmente sto dando fuoco ad entrambi. Naturalmente, ho già capito a chi appartiene la fastidiosa e stridula vocina: la mia cara e amata sorellina, che forse è quasi peggio di lui, e probabilmente vanno a letto insieme, aggiunge mentalmente il mio inconscio. Oh Santo Dio. Aggrotto la fronte osservandoli per qualche istante, trattenendo a stento una risata per l'insulso pensiero che mi è passato per la mente.
Harry e Katy sono due stupidi puritani che non fanno altro che rispettare le regole e vivere secondo una morale che persino Dio reputerebbe noiosa. Non vivono come dovrebbero, sono chiusi mentalmente e parlano della mia generazione come se fosse spazzatura; ed io vorrei semplicemente che se ne andassero e mi lasciassero godere la vacanza. Ma ahimè, di anni ne ho 15 - tra due mesi 16 - e, per volere di entità di potere a me superiore chiamasi genitori, sono costretta a passare i prossimi tre mesi con loro due. Un vero sballo, no?

«Dov'è Karen?» Riluttante è lo sguardo di mia sorella che mi guarda come fossi una sottospecie di parassita.

«A fare ciò che dovreste fare anche voi due» rispondo, scrollando le spalle con nonchalance.

Il ragazzo dagli occhi verdi si acciglia. «Cioè?»

Mi stringo il labbro inferiore e prendo un bel respiro prima di schiarirmi la voce e mentalmente prepararmi alla loro reazione che sicuramente sarà esilarante.

«A scopare!» Urlo, scoppiando a ridere nel vederli strabuzzare gli occhi.

Stupidi, patetici e noiosi.

Mi attende uno strazio di vacanza: esiste qualche Anima Pia disposta a prendere il mio posto?


N/A: Ciao a tutteee!
Prologo un po' alla cazzo di cane, I know, ma spero che vi incuriosisca o boh, non vi faccia vomitare la cena. Non sarà una storia molto complessa, non quanto Hudson River, ma spero che comunque vi piaccia.

Fatemi sapere cosa ne pensate.

Baci
Anna


P.S. Un bacione alla mia Tess che ha realizzato la copertina.

BlastWhere stories live. Discover now