Chapter 2

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Mentre Harry era affascinato da quel ragazzo dagli occhi azzurri, il principe Louis, perché di un principe stiamo parlando, era affascinato, a sua volta, da quel misterioso ragazzo dagli occhi verdi e dalle labbra rosee e carnose e aveva bisogno, assolutamente, di rivederlo.
Perché quel ragazzo, era riuscito a fargli perdere la testa, era riuscito a farlo innamorare al primo incontro.
Era riuscito ad affascinarlo grazie alla bellezza del suo animo, una bellezza che pochi possedevano.
"Figlio mio, domani ci sarà il ballo" il padre lo risvegliò dai suoi pensieri, facendolo mettere in posa per il ritratto.
Louis odiava vedersi in un dipinto, odiava spacciarsi per una persona che non era, una persona sciocca e vanitosa.
"E questo vuol dire che, domani, dovrai scegliere la tua sposa" Il ragazzo sospirò, sapeva il padre dove voleva andare a parare, aveva bisogno di una moglie per governare il regno.
Louis era bisessuale, ma non l'aveva mai nascosto, anzi ne andava fiero e tutti lo rispettavano per la sua natura, ma il regno aveva bisogno di una regina adesso.
"La principessa Celina mi sembra un' ottima candidata" continuò il re.
"Papà io...voglio essere libero di scegliere e....perché deve per forza essere una principessa?" chiese il ragazzo, cercando le parole adatte.
Prima, aveva raccontato al padre dell'incontro con quel ragazzo misterioso, un semplice popolano, ma bello nella sua semplicità.
"Lou, il regno ha bisogno di una regina e non di un popolano inesperto, il regno ha bisogno di certezze" spiegò.
"Apriamo il ballo anche al popolo" riprovó il ragazzo, non voleva arrendersi.
"Sposerai la principessa Celina?" perché doveva ricorrere a ricatti? Louis voleva essere libero di sposare la persona che amava e questa persona non era di certo la principessa.
"D'accordo" abbassò lo sguardo, si sentiva sconfitto, ma avrebbe fatto di tutto pur di rivedere quel ragazzo un' altra volta.
Così il re fece come promesso e inviò dei consiglieri di corte in città per dare l'annuncio del ballo che si sarebbe tenuto domani stesso.
Harry, che nel frattempo si era recato in città a fare la spesa, quando sentì quella notizia fu contentissimo, avrebbe potuto rivedere Lou, quel ragazzo misterioso che popolava i suoi sogni.
Anche Harry era bisessuale e non lo teneva nascosto, voleva essere libero di sposare chi voleva, donna o uomo che sia e i genitori non l'avevano mai maltrattato per questo.
Sopraffatto dalla felicità, Harry andó a riferire il messaggio anche alla matrigna e ai fratellastri.
"Harry, va' dalla sarta e fai fare tre vestiti, se saremo fortunati, uno di voi due potrà accalappiare il principe e potremo andarcene di qui" disse, la donna, ad Harry, prima di rivolgersi ai due figli, che in quel momento stavano battendo le mani, eccitati.
"Oh grazie" disse il ragazzo, la matrigna aveva considerato anche lui stavolta, o almeno così pensava.
"Per cosa?" gli chiese la donna, confusa.
"Per aver fatto fare un vestito anche per me" le rispose.
La matrigna scoppiò a ridere, una risata inquietante e cattiva.
"Oh povero piccolo, tu non verrai con noi, i vestiti sono per Liam, Zayn e me" disse, ghignando, insieme ai figli.
"Perché no?! Io non lo voglio neanche conoscere il principe, non mi avvicineró, voglio soltanto rivedere un mio amico"
"Non si discute e adesso va' " ed Harry corse dalla sarta come gli era stato detto, senza piangere, aveva pianto abbastanza, lui sarebbe andato al ballo, se la matrigna non voleva fargli il vestito, allora se lo sarebbe fatto da solo.
Così, dopo aver aiutato Liam e Zayn a vestirsi, Harry corse in soffitta e si mise a lavoro.
Prese un vecchio abito di suo padre, nero, e lo aggiustó, aggiungendogli qualche dettaglio in più.
Ma non fece tutto il lavoro da solo, ad aiutarlo c'erano i suoi piccoli amici, che non lo avevano mai abbandonato.
Dopo aver finito di rammendare l'abito, lo indossò e scese di corsa le scale.
"Harry ma cosa.."
"Non vi è costato niente, l'ho fatto io, era un vecchio abito di mio padre, vi prego, posso venire?" chiese, supplicante.
"No! Non vedi che questo abito se ne cade a pezzi?" detto questo, la matrigna gli tirò la manica dell'abito, facendolo rompere e fece lo stesso con la restante parte.
"Non permetteró che i miei figli vengano associati a un servo come te" e così dicendo, se ne andò, seguita da Zayn e Liam che non avevano smesso di sghignazzare.
Harry si chiedeva com'era possibile che due giovani così piacevoli d'aspetto potessero essere così...brutti dentro.
Il ragazzo dagli occhi verdi scoppiò in lacrime, la matrigna gli aveva distrutto il vestito e lui non sarebbe più potuto andare al ballo.
La testolina riccioluta se ne scappò nel giardinetto, aveva bisogno di aria, doveva essere forte, l'aveva promesso alla madre.
Harry si fermò sul piccolo terrazzino e nascose la testa tra le braccia, non facendo altro che piangere.
"Piccolo, perché piangi?" sussurró una voce alle spalle del ragazzo, che sobbalzó.
"Io...non è niente" rispose, asciugandosi le lacrime e notando che quella voce proveniva da un vecchietto. Cosa ci faceva lì?
"Puoi procurarmi qualcosa da mangiare?" chiese.
"Certo, questo lo posso fare" disse, asciugandosi le lacrime, per poi prendergli una piccola scodella di latte e porgergliela.
Il vecchietto lo bevve e ruttó. Il ragazzo alzò il sopracciglio, ma non commentò.
"Allora, cos'hai?" riprovó ancora.
"Niente"
"Niente, che cos'è un po' di latte? Niente! Ma con la gentilezza può essere tutto" il vecchietto era saggio, pensò Harry.
"E va bene Harry, vuoi andare al ballo non è così?"
"Cosa? Come mi conoscete e come sapete che voglio andare al ballo?" chiese, il ragazzo, incominciando a spaventarsi.
"Beh, io sono Niall, la tua fata mancina" Harry aggrottó le sopracciglia, ora era confuso.
"Cioè madrina" subito si corresse.
"No, non è possibile!"
"Perché no?"
"Le fate non esistono!" sussurró più a se' stesso che al signore al suo fianco.
"Certo che esistono, ci credeva anche tua madre, l'ho sentita eh?"
"L'avete sentita?"
"Certo! E adesso bando alle ciance e sbrighiamoci che non c'è tempo, ci vuole l'aspetto giusto però" disse, prima di trasformarsi in un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri, dalla carnagione pallida.
"Bene, ora ci serve qualcosa che abbia la forma di una carrozza, allevate cocomeri?"
"No"
"Conquat?"
"Non so cosa siano, ma abbiamo le zucche" disse Harry, colpito da un'improvviso colpo di genio.
"Non ho mai lavorato con le zucche, troppo molli ma ce le faremo bastare"
Harry lo condusse in una piccola serra, dove stavano tutte le zucche.
"Bene, allora...bididi, bodidi, bu" pronunciò quelle parole, puntando la sua bacchetta sulla zucca, ma non successe nulla.
"Aspetta ma se la zucca cresce e la serra è piccola..." ma il ragazzo fu interrotto, perché la zucca crebbe e li schiacció entrambi contro il vetro della piccola serra, che si ruppe, trasformandosi in una bellissima carrozza dorata.
"Bene, adesso ci servono dei valletti" continuò il biondo, come se non fosse successo nulla e se Harry non fosse stato sotto shock, avrebbe anche potuto ridere per quella situazione imbarazzante.
Il ragazzo dagli occhi azzurri, prese la bacchetta e trasformò delle lucertole in due valletti.
"Ora dei cavalli" disse, facendo trasformare dei topi in dei bellissimi destrieri bianchi.
"E adesso, serve un cocchiere" puntò la bacchetta su un'oca, trasformandola.
"Ed infine, vediamo di sistemare questo vestito"
"Oh no, la prego! È di mio padre e ci tengo molto" lo supplicó Harry, vi aveva messo tanta fatica per rammendarlo.
"Beh, scommetto che a lui non dispiaccia se gli diamo un' aggiustatina eh? E che ne dici, se cambiamo colore?" gli disse, guardando il vestito.
Il ragazzo dagli occhi verdi annuì e quando il biondo pronunciò la formula, fu travolto da una polverina azzurra.
Quando la magia finì, Harry aveva indosso un bel vestito verde smeraldo.
"Bene e adesso vai!" gli disse, la sua 'fata madrina' , ma, quando stava per salire sulla carrozza, venne subito fermato da Niall.
"Quelle sono le migliori scarpe che hai?" chiese.
"Non fa niente"
"Rovineranno il vestito, coraggio, toglile!" il ragazzo ubbidì e al posto delle sue scarpe di stoffa, piene di cuciture si ritrovò ai piedi delle graziose scarpe di cuoio nero.
"E per i fratellastri?"
"Tranquillo, farò in modo che non ti riconosceranno" lo rassicuró il biondino, facendogli un incantesimo
"Harry....prima di andare, ricorda che al terzo rintocco della mezzanotte la magia finirà e adesso va' e buona fortuna"
"Grazie, grazie!" lo ringraziò Harry, commosso, adesso avrebbe potuto rivedere Lou.
Armato di coraggio, salì sulla carrozza e si diresse a palazzo, o, per meglio dire, si diresse verso il ragazzo che gli aveva rubato il cuore.


Cenerentola OS || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora