Tschüss.

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«Salve, mi fa un caffè?» solita frase, solita routine, solito lavoro.
«di fretta grazie, ho da fare» ammicca acido e capisco che questo tipo è uno dei tanti che vengono la mattina con la puzza sotto il naso. Sono questi i clienti che detesto.
«Ecco a lei» dico cordiale fingendo un sorriso e passandogli il piattino con sopra il caffè.
«Grazie»
«A lei»
Mentre il cliente si allontana per andare a pagare alla cassa, approfitto per ri-pulire il bancone. Lavoro in questo bar da quando ho 27 anni, è l'unico lavoro da cui praticamente non sono mai stata mandata via e da cui non me ne andrei mai, e non perché ho un pagamento che mi soddisfa.. anzi tutt'altro, ma semplicemente perché sono affezionata alla proprietaria, diventata la mia migliore amica, da quando mi ha presa a lavorare qui.
«Emmina non ti incantare! Lavoro, lavoro» mi urla Francesca in un timpano.
«Senti stronza tu ieri ti sei rilassata per bene e l'ho capito dal fatto che non mi hai più risposta ai messag..»
«Ah, che perspicace la mia Emma!» dice sognante e io inarco un sopracciglio, poiché mi ha interrotta.
«Vai» sussurra ridendo.
«Grazie» — sorrido — «allora, dicevo, tu ti sei rilassata per bene ieri sera, io no!»
«Ma trovati un bel fustone e ti rilassi pure tu!»
«Ma vattene! Ti ricordo che ho una figlia»
«E quindi? Una mamma non può darsi alla pazza gioia?» scoppio a ridere e mi giro verso l'ingresso notando una persona ben vestita, quelle spalle mi sono familiari. Scruto per bene la parte di dietro e l'uomo dall'aria familiare inizia a camminare avanti e indietro sbuffando.
Quel suo modo di camminare.
Il neo sotto l'occhio che si nota.
A meno che non abbia un fratello gemello, deduco sia lui. Devo nascondermi. Non può vedermi.
«Vedi quel tipo potrebbe essere grande, è un gran pezzo di uomo e si nota» — ammicca Francesca riferendosi a Mattia — «uh ma va, sta pure entrando! Ci avrà notate!» dice eccitata Francesca e io balzo.
«Cazzo balzi?» sussurra Francesca mentre io mi sono accucciata dietro il bancone in modo che non possa vedermi.
«Zitta, io non esisto»
«Ma che ca...» una voce maschile la interrompe..
«Buongiorno, mi può fare un caffè forte?» ..quella voce.

Noi che ci siamo scambiati i nervi, i tendini ed il cuore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora