/Ritorno al passato/
«Mamma io esco»
«Vieni a pranzo?»
«Non credo» dico uscendo di casa. Destinazione? Quel famoso posto a cui mi ha invitato Mattia. Onestamente, non volevo andarci... però sono curiosa di ascoltare qualche suo pezzo. Metto il navigatore poiché non sono brava ad orientarmi e parto, ascoltando di tanto in tanto un po' di musica italiana.Arrivo in questa città dove si tiene lo spettacolo e cerco un locale chiamato "Nerofumo", così mi ha detto Mattia che si chiami. Da lontano noto un po' di gente fuori, avanzo con l'auto e bingo! Ecco il locale. Trovo un buco di parcheggio, fortunatamente ho una smart quindi riesco benissimo a parcheggiare. Metto l'antifurto ed entro in questo locale. È carino, a prima vista sembra tranquillo. C'è un palco, su cui deduco si esibirà Mattia, con sotto un bel po' di gente. Alla mia destra ci sono dei tavolini con delle sedie dove si può tranquillamente sorseggiare qualche drink. Guardo l'orologio e mi appoggio ad una parete non distante dal palco. All'improvviso sento un boato e poi salire Mattia. Ha un cappello buffo al contrario, un jeans e una semplice maglia a maniche corte. È accompagnato da un chitarrista.
Saluta e scruta la gente, notando poi me al quale fa un grosso sorriso. Sorrido anch'io e scuoto il capo. Inizia con una canzone che si chiama "Sei di mattina". Ascolto attentamente le parole e rimango estasiata. È davvero bravissimo ed è impressionante come tutto questo locale stia cantando questa canzone, io non lo conoscevo nemmeno di nome a questo. Applaudo sorridendo e lui guarda nella mia direzione facendomi l'occhiolino./Ritorno al presente/
«In un certo senso flirtavate da lontano» dice Francesca sgranocchiando una patatina.
«In un certo senso..»
«Mh, e come faceva questa canzone?» sospiro e sorrido ripensandola.
«Dormi e non pensarci più che non è facile restare in questo posto, dormi che sono pazzo te e non è strano che ti voglio ad ogni costo, dormi e non pensarci più che non è facile restare in questo posto, dormi che sono pazzo di te e non mi posso più fermare.. un limite non c'è» intono il ritornello e sussurro l'ultimo rigo. Mi viene da sorridere. Era la mia canzone preferita.
«Wow» — applaude le mani Francy — «e dopo il concerto che è successo?/Ritorno al passato/
Il concerto è finito da dieci minuti e stanno già smontando il palco. Mattia sta autografando le persone che sono rimaste — praticamente tutti i partecipanti al concerto — e quindi faccio per camminare per uscire da questo locale ma sento toccarmi una spalla.
«Ehi! Piaciuto il concerto?»
«Si dai»
«Posso offrirti un aperitivo?»
«In realtà dovrei andare a casa»
«Dai, dobbiamo finire quello di ieri!» ridacchio e annuisco.
«Va bene»
«Vieni con me» saluta alcune persone che non ho la più pallida idea di chi siano e mi porta verso un tavolino piuttosto isolato, meglio così.
«Come mai non ti sei fatta autografare nulla?» dice pavoneggiandosi.
«Perché non ho nulla da farmi autografare..?»
«Mh, non direi» prende il pennarello dorato con cui stava firmando poco prima e mi scrive "Briga" sul braccio. Ma questo è pazzo.
«Ma che cavolo..? Ma che è Briga? Il tuo cognome? Ma poi perché mi hai autografato il braccio demente che non sei altro?»
«Ehi bionda calma! Dovresti rilassarti» — esclama infastidito e io gli lancio un'occhiata truce — «Briga non è il mio cognome, diciamo un soprannome»
«E cosa significa?»
«Lotta, in portoghese» annuisco fissandomi il braccio e sospiro accendendomi una sigaretta.
«Parlami un po' di te» mi dice d'improvviso.
«Non ho nulla di interessante da cui parlarti» dico espirando il fumo.
«Non dovresti fumare, fa male alla salute» mi dice rubandosi la mia sigaretta dalle mani e fumandosela lui. Non è che lo guardo scettica, di più.
«Mi hai rubato la sigaretta» sussurro roteando gli occhi.
«Ti ho salvata da un cancro! Ringraziami!»
«Ma vaffanculo va!»
«Senti ma come sei venuta qui? Hai bisogno di un passaggio?»
«No, ho la mia auto. E comunque non ci sarei salita su Dora o come cazzo si chiama ancora»
«Uffaaa si chiama Doris!! E comunque oggi non c'è lei, oggi c'è Cars»
«E mo chi è Cars?» mormoro senza speranza.
«La mia macchina, no?» lo guardo scettica ancora una volta per poi mettere le mani in faccia.
«Tu sei matto!»
«So Mattia»
«Pessima»
«Mamma mia come sei pignola!»
«E tu quanto sei scassabballe!» dico prendendo una nocciolina che il cameriere ci ha gentilmente portato senza nemmeno averlo chiesto.
«Senti io devo andare» dico mettendo la borsa sulle spalle.
«Mh va bene, mi lasci il tuo numero?»
«Perché mai dovrei?» gli chiedo da sfida.
«Perché te l'ho chiesto io!»
«Non meriti di sapere il mio numero!»
«Mh allora si gioca con le mie regole» prende una penna dalla tasca del giubbino di pelle e vedo che sul palmo della mia mano ci scrive qualcosa che non riesco a decifrare. Finisce e ritraggo la mano per cercare di capire cosa ha scritto. Una serie di numeri.
A meno che non voglia giocare a tombola, è il suo numero di cellulare.
«Secondo me non ci metterai molto a chiamarmi»
«Non ne sarei così sicuro. Anzi»
«Vedremo» mi fa l'occhiolino e va a pagare./Ritorno al presente?/
«L'hai chiamato alla fine?!»
«Eh poi lo scopri! Mo devo andare!»
«Ma come? Di già?»
«Si, si è fatto tardi»
«Ci vediamo domani Brown?»
«Domani si deve fare l'albero! Vedremo»
«Io non lo faccio tanto per il periodo natalizio mi trasferisco da te. Che dici, inizio da domani?»
«Come ti pare. Ciao Frà»
«Ciao bionda»Spazio autrice
Buongiorno a tutti! Continuerò appena ci saranno abbastanza voti, e possibilmente anche i commenti, per capire se la storia vi entusiasma o meno.. altrimenti è inutile continuare.
Ciao e al prossimo capitolo!
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Noi che ci siamo scambiati i nervi, i tendini ed il cuore.
FanficE se fosse stato per i baci. Se fosse stato per i miei no e per i tuoi si. Per le volte in cui non abbiamo avuto il coraggio d'essere coraggiosi. Se fosse stato per le partite la domenica pomeriggio o i miei libri sempre aperti sparsi per la casa. E...