Capitolo 4 - Prefiero decírtelo asi

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Clara's pov

Vi erano giornate in cui le ore scolastiche duravano un'eternità, e alle volte mi capitava di non ascoltare per nulla la lezione, ma di stare con la testa altrove.
Ripensai al mio atteggiamento nei confronti di Daniel..
Mi sentivo in colpa, soprattutto per le cose che gli avevo urlato quella mattina.
Piena di ira ricordo di avergli detto una parte del dolore che avevo nel mio cuore.
Peccato però l'avessi espresso come sempre nel modo più sbagliato possibile.

Quando andavo all'asilo ero solita fare disegni per mio padre. Ne facevo tanti e , quando mi veniva a prendere, pretendevo che facesse presto a tornare a casa, per appenderli al muro o attaccarli al frigorifero con una di quelle calamite colorate che io amavo da matti.

Lui mi dava retta e correva velocemente per poi appiccicarli ovunque.

Mi riempiva di complimenti e mi stampava baci dappertutto, quando notava che, la maggior parte delle opere, rappresentavano lui..

Mio padre...Quanto mi mancava.
Suonó la campanella che mi "rianimó".
Andai in bagno per rendermi cosciente del mio aspetto: i miei capelli erano inguardabili, crespi e senza un senso. L'umidità li rendeva orribili.
Il mio riflesso era a dir poco pietoso.
Una ragazza dalla chioma bionda si affiancó alla mia figura.
Aveva i capelli perfetti, delle labbra carnose e rosse, e il trucco pulito, preciso, le illuminava il viso facendola sembrare una di quelle modelle da copertina.
Aveva un fisico slanciato, e gli abiti, molto probabilmente firmati, le avvolgevano il corpo privo di difetti.
Prese un rossetto dalla sua borsa e iniziò a "sistemarsi".
"Tu che hai da guardare, sfigata?" mi domandò con fare altezzoso squadrandomi tutta.
"scusami?" chiesi sperando di aver capito male l'espressione che aveva utilizzato.
Non mi rispose, mi snobbó e continuó a guardarsi allo specchio.
Decisi di non farci caso, ignorandola a mia volta. Presi il burro cacao e lo passai sulle labbra.
Delle risate vivaci invasero il bagno, che si riempí di ragazze una più bella dell'altra.
Queste si spingevano per poter vedere il proprio riflesso, e si lamentavano di quanto fosse piccolo lo spazio che avevano a disposizione.
Si trattava di un gruppetto numeroso di amiche, e sembravano tutte un po' più grandi di me.
"Cheryl, ma dove l'hai preso quel vestito ???"
La ragazza scortese di prima rispose alla domanda elencando tutti i posti in cui suo padre l'aveva portata per trovare il suo amato vestito.
Si chiamava Cheryl. Di buona famiglia,  questo faceva intendere molte cose .
Tutto peggioró quando però iniziarono a parlare di ragazzi.
"Ma dicono che esci con Oviedo.."

Uno dei miei fratelli usciva con questa qua????

"Uscivo. Quello è un coglione!" esclamò abbastanza risentita.

Le ragazze iniziarono ad insultarlo, dandogli del bastardo, del poveraccio, del buono a nulla... Tutti aggettivi che cercai di ignorare, soltanto per capire di chi stessero parlando.
Purtroppo però non riuscii a ricavarci nulla: strillavano a più non posso.
Uscii dal bagno e mi diressi in aula.
Finite le lezioni, mentre uscivo dai cancelli, notai Daniel con lo zaino fermo ad aspettarmi.
Gli andai incontro abbracciandolo.
Mi strinse a se finché qualcuno non mi prese per i capelli spingendomi a terra.
"Ma allora è questa la troia per cui mi hai lasciata?" urlò una voce inviperita.
Era Cheryl, ci guardammo e rimase più sorpresa. Mi riprese per i capelli e un gruppo di ragazze mi accerchió dandomi spintoni ai quali cercavo di rispondere con gomitate.
"Ma sei anche una cessa di merd.." non concluse la frase che qualcuno la strinse al polso. Le ragazze erano state tutte scansate e mio fratello Daniel mi mise attorno le spalle un braccio, stringendomi al petto.
"Non osate toccare mai più mia sorella!" urlò arrabbiato strattonando Cheryl.
Mi girai verso il gruppo di ragazze che era accanito su di me. Lucas, il migliore amico dei ragazzi, le teneva ferme con il suo corpo.
Mi fece l'occhiolino.
"Scusami Jesús.." disse Cheryl dedicandomi comunque uno sguardo di fuoco.
"Io sono Daniel." affermò mio fratello accarezzandomi la testa. Avevo tanto dolore ovunque, ma cercavo di non piangere per non far preoccupare nessuno.
"Ma Cheryl, tu sapevi che gli Oviedo sono tre, e due di loro sono i Gemelli?" urló una sua amica..

Capii subito che c'era stato un fraintendimento.
Cheryl non stava con Dani, ma Con Jesús.

"Devi farti curare." affermò Daniel, facendo cenno a Lucas di portarmi in macchina.
"Parlerò con Jesús.." mi disse con gli occhi dispiaciuti e lasciandomi una carezza in volto.
Ero così sconvolta che non stavo capendo assolutamente nulla.
Era successo tutto molto in fretta, e non riuscivo ancora a concepire il perché prendersela in quel modo così violento.
"Più si ha soldi più ci si rincoglionisce..." sospirò Lucas sorridendomi. Ricambiai il sorriso mentre notai che si girò imbarazzato.
"La gonna.." disse soltanto chiudendo lo sportello della macchina.
Mi accorsi della gaffe e mi tirai giù la gonna rossa in viso. Dai finestrini potevo vedere mio fratello discutere con Cheryl.

"Oviedo, muoviti, lasciala perdere!" urlò Lucas, abbassando il finestrino, ricevendo lo sguardo inferocito di mio fratello.
"Vabbeh, fai quel che ti pare!" sbuffó rialzando il finestrino.
Dopo una mezz'ora abbondante Daniel entrò in auto.
"Devo parlare con i genitori di questa qua."
"Daniel, lascia stare, non servirebbe comunque a nulla" cercai di rincuorarlo ma non mi consideró, ovviamente.
"Non me ne frega, quella lì non si doveva proprio permettere..." strinse i pugni chiudendo gli occhi.
"Hermano, è una ragazza ricca, figlia degli Alvarez..."
"Gli Álvarez?" domandò sorpreso Daniel.
"È gente importante??" chiesi massaggiandomi la testa che mi pulsava.
"Un po'.."
" Un po' troppo Daniel, io vi suggerirei di farvi da parte.." consigliò Lucas mentre Daniel emise un sospiro di stanchezza.
Iniziò a guardare il suo specchietto e iniziammo a scambiarci sorrisi tramite i riflessi.
Era così bello mio fratello.
Dolce, intelligente.. Mi proteggeva sempre a qualunque costo.

" Te quiero mucho"
Il labbiale non lo sapevo leggere ma questo mi era rimasto chiaro. Sorrisi lievemente mentre una lacrima mi scorreva sulle guance.
Non volevo piangere ma c'erano giornate che mi risultavano pesanti al punto di non farcela più.

Non avevo chiesto nulla di Jesús, né perché non si trovasse in casa, perché Maddy mi aveva raccontato tutto...
Non eravate voi gli unici a proteggermi, pure io proteggevo voi. 


Io E I Miei Due Fratelli~GemeliersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora