Capitolo 3

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Mi chiudo la porta alle spalle. Appoggio la schiena sulla superficie di legno e scivolo lentamente fino a toccare terra. Sento una voce canticchiare il ritmo di una canzoncina piuttosto orecchiabile.
- Alexa, sei tu?- chiede la mia compagna di stanza dal bagno; spero stia finendo, una buona doccia potrebbe risolvere momentaneamente i miei problemi.
- Sì- cerco di sovrastare il rumore dell'acqua che scorre. Mi alzo da terra, lancio la borsa in un angolo e mi butto sul letto esausta. Dopo aver parlato con mia madre sono andata in palestra, dovevo sfogarmi e ricordare a me stessa che io non mollo mai.

Poco dopo vedo la porta del bagno aprirsi, la stanza viene inondata dal vapore e Renee fa capolino con un asciugamano avvolta intorno al corpo alto e slanciato, con i capelli sciolti e grondanti d' acqua. A ogni passo che fa cadono delle goccioline sul pavimento ed i suoi piedi nudi lasciano orme ovunque. Le basta la mia espressione contrariata per farle alzare le mani in segno di resa.
- okay, dopo asciugo io -
- Perché non ti metti un asciugamano tra i capelli?- la ribecco alzando un sopracciglio, ma tanto so che è inutile, potrei dirglielo altre cento volte, non mi ascolta. Infatti si limita a lanciarmi un'occhiata e torna ad asciugarsi. Io e Renee siamo l'opposto; per fortuna che io ho ereditato solo un briciolo della mania dell'ordine di mia madre, altrimenti questa stanza sarebbe la manifestazione del caos, Renee non solo allaga una camera, ma lascia anche i suoi vestiti ovunque e le scarpe sono sparse non solo sotto entrambi i letti (una volta ne ho trovata una dentro la doccia). Renee è divertente e spontanea, adora i colori vivaci, divertirsi e praticare svariati tipi di sport.
- Allora, com'è andata la giornata?- si siede sul suo letto mentre cerca con lo sguardo qualcosa da mettersi.

-Il solito, tu?- mi tolgo le scarpe e le poso vicino all'ingresso. Alzo lo sguardo verso di lei, è proprio una bella ragazza, i suoi capelli ricci e castani sono attaccati al viso ovale, è tra le poche alla Base ad avere una carnagione scura. Come compagna di stanza fa pena, ma è una buona amica ed anche l'unica che ho. Continuo a guardarla aspettando una risposta, ma lei continua ad osservare il mucchio di abiti impilati sulla sedia.

-Ho battuto il mio record- esclama all'improvviso, quasi come se non ci credesse nemmeno lei. Il talento di Renee è il salto in alto, in pratica fa concorrenza ad una molla. Credo che infondo lo abbia sempre saputo, quando era piccola non faceva altro che saltare sul letto e sui materassini della palestra, perfino nel suo passo c'era qualcosa di saltellante.

Mi stampo un bel sorriso in faccia, io le sono sempre stata accanto, anche se i miei continui sforzi non hanno dato i loro frutti, non significa che debba prendermela con lei.

-A quanto sei arrivata?- la conosco troppo bene, quando raggiunge il traguardo non le basta la soddisfazione personale, vuole che gli altri le facciano domante, che si congratulino e che la supportino; ed a modo mio cerco di fare tutte e tre le cose.

-Due metri e trenta- sorride euforica ed inizia a correre per la stanza in preda all'entusiasmo.

-Alexa! Quanto sei fortunata! Hai la compagna di stanza migliore del mondo- fa una giravolta su se stessa e torna alla sua folle corsa, quando fa così non c'è modo di fermarla.

-Sono contenta per te- e lo sono davvero, ma non riesco ad esternare i miei sentimenti come vorrei; non riuscirei ad essere così attiva nemmeno dopo dieci tazze di caffè.

- E tu, novità?- inclina leggermente il capo per poi sparire dietro la porta del bagno.

-L'allenamento di questa mattina è stato un fiasco e dei ragazzi- mi interrompo appena sento il suono del phon che sovrasta le mie parole. Sospiro e guardo il tetto, forse almeno lui mi ascolterà. Ogni tanto mi sembra che le mie parole siano vuote o senza nessuna importanza per chi mi ascolta, mi piacerebbe parlare come il professor Wilson, è capace di affascinarti con i suoi discorsi, trascinandoti con la mente ovunque lui desidera; credo che anche questo sia un talento. Magari sono semplicemente noiosa e la mia vita non è degna dell'interesse altrui, forse perché non faccio nulla di emozionate: mi alleno tutto il giorno e cerco di sfuggire dai guai che ho provocato io stessa. La mia vita è apparentemente sottile come un foglio di carta, tutti credono di avere il diritto di strapparla o piegarla come più gli aggrada, mia madre, il mio istruttore, perfino gente che nemmeno conosco, pure Renee infondo vuole che io sia un'altra persona. Non mi sfuggono di certo gli sguardi imbarazzati che mostra quando mi presenta alle sue nuove amiche, lei non è come me, non è semplicemente capace di ignorare quello che gli altri dicono.

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