CAPITOLO 3

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Stiles non seppe mai l'esatto momento in cui si addormentò, cullato dallo sciabordare dell'acqua e il lento respiro di Derek che si infrangeva sulla sua nuca.

Avevano passato la notte tra baci e parole, scherzi e marshmallow e di nuovo baci, poi si erano semplicemente coricati sulla tovaglia blu, entrambi sotto alle spesse coperte portate da Derek.

Stiles aprì gli occhi a fatica, sbattendo diverse volte le palpebre per mettere a fuoco il paesaggio che si stagliava immobile davanti a sé. Sobbalzò appena ricordandosi all'improvviso della notte precendete, girò di scatto la testa e si rese conto che il braccio di Derek era ancora intorno alla sua vita, abbandonato docilmente. L'espressione del più grande era tranquilla, pareva aver passato una buona notte. Lui, di certo, aveva dormito come un ghiro, sentendo il calore dell'altro contro la sua schiena e quello del fuoco che gli circondava il viso. Si voltò, cercando di fare il più piano possibile per non svegliarlo, e rimase fermo ad osservare Derek che respirava regolarmente. Un tenero sorriso gli comparve sulle labbra, tirandogli gli angoli della bocca verso l'alto. Non riuscì a trattenere l'istinto di accarezzarlo e un suo indice andò ad attorcigliarsi in una ciocca di capelli scuri e scompigliati dal sonno, per poi scorrere sulla tempia fino ad arrivare al mento. La fronte di Derek si aggrottò, ma i suoi occhi rimasero chiusi.

-Stiles?- La sua voce era quasi un sussurro e lievemente impastata. Stiles ridacchiò.

-Io Yoda essere.-

Derek non rispose, ma un'espresione confusa comparve sulla sua faccia.

-Yoda. Star Wars.-

-È un film?-

-Non hai mai visto Star Wars?!- Scattò di colpo e si mise a sedere, tirando poi via di colpo le coperte ad entrambi. Per un secondo se ne pentì, anche lui stava sentendo un leggero freddo, ma vedendo il moro raggomitolarsi su se stesso si decise che era stata la punizione giusta da infliggere.

Si alzarono poi entrambi, raccolsero tutto e tornarono a casa, ovviamente passando il viaggio a parlare di come Derek fosse una persona orrenda per non aver mai visto Star Wars e

puntualizzando più di una volta che Stiles glie li avrebbe fatti vedere tutti, ne andasse della sua vita.

Una volta arrivati a Beacon Hills, il più piccolo indicò al guidatore la strada per casa sua, imponendogli di fermarsi un centinaio di metri più indietro.

Scese dalla moto e si tolse il casco, Derek fece lo stesso.

Il più grande stava guardando Stiles, Stiles, invece, guardava per terra. Fu Derek ad esordire.

-Ci vediamo a scuola?-

-A scuola. Sì, certo.- Fece per incamminarsi verso casa, ma una mano salda lo prese per il braccio. In men che non si dica le labbra di Derek erano di nuovo sulle sue. Fu un bacio di pochi secondi, ma che fece arrossire Stiles in ogni caso.

* * *

Quindi era quella la sensazione. Ora capiva. Stiles riusciva a vivere sulla pelle quelle parole scritte nelle poesie, cantate nelle canzoni e recitate nei film; parole che parlavano dell'amore crescente, incondizionato. Sorto dal nulla con l'intento di espandersi, divorando cuore e mente dei diretti interessati senza che questi se ne accorgano mai veramente.

Erano passate ormai due settimane e mezzo circa, ma a Stiles pareva che tutto fosse esattamente come il primo giorno in cui si erano incontrati. Continuavano a vedersi quasi tutti i giorni dopo scuola, passando delle ore a chiacchierare, oppure si rinchiudevano nel loro piccolo mondo da qualche parte, nascosti, per tutta la durata di un pomeriggio. Non ne avevano mai ufficialmente parlato, ma era come se stessero insieme. Bisognava discuterne a riguardo? Stiles non lo sapeva e non si azzardava a tirar fuori l'argomento, forse per paura di risultare pressante.

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