Capitolo Secondo

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«Non posso credere che esistano ancora persone così, così... Egocentriche, ecco!»
Eve gesticolò animatamente, prima di scoppiare a piangere, di nuovo.
La serata non si era conclusa bene, per entrambe.
Era stato un disastro.
Una catastrofe.
L'apocalisse.
Tralasciando, ovviamente il fattore Joe Jonas, che ancora mi causava problemi respiratori.
Will, da quanto avevo capito, si era rivelato completamente diverso da come ricordavamo. Alle superiori era così dolce e tenero e, fino ad ora, Evelyn lo aveva descritto come "un uomo pieno di se, che non pensa ad altro se non a se stesso".
«Mi dispiace Eve» le accarezzai la schiena, cercando di tranquillizzarla, incapace di continuare.
Mi ero preoccupata di pensare a come rimediare se fossi stata io a rovinare la sua serata, ma non avevo assolutamente pensato ad un'opzione secondaria.
L'opzione Will, ad esempio.
Nessuno si sarebbe mai aspettato che il biondino tenero delle superiori, si fosse trasformato in un uomo di mondo circondato da ragazze, senza un minimo di rispetto per nessuno.
«A te, invece? - Eve singhiozzò, voltandosi verso di me - Come è andata?»
Mi sistemai meglio sul divano. Avevo passato la notte da lei, l'ultima cosa che desideravo era lasciarla sola in quel momento.
«Normale, direi» borbottai. Non volevo sbatterle in faccia il fatto che avessi conosciuto Joe, ma non volevo neanche accennare a Charlie e farla preoccupare ancora di più.
«Scusa - la vidi asciugarsi il viso con le maniche della sua felpa- se ti ho trascinato in quell'inferno. Avremmo potuto passare la serata guardando film e mangiando gelato.»
L'abbracciai di slancio.
«Eve, sta tranquilla. Comunque possiamo rimediare - fui sul punto di proporre una serata in centro a fare shopping, ma il mio cellulare squillò, interrompendomi - Dannazione, devo andare a lavoro Eve, scusa»
Mi alzai di scatto, afferrando il cellulare e le chiavi.
«Ti darò indietro i vestiti stasera, tu voglio bene - le lasciai un bacio in fronte - e chiama se hai bisogno»
Feci in tempo a sentire Evelyn ringraziarmi, prima di sbattere la porta e uscire sulla stada.
Solo in quel momento realizzai di essere senza auto.
Ed in tuta.
Completamente struccata.
Con gli stivaletti imbottiti di pelo che usavo come pantofole.
Ottimo.

Arrivai a lavoro con venti minuti di ritardo, meno di quanto immaginassi.
«Papà!» esclamai entrando.
Mio padre alzò lo sguardo e mi sorrise. Ormai era abituato ai miei ritardi cronici, ma io continuavo ogni volta a scusarmi.
«Papà scusa - volai dietro al bancone, infilando il grembiule da lavoro - ieri alla festa è successo un disastro e sono rimasta da Eve per consolarla e sono arrivata senza auto e»
Mio padre, John, mi fermò prima che potessi continuare.
«Tesoro, hai ventidue anni, non sei più una bambina. Sai cavartela da sola, non ho bisogno di spiegazioni. L'importante è che tu sia a lavoro»
Lo abbracciai per ringraziarlo e mi misi a lavoro.
La mia famiglia è probabilmente, la cosa più preziosa che possiedo.
Mio padre, gli occhi scuri ed i capelli brizzolati, è l'uomo più buono ed onesto che abbia mai conosciuto e lavorava da anni per poter dare tutto alla sua famiglia. Mandava avanti il nostro bar-pasticceria da anni con amore e cura.
Mia madre si chiama Catherine e profuma di buono. Porta sempre i capelli biondi raccolti in una treccia ed è la donna più paziente del pianeta. I suoi occhi azzurri sono così dolci che possono far sciogliere il cuore di chiunque.
E poi c'è la mia principessa preferita. Mia sorella Maya, cinque anni di pura curiosità, tutti raggruppati in un corpicino adorabile. I capelli biondo cenere lisci come spaghetti e gli occhi scuri di mio padre che hanno tanta voglia di guardare intorno e scoprire.
Sorrisi a quel pensiero, mentre sistemavo delle tazze dietro al bancone.
«Scarlett!»
Alzai lo sguardo e sorrisi.
«Debbie, che ci fai qua?» domandai, sistemando i capelli in una coda.
«Ho bisogno di un caffè. - la vidi passare una mano nei capelli - Anzi, facciamo doppio caffè»
Risi divertita, mentre Debbie si sedeva davanti a me. Mi voltai, pronta a prepararle l'ordine.
«Va tutto bene tesoro? Ti vedo stravolta»
Sorrisi, prima di voltarmi con la tazzina in mano.
L'appoggiai sul bancone. «Sì, sono esausta, ma non preoccuparti, mi basta un pomeriggio di riposo e sarò di nuovo in sesto»
Debbie mi accarezzò l'avambraccio con aria materna.
Le sorrisi.
Debbie e mia madre sono amiche da una vita. E mio padre e Charles, "Chiamami Chuck", sono amici da una vita.
Ed io, Stephen e Mikaela siamo amici da una vita.
Ed io e Charlie eravamo amici da una vita.
Ma lasciamo stare.
Diciamo solo che la mia famiglia e la famiglia Puth sono molto unite.
Quindi in quella donna, vedo una delle mie migliore amiche.
«Sabato sera siete a cena da noi. Miki e Steph tornano dal viaggio studio e non vedono l'ora di rivederti» disse alzandosi dallo sgabello.
«Oh, offre la casa!» esclamai, spostando gentilmente la mano di Debbie che mi porgeva dei soldi.
«Sei un angelo»
Le sorrisi, nonostante quell'aggettivo mi avesse ucciso.
«A sabato!» urlai salutandola, mentre usciva dal locale.
Debbie e Chuck sentivano la mancanza di Charlie, ma non lo davano a vedere.
Ripensai alla sera prima.
Sapevo che avrei rivisto Charlie, ma non mi aspettavo assolutamente che sarebbe successo in quel modo.
Stavo quasi per lasciarmi andare ai pensieri, quando un cliente attirò la mia attenzione.
«Un cappuccino, signorina»
Mi voltai verso la macchina del caffè ed iniziai a preparare l'ordine.
Mi voltai un secondo dopo, gli occhi spalancati.
«Tu! - esclamai, puntando il dito contro il ragazzo di fronte a me - Che, che ci fai qua?!»
Osservai Joe scoppiare a ridere, ed abbassai il braccio imbarazzata.
«Stavo facendo una gita a Rumson, mi è venuta voglia di un cappuccino e guarda un po', entro nel bar dove lavori»
Mi sorrise appoggiandosi al bancone con nonchalance.
«Quindi il mio cappuccino?»
«Oh - borbottai voltandomi - ecco a te»
«Grazie mille. Allora, come va?»
Inclinai la testa di lato, scrutando l'espressione furba di Joe.
«Stanca» risposi semplicemente. Solo in quel momento, realizzai di essere di fronte a Joe Jonas, completamente struccata, con probabilmente occhiaie fino al mento, ed in tuta, quando la sera prima mi aveva vista truccata come una diva e vestita con un vestito di un famoso stilista.
Complimenti, Scar.
«Nottataccia? - domandò lui, sorseggiando dalla sua tazza - La tua amica non sembrava molto contenta, ieri sera»
«Oh, Evelyn - passai un panno sul bancone, proprio dove Joe aveva lasciato cadere una goccia di latte e caffè - Diciamo, una delusione d'amore» dissi rimanendo sul vago.
«Delusione d'amore? Una ragazza incantevole come lei?»
Lo squadrai.
«A quanto pare. - risposi restando scettica - Voi uomini a volte siete assurdi» mi lasciai sfuggire e vidi Joe sbuffare.
«Ti prego. Non dirmi che sei una di quelle ragazze femministe che prendono ogni cosa come un offesa!» esclamò. Scoppiai a ridere divertita.
«Perché ridi? Sentiamo.»
«Niente, niente - continuai a ridacchiare - mi diverti Joe. Comunque, tranquillo, non sono quel tipo di ragazza e neanche Eve lo è. Ha solo scoperto che Will, non è esattamente come pensava.»
«Will lo stilista? - domandò, mentre io annuivo in risposta - Oh, immaginavo. Quel ragazzo non sa come trattare una donna.»
Sorrisi, pronta a ribattere.
«E sentiamo, tu sai come "trattare una donna"?»
Joe sorrise, cogliendo la mia frecciatina.
«Dammi il numero di Evelyn e te lo dimostrerò»
«Opportunista!» urlai scherzando e puntando di nuovo un dito contro di lui.
«Femminista!» ribatté lui, scoppiando a ridere.
«Non posso farlo! - esclamai - Non do il numero della mia migliore amica agli sconosciuti»
Vidi Joe spalancare gli occhi.
«Hai davvero il coraggio di chiamarmi sconosciuto? Sai il mio nome, il mio cognome e quanti anni e ho - incrociò le braccia al petto, quasi offeso - e sono convinto che entrambe avete almeno un poster con la mia faccia stampata sopra in camera vostra!»
Lo guardai risentita, nonostante fosse vero.
Avevo tolto il poster da anni ormai, ma non potevo negare di essere stata una fan del trio di fratelli.
«Il mio preferito è sempre stato Nick» borbottai. Vidi Joe spalancare gli occhi, prima di scoppiare a ridere.
«Okay dai, seriamente - poggiò la sua mano sulla mia - Eve, mi interessa e giuro, farò di tutto per ottenere il suo numero»
Lo osservai attentamente, non credendo a quanto fosse stato diretto. Sapeva di piacere alle donne e non aveva paura di buttarsi. Aveva visto Eve in tutta la sua bellezza e voleva provare.
Dio, quanto invidiavo quella determinazione.
«Ne parlerò con lei e ti farò sapere - lo vidi sorridere e bloccai il suo entusiasmo - Non cantare vittoria Jonas, potrebbe rifiutare»
Joe annuì.
Abbassai lo sguardo, cogliendo quel momento di silenzio per riposare. Il bar non era eccessivamente pieno e potevo concedermi un momento di pausa in più.
«Ehi Scar - alzai lo sguardo, richiamata da Joe - sono in dovere di dirti una cosa»
Alzai la testa e lo guardai fisso negli occhi, annuendo.
«Non vorrei che pensassi che in qualche modo ti stia usando. Mi piaci, - socchiuse gli occhi e scosse la testa - non fraintendere, come persona e sei davvero una bella ragazza, e non ti sto rivolgendo così tante attenzioni solo per raggiungere qualcosa o... Qualcuno. Sento che posso trovare un'amica in te, e ne sono certo perché sono circondato da persone false e tu sei così genuina in confronto a loro che è impossibile non notarti.»
«Ehi, tranquillo, non penserei mai una cosa del genere - lo tranquillizzai sinceramente - e grazie per quello che hai detto. Mi sembra ancora assurdo che Joe Jonas mi consideri una sua potenziale amica»
«E collega di lavoro»
Spalancai gli occhi.
«Come, che cosa?» domandai, poggiando le mani sul bancone e avvicinandomi a lui.
«Sei tutta rossa»
Joe ignorò la mia domanda e lo fulminai con lo sguardo.
«Joe.» sibilai decisa.
«Potresti farmi da assistente. Alla festa ieri, mi hai praticamente salvato la reputazione, saresti perfetta! Sai, dovresti solo seguirmi ovunque, segnare i miei impegni, aiutarmi con il look, portarmi il caffè...»
Lo bloccai con un gesto della mano.
«Ehi ehi ehi calma! - esclamai, poggiando le dita sulle tempie - Mi stai prendendo in giro?»
«Non è una splendida idea?»
«Io non ti porterò il caffè» borbottai quasi offesa.
«Oggi lo hai fatto» ribatté lui, incrociando le braccia al petto e sorridendo sornione.
Aggrottai le sopracciglia, sinceramente risentita. «Devo pensarci» gli dissi dopo qualche secondo.
«Andiamo! - esclamò lui - È la migliore proposta che ti è stata mai fatta e ti rifiuti, assurdo!»
«Sei maledettamente uguale a Eve! Non fate altro che proporre cose assurde e lamentarvi se rifiuto! Mi farete impazzire! - vidi Joe sul punto di parlare, ma fui più veloce, riprendendo il mio sfogo - Come quella dannata festa... Dio, se non fossi venuta non avrei conosciuto te e non avrei rivisto»
Mi bloccai di scatto, avevo detto troppo. Vidi Joe avvicinarsi, come per poter sentire meglio.
«Avresti rivisto chi, signorina?» domandò.
Complimenti Scarlett.
Sbattere la propria storia strappa lacrime in faccia ad una star che conosci da meno di ventiquattr'ore non era ancora sulla tua lista.
«Nessuno, lascia stare» mi affrettai a rispondere.
«Devo tornare a lavoro Joe, ti farò sapere per l'offerta» dissi dopo qualche attimo dopo, spostandomi da davanti a lui e iniziando a pulire il bancone.
«Ti lascio il mio numero - Joe scrisse una serie di numeri su di un tovagliolo e mi sorrise - Ciao Scar, grazie per il cappuccino.»
Lasciò i soldi sul bancone e camminò verso l'uscita.
Lo osservai un momento ed afferrai una tazzina di caffè lasciata da qualcuno sul bancone.
«Ah! - sentì urlare e mi voltai verso Joe - Charlie ha chiesto di te»
Inutile dire che la tazzina cadde a terra frantumandosi.
Joe alzò un sopracciglio, sorpreso.
Si avvicinò a me con aria premurosa.
«Va tutto bene?» domandò, sporgendosi dal bancone. Io alzai gli occhi, pieni di lacrime.
Stavo piangendo.
Mi alzai, i cocci in mano.
«Prima che io accetti il lavoro, Joe, c'è una cosa che devi sapere»
Joe inclinò la testa di lato, preoccupato.
«Passa da me, stasera»
Dopo aver lasciato a Joe il mio indirizzo, il ragazzo si congedò, promettendo che si sarebbe presentato.
La situazione mi stava sfuggendo di mano, pensai. Per tre anni avevo cercato di mantenere il segreto, di rimanere sulle mie, l'ordinaria Scarlett, quella che cercava la vita normale.
Ed improvvisamente, come per un assurdo scherzo del destino, mi ritrovavo sul ciglio del burrone e a quanto pare, non stavo facendo nulla per mantenere l'equilibrio.

Joe si era presentato fin troppo puntuale all'appuntamento.
Il mio appartamento non era eccessivamente grande. Era modesto e disordinato, esattamente come me.
«Grazie» sussurrò Joe, mentre gli porgevo una tazza di tè fumante.
«Mi dispiace per oggi»
«No, Joe, non scusarti, la colpa è mia. Avrei dovuto dirtelo alla festa.»
Mi misi seduta sul divano accanto a lui, ed appoggiai la mia tazza sul tavolino davanti a noi.
«Va bene...» sospirai. Joe era la prima persona, dopo Mikaela a cui confidavo la mia storia e con essa, il mio segreto.
«Tu conosci bene Charlie, giusto?»
Annuì. «Già, è un mio caro amico, abbiamo in mente una collaborazione»
«Ecco... Anche io, lo conosco bene. - lo osservai spalancare gli occhi e dopo aver preso un sospiro, decisi di raccontare tutto - La mia famiglia e la sua sono molto unite ed io e Charlie siamo cresciuti insieme. Eravamo migliori amici, da sempre. Sai, quelli che si vedono nei film e nelle serie tv, non erano nulla in confronto a noi. - ridacchiai commossa - Poi, tutto si è spezzato. Una mattina, mi sono presentata a casa sua e sua mamma, sorridente e commossa mi ha informato del fatto che Charlie fosse volato a Los Angeles per incidere una canzone. Io ero al settimo cielo, davvero, ma non prima di scoprire che Charlie non sarebbe tornato, ma sarebbe rimasto a Los Angeles. Era partito. Senza salutarmi. Senza salutare la sua migliore amica. Non un messaggio, una chiamata, niente. Inizialmente non me ne ero preoccupata, credevo che preso dall'euforia del momento non avesse avuto tempo per me. Ma sono passati tre anni Joe, tre maledetti anni e io non ho ricevuto chiamate, messaggi, nulla. E fa male Joe, sapere che il tuo migliore amico non ha tempo per te. Nonostante questo però, mi sono promessa di non far sapere a nessuno che mi manca così tanto e che serbo un po' di rancore nei suoi confronti. Come sua migliore amica, devo dimostrarmi felice per lui. E quindi porto tutto dentro, da anni ormai. E adesso tu mi chiederai, perché tutto ciò dovrebbe interessarti. Beh, perché se decido di lavorare con te, incontrerò Charlie prima o poi. Ed io non voglio. Sarò vigliacca, chiamami come vuoi ma non voglio»
Joe mi interruppe, posando una mano sulla mia spalla.
«Alla festa, mi dispiace, non lo sapevo»
Asciugai le lacrime con il palmo della mano.
«Non potevi saperlo, tranquillo»
«Grazie per avermi raccontato la tua storia. Se accetti il lavoro, ti prometto che farò di tutto per evitare che tu riveda Charlie. Non voglio buttare del sale nella tua ferita aperta.»
Osservai il ragazzo di fronte a me. Non avevo raccontato ogni dettaglio, l'avrei fatto piano piano, ma da come l'aveva presa sentivo che potevo fidarmi.
«Sarò la tua assistente, Joe»
Mi sorrise ed io lo abbracciai di sclancio.
Forse avrebbe potuto aiutarmi.
Stavo andando contro ogni mio principio, ma era la prima volta che trovavo vera consolazione nelle braccia di qualcuno che conoscevo da così poco.

Chris' Corner
¡Aloha!
Okay scusate per il ritardo, ma sono stata praticamente tutto il mese senza internet ed in viaggio intercontinentale quindi ho potuto aggiornare solo oggi!
Allora, che ve ne pare? Le cose iniziano a farsi un po' più chiare non è vero? I dettagli della storia iniziano ha farsi piano piano più interessanti e tranquilli, nel corso della storia risponderò a tutto le domande che questo capitolo lascia in sospeso.
Che ne pensate di Joe? Perché Scarlett odia essere chiamata angelo? E quale è il resto della storia di Scarlett?
Sono aperte le scommesse!
Ah e se vi chiedete perché passo dal passato al presente nel narrare è perché Scarlett racconta in prima persona anche di cose che nel momento in cui lei parla, non sono cambiate. Ci vediamo a presto e grazie mille per chi ha votato il capitolo e l'ha commentato.
Un bacione a tutti
Chris

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 31, 2015 ⏰

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'Cause all I need is you. || Charlie Puth fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora