STAR WARS: Just a Clone- Parte 1

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1.

La Base

I Green Faces attaccheranno da sud, sfruttando il condotto di trincee, dovrete quindi raggiungere il cannone a raggio ionico e prenderne possesso. Solo così potremo realmente iniziare lo sbarco. Tutti chiaro?》
《SI SIGNORE!》 Rispondiamo all'unisono.
È mattina. Una di quelle calde e travolgenti. La sveglia suona presto. Scattiamo in piedi in pochi secondi, in posizione di attenti, in attesa che il nostro capitano emani gli ordini. Questa notte, come ogni notte prima di una battaglia, nessuno ha chiuso occhio. Non abbiamo nessuno in cui pregare, nessuno da cui sperare di tornare, eppure la paura di morire è la stessa da un umano ad un clone.
《 Sull'attenti squadra!》ruggisce finalmente il Capitano.
《 Questo pomeriggio circa, sbarcheremo su Geonosis... Spero ricordiate il pianeta...》 Si riferisce probabilmente alla Prima Battaglia, dove il nostro obiettivo era salvare Anakin Skywalker. Il Capitano tiene particolarmente a quella battaglia, dove perdemmo quasi metà della squadra per un banale errore di calcolo.
《Con la convinzione di non ripetere L'Errore... Il Consiglio ha deciso di mandare noi, L' Atilus-7 e la Bang-N, a spianare la strada per l'invasione. I dettagli verrano approfonditi nella riunione, la quale inizierà tra pochi minuti. Ora andate a prepararvi!》
《SI, SIGNORE!》
rompiamo le fila, disposte in modo perpendicolare rispetto ai nostri letti, e corriamo a radunare l'attrezzatura. Ognuno ha dei riti pre-guerra, che eseguiamo per superstizione. Il mio è quello di essere pronto per ultimo, certo non è paragonabile alle stupidagini dei miei compagni di squadra, ma mi aiuta a distrarmi, cerco dunque di mettere all'ultimo posto nel mio cervello il pensiero dell'invasione.
Per raggiungere la sala riunione, bisogna attraversare una lunga serie di scale, le quali collegano ad un grande e profondo corridoio di forma pentagonale. Date le sue dimensioni, capita molto spesso di incrociare qualche amico, di qualche altro reggimento, graziato dal non partire. Essendo sempre l'ultimo a me capita più spesso di incrociare un "conoscente"... Anche se oggi era più una lei.
Finita la rampa di scale, arrivo finalmente nello sterminato corridoio. La sala riunione è collocata alla sua corrispettiva metà. Indosso la mia splendida uniforme, lucidata qualche istante prima. Il casco sotto il braccio ad altezza del bacino e il pesante blaster, il quale sfiora terra con lo spegni fiamma, saldamente stretto dalla mia presa al livello del grilletto. Ammiro le luccicanti parenti di acciaio bianco. Di solito sono una persona molto vivace ed estroversa, ma, come tutti alla fine, il giorno della battaglia mi chiudo in me stesso e nei miei risentimenti. Sono quasi giunto nella sede delle riunioni, ma d'un tratto, contro ogni mia aspettativa, qualcuno, o qualcosa, ancora non posso dirlo, mi trattiene per il braccio, trascinandomi in una delle sale/ripostiglio cadute in disuso.
Per un attimo mi volto, quell'attimo mi basta per vedere i suoi occhi, per concepire la sua bellezza. Certo, non poteva che essere lei.
《Ho saputo che parti per Geonosis. Non morirmi proprio ora eh!》 Mi dice lei ridendo e appoggiandomi una mano sul petto, concludendo con un bacio appassionato.
Si chiama Lyla. Lavora nell' S.I. (spionaggio ed intercettazioni). Un sistema introdotto dalla Repubblica da poco, come supporto logistico.
Io e Lyla ci siamo conosciuti all'inizio della guerra, quando entrambi siamo stati trasferiti quì a Tatooine. È poco più bassa di me, lunghi capelli neri e degli occhi color metallo, freddi e perforanti, proprio come il suo carattere.
《Non preoccuparti , non abbandonerò il nostro progetto di vivere a Bestine》 Rispondo dopo una breve pausa
《Già immagino noi... Lì... Su quelle spiaggie tropicali, senza pensieri e preoccupazioni》Lei può permettersi di immaginare, sperare che le cose vadano davvero così. Solo io so che fin quando respiro la Repubblica mi imporrà di combattere.
《 Ora devo andare... Ci vediamo al mio ritorno》 Ci guardiamo negli occhi, i suoi riflettono la purezza, i miei la paura.
《 Ti aspetterò quì》
La conversazione termina con un bacio di addio ed in fretta mi incammino per la sala delle riunioni.
L'incontro è gia cominciato. Arrivo quindi in ritardo, ma le uniformi bianche, tutte uguali senza distinzioni, mi permettono di confondermi al meglio tra gli altri soldati presenti. La sala è a forma di semicerchio, con degli spalti rivolti ad una sala circolare centrale, dietro la quale si impone un colossale schermo, il cui scopo è quello di illustrare la tattica di sbarco.
《Perchè arrivi così tardi A-2?》A parlare è KX, mio compagno di squadra e intimo confidente.
《Ancora Lyla?》 Come sempre cerca di provocarmi. Gli unici difetti di KX sono la sua testardagine e la sua "simpatia provocante". Entrambe le caratteristiche vengono alla luce poco dopo averlo conosciuto.
《Ma fatti gli affari tuoi》 Gli rispondo io, con un sorriso reso invisibile dal casco.
《Vediamo un pò che hanno da dirci》 Finiamo quindi di sussurrarci, prestando finalmente, l'attenzione all'azione di guerra.
Comincia a parlare una voce che rimbomba nell'intera camera. Quella voce proviene da un grande omone, il quale si occupa dell'organizzazione della logistica di guerra. Dietro di esso, tutti d'un pezzo, compaiono ora i generali Jedi che ci guideranno nell'attacco.
《L'obiettivo è la totale distruzione delle fabbriche di produzione dei Separatisti. Queste fabbriche erano state già distrutte nella Prima Guerra, ma questa fecca separatista, date le caratteristiche favorevoli del territorio, ha deciso di rimetterle in sesto. Tutto ciò è cominciato 6 mesi fa. Come abbiamo fatto dunque a non accorgercene? Non ce ne siamo resi conto perchè hanno deciso di costruire le fabbriche sotto terra, lontane da ogni nostro sensore. Fortunatamente una nostra spia li ha scoperti e grazie ad essa abbiamo una ricca documentazione sui loro programmi. Hanno molte truppe all'attivo sul pianeta, con molti mezzi corazzati e molti navi che pattugliano l'intero quadrante. È impossibile non essere scoperti, quindi dovrete essere rapidi ad occupare lo spazio intorno al pianeta per garantirne lo sbarco. Sfortunatamente i nostri nemici sono dotati di un potente cannone ionico, prima dello sbarco bisognerà conquistarlo. Per ora è tutto, altri particolari e ordini verrano assegnati a breve alle singole squadre. Grazie e buona fortuna.》La camera si svuota con la stessa rapidità e chiarezza del discorso dell'omone.
Con la mia squadra abbandono la base e mi dirigo all'hangar, dove ci attendono le navi per l'imbarco. Nessuno osa aprire bocca. Ci dividono in quadrati da 6x6 e ci fanno segno di iniziare ad imbarcarci. Una breve preghiera, uno sguardo qua e là. Prendiamo posto a sedere. Il mio volto si rivolge al portellone, il quale non si chiude del tutto, permettendomi di guardare fuori attraverso uno spiraglio. Allora la vedo, Lyla. È lì, vicino alla porta d'entrata principale. Cerca di scrutarmi tra i caschi bianchi, marchiati con il simbolo della Repubblica, ma non mi riconosce. Impossibile farlo. Accenno ad un saluto con l'intento di mostrarmi a lei, ma ormai il portellone si è chiuso. Chiudo gli occhi e afferro l'arma. Si parte.

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