CAPITOLO 3

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17 anni dopo
"Esme!!! Svegliati!!!" Mi urlò James dal piano di sotto. Forse stava già facendo colazione...saremmo dovuti partire tra un ora e mezza. Dovevamo andare al college a Liverpool.
Era lo stesso college che avevano frequentato i miei genitori. Solo che è stato ricostruito dopo che ci sono stati loro...in effetti...be' un secolo fa! Non mi disturbava abitare con degli immortali. Io non sono come loro. James Sì...è un immortale...uno dei più bei immortali che io abbia mai visto
(Non che ne abbia visti in realtà...oltre la mia famiglia). Loro mi hanno accettata anche se sono diversa.
"Arrivo!" Rispondo.
Mi butto giù dal letto e mi vesto.
Era il mio primo giorno di scuola. In effetti era il quarto anno che frequentavo il college di Liverpool, ma ero comunque agitata.
Avevo deciso di indossare un abito grigio, lungo più o meno fino alle ginocchia.
Aveva una cintura nera lucida. Indossai le scarpe e mi diressi in cucina.
Come mi immaginavo, i miei genitori erano seduti al tavolo, vestiti di tutto punto. Mia fratello era già pronto con le chiavi della macchina in mano.
Era un indizio...mi dovevo sbrigare. Tutti gli anni la stessa storia. Continuavo a ripetere a me stessa di stare tranquilla...non devo assolutamente agitarmi...è da tre anni che vado in quella scuola.
"Esme...sono davvero felice per te..." continuava a dirmi mia madre sull'orlo di una sceneggiata.
"Mamma...ti chiamo quando arrivo! Prometto!" Abitavamo a Londra...ci abitavamo da quando siamo nati io e James. Di solito...mi hanno detto...che bisogna trasferirsi molto spesso. Ma questa volta abbiamo fatto un'eccezione.
Mia madre dimostra la mia età...e mio padre anche. Ma nessuno si è mai insospettito.
Secondo me credono che i miei si facciano la plastica. Vengo richiamata dai miei pensieri solo quando mi sento prendere per un braccio. Ovviamente era James.
"James...lasciami andare!" Tutti gli anni la stessa storia.
"Ok...ma adesso dobbiamo andare!!!" Mi informò lui.
"Ok...arrivo."
Salutai mia madre e mio padre. E mi diressi alla macchina di mio fratello. Aveva una bellissima volvo grigio metallizzata.
Per tutto il viaggio non parlammo...ma mi sentivo osservata. Infatti James non smetteva di guardarmi...sembrava che mi stesse squadrando.
"Mmmh..." mugugnai interdetta "cosa vuoi?!" Gli chiedo.
"N-niente... scusa!" Ecco...mio fratello aveva sempre una scusa per far sì che tutti lo perdonino.
"Niente..."  gli rispondo secca.
Arrivammo al college appena in tempo per la prima lezione. Io e mio fratello frequentavamo corsi diversi. Nessuno sapeva che io avessi un fratello e viceversa.
Scesi dalla macchina, lo salutai con un bacio sulla guancia e mi diressi nella mia solita classe.
Quando arrivai trovai ad accogliermi la mia amica Betty e il suo ragazzo...Richard.
Non mi stava molto simpatico...ma sembrava che ogni volta che mi vedeva ci provasse...spudoratamente.
"Hei! Ciaooooo!" Mi urlò Betty.
"Ciao! Come mai tutto questo entusiasmato?!" Chiedo sospettosa.
"Niente...sono felice di rivederti!"
Le stavo per rispondere quando entrò in classe Nick...oddio.
Appena lo vidi andai a sedermi al posto che rimaneva...era in fondo alla classe...c'era un banco vuoto vicino a me, ma speravo che Betty mi sarebbe venuta vicino...
Ma mi sbagliavo. Mentre stavo per alzarmi e dargliene quattro venni interrotta da qualcuno che si sedette vicino a me: Nick.
Mi ci vollero due minuti per capire che Nick...Nick un persona era seduto vicino a me...con tutta la sua bellezza, tutta quanta.
Era perfetto (come sempre), indossava dei jeans neri e una camicia bianca. Era la divisa della scuola. Ma a lui stava meglio che a chiunque altro. E poi con quella cravatta rossa a strisce oblique blu...be'...oddio, spero di non sbavare sul banco!
Mi sento tutti gli occhi dei miei compagno addosso. Ma non mi importa. La mia amica  Betty mi riporta alla realtà urlando il mio nome (che ragazza delicata).
"Esme!"
"Dimmi...!" Sussurro per non dare nell'occhio.
"Oggi andiamo al parco a fare una passeggiata?!" Mi chiede speranzosa.
"Si...ok..." le rispondo distrattamente.
Lei si gira e non mi parla più per tutta la lezione. Proprio mentre il prof. di fisica spiegava, mi giro verso Nick...mi sembrava che mi stesse fissando. Ma appena mi giro vedo che non è così...mi sto inventando tutto! Sono patetica.
Stavo alzandomi dal mio posto, quando qualcuno mi tocca un braccio e si schiarite la voce: di nuovo Nick.
"Ciao! Io sono Nick." Mi disse come se non lo sapessi già...lo conoscevano tutti anche nelle altre classi.
"Piacere...sono Esme." Gli rispondo cercando di non sembrare una fuori di testa.
"Esme? Che nome strano! Ma mi piace...anzi, mi piaci. Che ne dici di venire al parco con me dopo?" Io rimango spiazzata...lo fisso e non dico una parola.
Sto pensando il modo più pacato per risponedere a questa offerta. Non capisco perché, tutto di colpo mi chieda di uscire. Siamo in classe da più di tre anni e non mi ha mai calcolata.
"S-si...certo!" Gli rispondo. Forse con un po' troppo entusiasmo.
"Allora a dopo Esme..." conclude e si alza mentre se ne va verso il corridoio gremito di studenti emozionati per il primo giorno di scuola.
Appena uscì mi diressi verso la cattedra per ritirare il foglio per la divisione delle stanze.
Ovviamente sarei stata in stanza (come sempre) con Betty.
Infatti non mi stupì quando vidi il suo nome vicino al mio.
Dovevo fare i compiti e prepararmi per l'appuntamento con Nick. Wow...ancora non ci credo.
"Betty...aspetta!" La chiamo.
"Dimmi..." mi risponde
" dopo non posso. Sai per il parco!" La informo.
"Ah...mi dispiace...perché non puoi?"
"Perché...sai...be'...esco con Nick!"
A quella frase la mia amica mi fissa stupefatta per almeno tre minuti d'orologio.
Quando si riprende dallo shock morale e psicologico, corre ad abbracciarmi.
"Oddio...non ci posso credere!!!" Disse mentre lanciava uno dei suoi urletti.
"Si...ma non so cosa mettermi..."
"Ci penso io!"
"Mi devo preoccupare?"
"Assolutamente si...ti dovrai preoccupare di fare colpo su Nick!" Mi avverte Betty mentre mi trascina nella nostra stanza.

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