Capitolo 1

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"Davvero non capisco perchè tu stia opponendo così tanta resistenza" disse mia madre mentre faceva la mia valigia.

"Bhe forse perchè trovo che questa cosa sia una cazzata gigantesta. La più grande cazzata della storia anzi" le urlai dietro io. I miei genitori avevano avuto la brillantissima idea di predersi una specie di anno sabatico per cercare di salvare il loro matrimonio, geniale no? No. Un bambino di 3 anni avrebbe partorito un idea altamente migliore. Ma questa non è la parte più brutta, visto che non mi avrebbero mai lasciato a casa da sola mi volevano spedire dai miei zii a San Diego. Io dico che a certa gente servirebbe uno psicologo.

"Attenta ai termini Annabeth, non tollero quel tipo di linguaggio nella mia casa"

"Calma mamma tigre, ritira gli arrigli o ti graffierai quando dovrai andare in bagno a cagare" detto questo presi il telefono e scesi al piano di sotto sentendo mia madre urlare qualcosa di incomprensibile ma non ci feci caso.

Ormai ero abituata al fatto che quando eravamo insieme o litigavamo o non parlavamo direttamente, non sono mai andata daccordo con lei e credo che sarà così per sempre. Con mio padre le cose andavano leggermente meglio, ma lui quando eravamo insieme rimaneva sempre su argomenti neutri quindi non litigavamo spesso.

Io e mia mamma peró una volta andavamo daccordo, mi ricodo ancora quando ogni domenica facevamo i biscotti con le goccie di cioccolato, ma siccome a quel tempo ero negata in cucina una volta avevo fatto esplodere il frullatore facendo cadere per sbaglio il mestolo all'interno. Cercai di allontanare questo ricordo, è inutile pensare a ricordi che sai non torneranno mai, ti fanno solo pensare a quello che hai perso. Purtroppo è vero che la vita cambia le persone.

Uscendo fuori in giardino ritrovai un pó di calma e iniziai a respirare quell'aria fresca. L'unica cosa che mi aiutava davvero a calmarmi era ballare, e ora ne avevo proprio bisogno, ma alla fine decisi di chiamare l'unica persona al mondo che doveva essere messa al corrente di quello che stava succendendo, la mia migliore amica Ilary.

Composi io numero e lei rispose al 3 squillo "Ma ciao occhi di ghiaccio, tutto apposto?" mi chiamava così da quando avevo 6 anni per via del colore dei miei occhi. Erano di un azzurro molto acceso, lei diceva quasi innaturale ma per me erano solamente semplici occhi. L'importante era che funzionassero poi il resto non mi importava.

"Ciao Lily, qui le cose vanno talmente di merda che potrei battere una fogna" lei rise al mio commento.

"Sono incredibili i paragoni che inventi, mi sorprendi ogni giorno"

"Che vuoi che ti dica? Sono piena di sorprese" dissi iniziando a camminare verso casa sua. La sua casa distava solamente un paio di kilometri dalla mia, quindi non mi ci sarebbe voluto molto per arrivare. A Miami le case sono praticamente tutte raggruppate insieme.

"Dai su dimmi che succede, ancora problemi con Satana?" Satana era mia mamma, lei la chiamava così e io non la contraddicevo mai.

"Come al solito...ma questa volta è davvero uscita di testa. Aspetta sto per arrivare di fronte a casa tua, inizia a scendere"

"Cosa? Sono ancora in pigiama, sali tu" risi tra me e me. Era mezzogiorno passato, ma questo non mi sorprendeva più di tanto, si alza sempre tardi. Diciamo che lei e la mattina hanno um rapporto complicato.

"Allora muoviti e cambiati, sai che odio stare in spazi chiusi quando si deve parlare di cose importanti" la sentì sbuffare dal telefono e subito dopo sentì un tonfo seguito da una imprecazione molto poco elegante.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 29, 2016 ⏰

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