CAPITOLO 2

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Per quanto l'idea mi piacesse, e non era la prima volta, sapevo che non potevamo continuare a fare così. Non che non mi dispiacesse trombarmela quando e come volevo, ma da tempo avevo notato dei cambiamenti nell'atteggiamento di Chis verso Alex,e beh.
Credo proprio che quel coglione si sia innamorato della famosa "vipera nera".

Alexie non era una ragazza facile,anzi era fin troppo difficile.
Ha trafitto più cuori lei che tutte le spade di Roma messe insieme.
Ci sapeva fare.
Magari lei già lo sapeva che Chris era perso per lei, ma continuava a fare l'indifferente.
Beh tutti lo sapevano. Lo si vede da come la tratta.
Ed al Alex piacciono le attenzionzi.

"Dai,una doccia soltanto,il mare mi ha messo fame." Disse sorridendomi
"E quel povero cristo continuerà a morire dentro, e so che a te piace, vero?"

" Lo sai che amo le attenzioni di quei sfigati che mi corrono dietro"

"Si,ma con lui ci abiti."

"Non mi importa. Dai quindi questa doccia?"

Mi sollevò la maglietta e io acconsentì a farmela togliere completamente,lasciandola osservarmi.

Conoscendola tra lei e lui ci fu qualcosa una sera,ma non lo ammetterà mai. E beh.
Come già si sapeva,finimmo per farci la doccia a modo nostro e Alex non era neanche il tipo che se le piaceva qualcosa si stava zitta.
Credo che ci abbiano sentito persino in Alaska.
Tanto che quando finimmo sentimmo qualcuno passare vicino la finestra del bagno,che dava sulla strada,farfugliare qualcosa.

Ci vestimmo e andammo giù in salotto dove ad aspettarci c'erano Chris,al quanto strano, e Dan che parlava con Josephine,la sua ragazza.

"Beh dai,tocca davvero a me cucinare stasera?" domandai io sperando mi dicesserò di no

"SI" risposero in coro.

Che palle.

Sconsolato per la risposta avuta persino in coro,mi diressi in cucina a preparare ciò che sarebbe stata la nostra cena.
Presi un po di sugo già pronto e lo riscardai in padella,poi feci bollire l'acqua sul fuoco e arrivata ad ebollizione gettai la pasta. Scotta la pasta dentro il lavabo la rigettai in padella e la condii con quel sugo preparato poco prima.
Dan mi aiutò a preparare i piatti,mentre Alex e Chris preparavano la tavola. Lo fecimo apposta per vedere la reazione di quei due da soli a fare una cosa in comune, ma chris non aveva la pelle per chiedere e Alex era troppo indaffarata da notare il suo comportamento.

Portammo la cena a tavola e cenammo tra qualche risata e qualche annedoto. Finito di mangiare, io e Dan sparecchiammo,mentre Alex e chris lavarono i piatti e la cucina ormai devastata al mio passaggio.

"Come puoi ridurre la cucina tutte le volte così?!" urlava Alexie dalla cucina verso di me "Non so da dove cominciare"

"Dai ALexie,non e da te non sapere da dove iniziare"

Le dissi io ribattendo al suo urlio poco elegante e sapevo che se non ribatteva più era perchè avevo ragione.

Finito di sistemare tutto,guardai l'orario e si fecero 00:26.

Dan era al quanto stanco e sfinito per la giornata ando in camera sua insieme a Josephine,situata al piano di sotto rispetto alla camera mia e quella di alex,mentre io Chris e Alex restammo sul divano a continuare a parlare.

Volevo vedere se magari dopo i miei consigli, Chris li metteva in pratica. Così con la scusa che ero stanco mi diressi in camera mia,situata al piano di sopra.
Nel salire le scale sbirciai a traverso di esse quei due seduti sul divano, e come mi aspettavo restavano a giocare con il telefono a scherzare,pur sapendo cosa fosse successo prima in bagno tra me e Alex e cosa successe una sera che loro conoscono bene.
Amareggiato per il povero Cristo di Chris,mi tolsi maglia e pantalone e mi gettai sul mio letto.

Non ero per niente stanco,anche perchè da un paio di anni sto così.
Così mi misi a leggere un libro preso in biblioteca e come sapevo già lo finii in una nottata,tanto che alla fine del libro guardai l'orario senza nessun sgomento.

Erano le 4:42.
Il sole stava per spuntare dalla mia finestra posta accanto al letto.
La luce entra lentamente lasciando sul muro posto di fronte una strana forma che tra colori e ombre,decorano la stanza piu' di quanto lo sia gia.
Resto ad aspettare l'alba.
Un altro giorno e' passato.
Ho qualche idea così di diriggo sotto nella cantina dov'è posto il mio "studio".
Tra qualche foglio buttato e inchiostro sprecato
non so come,o perchè ripresi a scrivere dei testi e a disegnare.
Tutti mi dicevano che avevo il dono di saperci fare con le parole.
Così decisi quel giorno di riprendere a fare arte di strada. Dopo tutto la strada e la mia seconda casa. C'ho passato molto tempo su 16 anni di sopravvivenza. So come gestirmi da solo e cosa fare di me quando e come voglio.
O almeno cosi credo.
Delle volte mi sfugge il controllo di me,dandomi l'impressione che quel peso in mezzo al petto aumenti sempre più. E delle volte non lo so gestire e se ci provo lo faccio in modo errato.
Ne sono pienamente consapevole.
Fanculo.
Me ne faccio una raguione e a me va bene. Io sono così. Anche se a volte molto spesso non vorrei esserlo.
Non vorrei essere niente ma tutto e niente.
Concetto molto contorto e strano.

Penso di averci passato molto tempo in quello "studio" tanto che quando salì al piano Alex era già uscita per andare in spiaggia e con essa molto probabilmente Dan e Chris,così li chiamai e mi diedero conferma che erano in spiaggia.

A prima pensata,non ci feci caso al tempo passato e a tutti quei fogli che di sicuro sarebbe passato molto alla loro realizazzione, e mi diressi in spiaggia.
Avevo già "imbrattato mezza città e qualche altra con i miei schizzi,e alcuni mi conoscevano ma da un pò avevo smesso anche se ne ho di idee.

"Eccoti finalmente,quanto tempo sei rimasto la sotto?" mi domando Dan guardandomi spuntare da lontano.

"Ero in studio a gettare qualche schizzo e qualche testo ,non sapevo che fare ed avevo qualche idea."

"beh messo il costume"

"Certo che si,non lo vedi?"

"bene allora.."

Nemmeno finii di parlare che gli altri mi presero da dietro e mi gettarono in acqua.

Passammo la mattinata in spiggia e arrivata l'ora di pranzo premdemmo qualche birra e qualche panino dalla borsa che preparò evidentemente Alex.
Tra partite a racchettoni,tuffi decisamente poco olimpionici e risate il tempo passò.

Verso fine pomeriggio stavano dando una partitella di calcio in spiaggia ma restavo a guardare il sole calare sempre più.


Niente da fare.
Mi misi a giocare come un coglione. Era come se avessimo 5 o 6 anni ciascuno.

La gente in spiaggia iniziava a rientrare a casa mentre noi stavamo per finire il primo tempo.


A causa del piene storto di Dommy la palla finì in acqua e fine dei giochi.
Dopo averlo insultato e malmenato ci salutammo tutti,dandoci appuntamento a più tardi.

Nel ritornare verso casa notai una ragazza,stranamente con una felpa in pieno luglio come se sentisse freddo.
Mi fermai e la guardai.
Aveva dei capelli lunghi e molto mossi ,quasi più sul ramato e per un momento intravidi anche il suo viso.


Ero certo che lei sapeva che la stavo guardando visto il suo complortamento. Infatti dopo essersi voltata in maniera al quanto veloce,se ne andò.


Ripresi a camminare veso casa posta a pochi metri da me,ripensando a chi fosse.


Ma al mio solito non le diedi tanto peso,cosi arrivato a casa,mi lavai giocai un po alla playstation con gli altri e ci preparammo per andare in un locale dove poco prima c'eravamo dati appuntamento con gli altri.



Ero all'oscuro ancora che quello sguardo sarebbe stato uno dei tanti.

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