Era il quattro luglio, e a New York, come di consuetudine, si festeggiava il giorno d'indipendenza. Fiumi di persone inondavano le strade e si infilavano nei negozi, per completare i preparativi per la festa più importante dell'anno. La gioia regnava sovrana. L'unico che pareva non farci caso era il Sommo Stregone di Brooklyn. Per Magnus il quattro luglio era, al contrario, il giorno più brutto mai vissuto nel corso dei suoi quattrocento anni di vita su questa terra. Quello stesso giorno, infatti, circa cinquant'anni prima, aveva perso Alexander Lightwood, l'amore della sua vita.
Era un ragazzo testardo, Alec. Quando prendeva una decisione, nessuno poteva fargli cambiare idea. Non sua sorella, non i suoi amici, non Magnus, l'amore della sua vita, che aveva avuto una sorta di visione, una premonizione che non lasciava ben sperare riguardo l'esito della missione alla quale lo shadowhunter stava per prender parte.
"Tu non vai da nessuna parte, Alexander Lightwood. Non ho alcuna intenzione di lasciarti andare, non adesso."
"Magnus ti prego, sei il mio ragazzo, non mia madre. E poi sai come funziona, una premonizione è vera solo se la fai avverare. E con me non succederà, promesso. Sono un bravo shadowhunter,io."
"Non lo metto in dubbio, fiorellino. Però neanche il più bravo fra i cacciatori di demoni può sconfiggere il destino. E poi io non posso perderti."
"Oh andiamo" disse il cacciatore accennando una risatina isterica "tu sei immortale, io no, prima o poi ci separeremo lo stesso."
"Ma tu sei la mia anima gemella, Alec "
Una lacrima percorse il viso del Nascosto, e il cuore di Alec non potè fare a meno di stringersi in una dolorosissima morsa. Quanto lo amava. In un impeto di passione, dal ciglio della porta corse verso di lui e, raggiungendolo sul letto, lo baciò, con passione. Lo stregone istintivamente si distese, portando sul suo addome il cacciatore che con violenza gli strappò via la maglia che, come al solito, era stracolma di lustrini e paillettes. Il ragazzo assaggiò, prima pian piano, poi sempre più voracemente, il sapore dell'immortale, mentre le sue dita affusolate seguivano il disegno degli addominali scolpiti. Poi le sue labbra iniziarono a scendere, accarezzando tutto il busto per poi arrivare all'intimo: in quell'attimo di piacere eterno, Magnus emise un gemito e, inarcando la schiena, si aggrappò a quella del giovane, lasciandovi dei piccoli graffi. La notte proseguì con questo andirivieni di piacere e dolore, finché, stremati, i due si addormentarono, abbracciati e sorridenti.
Al mattino, lo stregone si svegliò senza trovare nessuno al suo fianco. Al posto di Alec, un bigliettino recitava 'Amore mio, non sarà la fine, io tornerò.'
Quello fu l'ultimo giorno.Il Sommo Stregone di Brooklyn guardava tristemente gli splendenti fuochi d'artificio che coloravano il cielo scuro di mezzanotte.
"Noi eravamo fuochi, fuochi d'artificio finiti troppo presto" pensava.
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FanfictionQuando partecipi agli event, hai modo scrivere diverse one short. Poi qualcuna di queste ti lascia soddisfatto e pensi «ma magari potrebbe leggerla anche qualcun altro, boh» E allora eccomi con la mia raccolta multifandom, spero vi piaccia