Capitolo 10

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Thomas fu il primo a svegliarsi. Pensò che il corpo di Newt fosse ancora intontito per essere ritornato dal regno dei morti. Si voltò a guardarlo, e trattenne a stento una risata. Si aspettava un volto da angioletto, o quanto meno da bambino indifeso, invece Newt sbavava sul terreno e russecchiava ogni tanto,grattandosi il naso per un motivo misterioso. Chissà cosa stava sognando, chissà se poteva ancora sognare.
Newt si agitò nel sonno, contorcendosi e pronunciando parole confuse ma con tono lamentoso. Preoccupato, Thomas si gettò su di lui come per proteggerlo dall'attacco dei mali. Newt smise di tremare, ma aveva ancora un peso addosso,letteralmente, un peso che lo fece svegliare perché cercava di levarselo di torno.
-Tommy,che...che caspio fai?
-Beh,pensavo avessi freddo.
Newt si mise seduto, la fronte aggrottata e un'espressione confusa mentre guardava Thomas.
-E quindi hai pensato bene di...spiaccicarmi?
Thomas non riusciva a trovare argomenti a sua difesa. La verità era che aveva semplicemente avvertito l'istinto di stendersi su di lui. E la verità, per Newt, è che non gli dispiaceva affatto. Scoppiò a ridere cercando di nascondere i pensieri che dal nulla si stavano insidiando nella sua mente. Thomas su di lui, abbracciati nella notte ma svegli, sveglissimi, impegnati a sorridersi e ad accarezzarsi i capelli ancora coperti da pochi vestiti che presto sarebbero volati via. La sua bocca tappata dalla mano di Thomas per non essere sentiti..."Sono tornato pazzo",pensò Newt.
Thomas ebbe la stessa paura sentendo quella risata di Newt. Non poteva immaginare che fosse solo una copertura per l'imbarazzo provato dal suo amico nel pensare quelle cose. Non poteva immaginare di non essere l'unico confuso su tutto, a cui stavano crollando addosso tutte le convinzioni che aveva costruito attorno a sé. Anzi, che altri avevano costruito. Era stata l'abitudine a un mondo monotono a formarlo così com'era. Per questo sembrava sbagliato, sembrava strano e imbarazzante, ad entrambi.
Thomas si allontanó di qualche centimetro, e quel gesto fu percepito da Newt come un'offesa. Davvero pensava che fosse pericoloso?
-Tommy, non sono ancora tornato ad essere fuori di testa. Ridevo per...sdrammatizzare, ecco.- disse a Thomas, che nel frattempo si rimetteva in piedi pulendosi dalla terra.
-Penso che dovremmo cercare anche noi un modo per tornare al campo. Minho non tornerà indietro rischiando di perdere la strada.- affermó con tono fermo.
Sapevano entrambi quanto fosse palese quella bugia. Conoscevano Minho, ed era loro amico. Sapevano tutti e due che non li avrebbe lasciati indietro, ma Newt finse di dar retta al suo compagno capendo che voleva solo una scusa per occupare il tempo. Si alzò anche lui, con le mani in tasca, pronto- per quanto gli fosse possibile nelle sue condizioni -a seguirlo.
Thomas camminava provando a lasciare brandelli di vestiti lungo la strada, e non disse una parola per tutto il tempo. D'altra parte,nemmeno Newt parlò molto. Provava ad aprire un discorso quando poteva,ma senza ricevere risposta.
-Tommy,sicuro che sia la strada giusta?- non gli rispose nemmeno con un cenno del capo.
-Tommy,che mi sono perso in questi giorni?- e lui continuava a strappare i propri vestiti.
A un certo punto, Newt scoppiò, e parandoglisi davanti quasi gridò in faccia a Thomas.
-Tommy,che caspio devo fare per avere una risposta?!
Thomas semplicemente alzò gli occhi da terra, occhi inespressivi. Non voleva ammetterlo, ma nemmeno ricordava più per quale motivo non gli stesse parlando. Succede sempre così, a "litigare" per ragioni stupide. Ma succede anche che per orgoglio nessuno chiede scusa all'altro. Infatti, Thomas non disse nulla, non si mosse se non per fargli capire di averlo sentito. Nel frattempo, nella sua testa, gli vennero in mente mille risposte. Avrebbe potuto abbracciarlo, avrebbe potuto dirgli quanto era importante per lui, avrebbe potuto...baciarlo,forse. Questo avrebbe potuto fare Newt. E invece, stava lì impalato, a fissarlo. "Parlami,Tommy",diceva tra sé e sé.
Thomas iniziò a ricambiare gli sguardi. Era così bello. No,non era bello,era...strano. Bello strano. E tutto sporco di terra. Gli occhi spenti dalle esperienze. Non resisteva più. Quasi iniziava ad accettare le sue emozioni e davvero non riusciva a fermarle.
-Tu hai idea di che effetto mi fai,Newt?
L'amico cambiò subito espressione. Forse lo sapeva: provava le stesse cose. E non pensava di essere ricambiato, ma magari si sbagliava. Il suo cuore iniziò a battere a ritmo irregolare. Deglutì. Gli si bloccarono le parole in gola. "Mi fai lo stesso effetto,Tommy". Perché non riusciva a dirglielo?
-Fanculo.-sussurrò Thomas, andando verso Newt. Lui arretrò, non capendo le sue intenzioni.
Ma Thomas lo bació. Lo baciò davvero. Un bacio a stampo, niente di più, ma quel contatto che mai avevano avuto prima cambiò tutto per entrambi.
Thomas si staccò lentamente, sorpreso da se stesso. "Che caspio ho fatto?". Avrebbe potuto perdere il suo migliore amico. Eppure, era così felice. Come poteva essere sbagliata una cosa che ti fa stare tanto bene? Si mise una mano tra i capelli e l'altra sulla bocca, per non lasciarsi sfuggire urla disperate o singhiozzi che lo avrebbero fatto piangere.
Newt restó immobile. Il folletto dentro di lui stava ballando di gioia, una gioia che non riusciva a esprimere. Notò la preoccupazione di Thomas, e capì che toccava a lui.
Si lanciò verso Thomas e lo baciò ancora. Stavolta, un bacio vero. Con la lingua, le mani dietro la nuca e tutto il resto. E se l'inizio era stato un po' impacciato, dopo sembró loro che lo facessero da sempre. In effetti, si amavano da sempre.
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salve ragazziii. capitolo un poco più corto del solito, ma mi serviva per sbloccare la situazione Newtmas. iniziate a fangirlare adesso,su su.

The Maze Runner - La Vita Dopo WickedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora