Parte 2

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C'erano già tutti seduti al tavolo apparecchiato a regola d'arte, con tanto di candele profumate e centro tavola rosso vivo. Liam corse ad abbracciarla uscendo dalla cucina, tutto rosso in viso, perché "è quasi pronta la mia specialità, torno un attimo di là, non vorrei si bruciasse tutto", Louis e Harry da una parte, con Louis che chiedeva se fosse stata una buona idea lasciare la loro bambina da Taylor e Harry "Lou, ti prego, se non è brava Taylor con i bambini!" e poi andarono ad abbracciarla anche loro, Louis le scompigliò i capelli. C'era pure Zayn, in un angolo, intento a disegnare qualcosa sul suo tovagliolo – le fece un mezzo sorriso, alzando appena il capo, lui era fatto così. Perrie le venne incontro e le lasciò due baci sulle guance.
«Sono veramente contenta di vederti, sei in splendida forma.»
«Grazie, Perrie, anche tu, davvero.» anche Perrie una volta si tingeva i capelli di mille colori diversi, era la sua compagna di esperimenti. Una volta lei se li era fatti blu e Perrie lilla, avevano imbrattato tutta la vasca da bagno e la madre di Perrie si era arrabbiata come mai prima. Adesso quella giovane donna che le stava davanti, aveva lasciato posto al suo biondo naturale e a dei vestiti decisamente più sobri – erano cresciute. Craig le dava le spalle, stava osservando fuori dalla finestra, con un calice di prosecco in mano. Si voltò lentamente e­—sorrideva mentre le andava vicino.
«Cher da quanto tempo. Come stai, cosa ti riporta qua? Xander?» le chiese tranquillamente, alzando il calice come a brindare per il suo ritorno. Questa reazione non se l'aspettava. Cher era stordita, troppi occhi che la guardavano contemporaneamente, lei in quella stanza come se in realtà non se ne fosse mai andata, come se si fossero visti tutti quanti il giorno prima e come se il mattino dopo si sarebbero trovati tra i banchi di scuola, uno vicino all'altro.
«Tutto—tutto bene. Con Xander è... finita.» rispose in un sussurro, non c'era altro da aggiungere e non ci provava nemmeno a nascondere il disagio.
«Forza, sediamoci a tavola, è pronta la cena!» Sophia era raggiante col suo tubino color caramello, «E' stato Liam a preparare l'arrosto, fidatevi è buonissimo.»
«Lo sappiamo che Liam adora cucinare. Sophia sei una ragazza fortunata.»

Le scarpe buone.
Le avevano detto di prendersi delle scarpe buone, lucidate, ma Cher—lo aveva dimenticato. Avrebbe dovuto comprarle il giorno prima, ma poi Lavinia le aveva proposto di andare ad una festa nell'Irish Pub gestito dal suo ragazzo, che poi ce n'era una ogni giovedì, venerdì e sabato sera – niente di nuovo. E quindi si era svegliata con un gran mal di testa, con addosso una maglietta dei Ramones non sua, che sapeva da erba, dei pantaloni della tuta e in un divano che non riconosceva.
Merda. Era pure in ritardo, come avrebbe potuto ricordarsi delle scarpe buone? Infilò il cappotto e i suoi soliti stivali logori, quelli sporchi di fango sulle punte, ed aveva preso al volo al metro, diretta verso il teatro in Urban Street *. L'Urban Theater era un teatro prestigioso, sfornava almeno un centinaio di spettacoli all'anno, era sempre attivo, impossibile non conoscerlo in città ed era un ottimo trampolino di lancio. Era il giorno del provino, era quello che avrebbe determinato il suo futuro: o sarebbe ritornata a Malvern e quella era stata una semplice vacanza di tre settimane o sarebbe rimasta lì molto più a lungo, per un tempo indefinito. Arrivata al teatro passò davanti una parete riflettente, vide che aveva una striscia di trucco nero lungo la guancia, cercò di tirarsela via alla bell'e meglio. Era pronta, mancava poco. C'era della gente in sala d'attesa, una lunga fila di ragazze e ragazzi che si mangiucchiavano le unghie, osservavano il soffitto o battevano i piedi nervosamente. Una ragazza era appena uscita dalla sala prove urlando di gioia, abbracciando un'amica.
«Cher Lloyd.» una voce maschile la chiamò da dentro la stanza – era arrivata giusto in tempo. Era pronta per provare la parte di Ermia in
Sogno d'una notte di mezza estate, un classico, ma era la prima volta che recitava seriamente, non poteva puntare troppo in alto. Quando salì sul palco c'era già un altro ragazzo preso per la parte di Teseo, ai piedi del palco, un uomo barbuto e due signore sulla cinquantina facevano sa giudici ed erano probabilmente i registi dello spettacolo. L'uomo la guardò storto, per un attimo, soffermandosi sui suoi stivaletti, che aveva proprio davanti agli occhi – ah, ecco perché le scarpe buone. L'uomo tossì e fece finta di nulla, scosse una mano verso la sua direzione e «Prego, inizi pure dalle prime battute del primo atto.» le disse, scrivendo qualcosa in un foglio già pieno di scarabocchi.
Cher prese un bel respiro e tirò fuori tutta la voce che aveva, in modo da farsi sentire anche dall'ultima sedia, vuota, in fondo al teatro. «ERMIA: Lo è anche Lisandro.»
«TESEO
: Senz'altro in sé lo è. Ma nel caso in questione, mancandogli il consenso di tuo padre, l'altro su di lui prevarrà.»
«ERMIA: Oh, potesse mio padre vedere coi miei occhi!»
«TESEO: Meglio sarebbe che guardassero i tuoi con la saggezza sua.»
«ERMIA: Supplico vostra Grazia di perdonarmi. Non so per qual potere io tanto ardisca né quanto si convenga alla modestia mia perorare il mio pensiero a Voi dinanzi. Ma supplico vostra Grazia di farmi sapere qual è la sorte peggiore che m'attende, se rifiuto Demetrio per consorte.»
«TESEO: O la morte, oppure rinunciare per sempre alla compagnia degli uomini. Perciò, mia bella Ermia, interroga i tuoi desideri, considera la tua giovinezza, esamina gl'impulsi del tuo sangue, e cerca di capire se, ribelle alla scelta di tuo padre, potrai sopportare la veste monacale, rimaner per sempre chiusa in un ombrato chiostro a trascorrer l'esistenza da sterile suora, salmodiando inni sommessi alla luna fredda e infeconda. Tre volte sian benedette coloro che, frenati gl'impulsi del sangue, van pellegrine sul sentiero della castità; ma, in questo mondo terreno, più felice è la rosa distillata che non quella costretta ad appassire su virgineo rovo, che cresce, vive e muore, in solitudine beata.»
«ERMIA: E così crescerò, così vivrò, così morrò, mio Signore, anziché cedere il privilegio della mia verginità a questo giovane, al cui giogo indesiderato l'anima mia non riconosce sovranità.»

«Stop!Stop!» l'uomo barbuto si alzò in piedi e iniziò a battere le mani, seguito dalle altre due donne, «Fantastico signorina Lloyd, veramente fantastico! Oggi deve essere il nostro giorno fortunato, perché abbiamo appena trovato la nuova Erminia.»
Cher lo guardò incredula, si indicò, chiese se fosse proprio lei la fortunata ad interpretare Erminia e i tre giurati le strinsero la mano, seguiti da "Teseo", che poi scoprì si chiamava Dane.
«Complimenti.»
«Grazie—grazie di cuore, veramente.»
Alla fine a Cher chiesero di rimanere lì con loro, o di ripassare qualche ora dopo, così con la troupe completa avrebbero festeggiato da qualche parte, avrebbero preso l'aperitivo di rituale di iniziazione, "così si conoscevano meglio" – Cher non poteva non accettare. Se avesse fatto buona impressione coi registi e con gli altri colleghi, oltre a fare un buon lavoro sulla scena, avrebbe avuto altri ruoli assicurati.
Tornò a casa che erano già le nove di sera, era stanca, aveva voglia di farsi una doccia calda, cambiarsi e far passare in qualche modo quel mal di testa che non la lasciava dalla mattina – se l'era cercata. Inviò un messaggio a Xander, gli chiese se poteva preparargli qualcosa per cena o almeno scaldarle un po' di pasta. Lui non rispose.
«Xander sono a casa! Xander?»
«Sssh, stanno facendo Inghilterra contro Stati Uniti, li stracceremo quei bastardi!»
«Xander, ti avevo chiesto solo un favore, uno! »
«Ehi, ehi—sono stanco anche io! Ho lavorato tutto il giorno per mantenerti, cazzo, un po' di rispetto!» iniziava ad alzare la voce, questo Cher non lo sopportava, ma non era nemmeno capace di starsene zitta.
«Ho avuto il provino, oggi. E tu te ne sei dimenticato. Ho lavorato anche io oggi, per darci un futuro migliore – a tutti e due sai? È questo lo spirito di squadra che ci si aspetterebbe dal proprio ragazzo?» Xander probabilmente non l'ascoltò neanche. Continuò a bere la sua birra in bottiglia, esultò quando l'Inghilterra segnò il 2 a 1. Cher scosse il capo sconfortata e si aprì una scatolina di tonno con dei fagioli – alzò un bicchiere d'acqua per festeggiare la sua riuscita e si disse che non poteva nemmeno lamentarsi, alla fine era una ragazza fortunata.

Dimmi che resterai.Where stories live. Discover now