Quanto era passato? Un anno? O forse qualche mese in più, dall'esperienza che gli aveva cambiato da vita? Eppure sembrava tutto così lontano, erano tutti così lontani da lui. Non che si aspettasse di vederli ogni giorno, di bere una birra con i compagni di quella splendida avventura, di rimanere in ottimi rapporti con tutti. Era sempre stato un tipo realista, aveva immediatamente capito come funzionasse quello spietato programma che, in realtà, era molto simile alla vita vera, e sapeva che i rapporti nati in quelle circostanze potevano durare per anni oppure morire subito dopo la fine di tutto. Almeno da lui, però, qualcosa se l'era aspettata, si era illuso che almeno lui fosse diverso, che ci fosse qualcosa di più in quell'abbraccio stretto che si erano scambiati quando aveva vinto ed era felice per lui, lo era veramente, perché sapeva quanto se lo meritasse, perché voleva che ottenesse tutto quel successo che aveva sempre sognato, gli augurava tutto il bene del mondo e non aveva avuto paura in passato della sua fama, non aveva temuto la sua ascesa perché era sicuro che quel loro legame non si sarebbe reciso così facilmente...almeno così credeva.
Lui e Lorenzo si capivano al volo, bastava soltanto uno sguardo perché l'uno sapesse cosa stava pensando l'altro, erano anime affini nonostante i background e i gusti in tutto praticamente opposti, erano due corpi separati ed un'anima legata indissolubilmente, tra di loro vi era un legame che prescindeva da ogni cosa, da ogni differenza e difetto, dalla distanza e dalle difficoltà, eppure si era reciso proprio come si era creato: inaspettatamente e senza chiedere alcun permesso.
Erano passati dal sentirsi ogni giorno, con entusiasmo e tanta voglia di parlare, al ritagliare qualche attimo per loro nel fine settimana, raccontandosi attraverso uno stupido telefono ogni novità, ogni tassello fuori posto, ogni buona e brutta notizia. Poi, all'improvviso, Lorenzo aveva iniziato ad avere sempre meno tempo – impegnato com'era con il suo imminente tour, diceva – ed avevano spostato quelle chiamate ad una volta al mese, poi una volta ogni due ed infine Marco – perché Madh svaniva al cospetto di quel ragazzo a lui così caro – aveva finito per guardare lo schermo del cellulare in attesa, sempre meno sicuro, che l'altro desse un segno di vita. Lui non si era arreso, aveva continuato a mandargli dei messaggi, ad informarlo dei cambiamenti che avvenivano nella sua vita, ad invitarlo ad eventi vicini a cui lui non aveva mai partecipato, che non aveva mai neanche preso in considerazione; lui era sempre stato lì, la porta socchiusa in attesa dell'arrivo dell'altro che, però, non si era mai più presentato...Non si era mai più fatto vedere.
Non che non si sentissero, ogni tanto provava anche a rispondergli al cellulare – sempre di fretta, diceva – ma lo liquidava dopo una manciata di minuti, schivo e sfuggente come non era mai stato, per poi pubblicare una foto di sé in riva al mare con un finalmente un po' di relax che gli faceva ribollire il sangue nelle vene ogni dannata volta. Non aveva mai chiesto la luna, non pretendeva mazzi di fiori per il suo compleanno, messaggi chilometrici e visite quotidiane, rivoleva solo indietro Lorenzo, quel ragazzo che lo faceva ridere con quelle sue battute squalide e che, quando poteva, chiacchierava con lui fino a che non si addormentava – sempre lui per primo, nonostante Lorenzo non fosse un nottambulo - sussurrandogli una buonanotte all'orecchio, quando era ormai nel mondo dei sogni, ed inviandogli una foto di sé nascosto sotto le coperte, con quel sorriso dolce che l'aveva conquistato e che non riusciva proprio a dimenticare.
Erano andati avanti, si erano lasciati X Factor alle spalle, ed avevano voltato pagina, solo che lui aveva custodito gelosamente quel sentimento nato in quel grande loft, cullandolo ed accudendolo come se fosse il suo più prezioso gioiello, mentre Lorenzo lo aveva lasciato indietro, inserendolo tra quelle pagine già ingiallite che facevano parte del suo passato; l'aveva messo da parte, accantonato, liquidato senza alcuna spiegazione, e non c'era nulla che facesse più male, che gli spezzasse maggiormente il cuore, che osservare quella foto appesa alla parete del suo appartamento a Milano – lui, Lorenzo, quell'abbraccio infinito che si erano dati alla finale di X Factor – e sentirla così lontana da aver dimenticato che sensazione si provasse ad abbracciarlo, ad abbracciare l'ormai famoso Lorenzo Fragola. Gli lacerava il cuore.
Faceva così male, nonostante avesse avuto mesi per metabolizzare e centinaia di ragazzi e ragazze pronti a fargli dimenticare quegli occhi sempre così espressivi, che aveva smesso di osservare il cellulare, di controllare il suo profilo Instagram, di fingersi parte della sua vita solo aggiungendo un misero like ad una sua foto; si era quasi rassegnato, o forse si stava semplicemente abituando all'idea che l'altro fosse lontano anni luce da lui, che quando la redazione X Factor prima e Fedez dopo gli comunicarono che era stato invitato all'X Factor Arena, insieme ai suoi vecchi compagni di viaggio, al suo giudice, ai nuovi concorrenti e a...lui, era stato tentato di rifiutare, rispondendo un grande no ad alta voce e smettendola, per una volta, di essere lui la vittima; voleva fargli del male, non partecipare, non presentarsi, fargli sentire la sua mancanza.
Voleva non esserci per lui, almeno quella volta.
E se a lui non fosse importato nulla?
Inutile dire che accettò, senza realmente davvero esitare, e si sentì un idiota nel realizzare un mentale conto alla rovescia, preparandosi a quell'incontro con giorni di anticipo, a quel momento da lui tanto atteso, cercando le parole adatte da pronunciare per lasciare il segno, per non lasciarsi dimenticare...non quella volta almeno.
Era un idiota, sì, ma non poteva farne a meno.
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Don't say it's over.
FanfictionEccomi di nuovo qui con una Ladh, stavolta ispirata da un promp di cui ho discusso con una ragazza su Twitter. Non ho molto da dire, tranne che mi ha fatto molto penare e non so se alla fine abbia un senso oppure no. Quindi, beh...Spero vi piaccia. ...