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Sei un piccolo deficente, alle elementari. Hai una reputazione decente con i tuoi compagni, ma li vedi come semplici "creaturine inutili" perché del tipo raggionano 20 volte meno di te. "Allora... 20-3 devo fare 0 meno 3 non si può..." Cazzo daje! Muviti, prima che ci facciamo vecchi. Ecco, la situazione era più o meno questa, solo che io non tenevo niente dentro, mi esprimevo sempre. Non avevo mai la bocca tappata, e ciò era irritante per tutti, compreso me. Ecco, questo infondo era qualcosa di Ok(?). Diciamo che l'unica cosa che mi dava fastidio è che mi davano tutti del frocio. Io non ho niente contro nessuno; sono bisex e non scasso l'anima per avere diritti o cose del genere, semplicemente mi adatto. Il fatto è che non capivo la loro motivazione nell'insultarmi. Insomma, ero un po' affemminato, ma era cosa da poco. Fatto sta che spesso mi rompevano le palle. Una volta, un cretino della classe(diciamo il paiaccione), si alleó con molti e iniziarono ad assillarmi:"Frocio, frocio, ricchione, ricchione", per poi ridere come deficenti. Una volta, scocciato, presi quel nano del cazzo per la gola e lo appiccicai al muro. Lui iniziò a fare del tipo:"No, ti prego, non mi menare con le Barbie, per favore". Gli sganciai una cazzotto su quella trippa che penso se lo ricordi fin'oggi. Iniziò a piangere e, niente, dopo di che la maggior parte della classe iniziò a rompermi il cazzo perché che non ero corretto, che mi abbassavo al suo livello e io ero tipo:"Ma, are you skerzing?!". Vabbe', quindi per questo la classe mi odiava. Diciamo che in sintesi ero io contro tutti, niente più. Ciò che mi piacque di più fu il passaggio alle medie. Mi sentivo tipo liberato dalla prigione di tutti quanti loro che mi detestavano. All'inizio pensavo avrei avuto problemi con gli amici in prima, ma ora questo pensiero non me lo ritrovo minimamente. Qui ho due dei miei migliori amici, la peggior persona che conosca, ma soprattutto l'amore della mia vita. Ora, non dico che questo amore si materializzi solo in instinti di stupro nei suoi confronti, dico solo che ho scelto lui come persona che occupasse il primo posto della mia vita, tutto qua. Per primo posto, intendo il sorriso prioritario, ovvero il primo sorriso che deve esserci, quello suo. Per me posso anche essere triste, ma se lui è felice, allora sono apposto. È proprio per lui che farò cose che non avrei dovuto fare... o forse si... Si! Io quelle cose dovevo farle. Insomma, meglio cacciare fuori la rabbia che tenerla dentro e farti mangiare piano piano, giusto?

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