Gennaro scostò gli occhi da quelli di Alessio dopo averlo visto arrossire, e essere arrossito lui stesso.
La distanza tra i due era talmente poca da poter essere percepita con tutti i sensi. Gennaro sentiva lo spazio tra i loro corpi attirare in ogni modo la loro attenzione, bruciava, doveva essere colmato, era un bisogno primario. Entrambi pensavano in sincrono, gridavano in silenzio all'altro di agire, di riempire quel vuoto enorme, ma tentennavano, continuavano ad aspettare che l'altro facesse qualsiasi cosa.
D'un tratto tutto era sparito: non c'era più il loft, la competizione, gli amici al piano di sotto, esistevano solo Alessio e Gennaro, ognuno pensava più forte che poteva all'altro, senza sapere precisamente a cosa pensare, facendolo e basta.
Alessio si decise finalmente a spostare le mani dietro al collo dell'amico, e a riempire quello spazio, i corpi dei due erano del tutto a contatto; Gennaro appoggiò lentamente le mani sulla schiena dell'altro, e il capo sulla sua spalla, accennando un sorriso che Alessio non poteva vedere, ma che imitava alla perfezione. Quanto poteva essere intimo un semplice abbraccio nessuno lo sapeva bene come i due ragazzi. Sentivano i reciproci respiri; Gennaro chiuse gli occhi per vivere a pieno quell'istante così prezioso, mentre Alessio cercava di guardare il più possibile dell'amico stretto a lui, nonostante lo conoscesse già perfettamente.
Ha anche un buon odore, pensò il moro, senza costringersi a scacciare quel pensiero; ora sentiva che ogni cosa era al proprio posto, tutto era giusto.
L'altro continuava a respirare sulla spalla dell'amico e ad annusare il suo profumo, non poteva non farlo perché sapeva di Alessio, e lo tranquillizzava. Perché non può essere sempre così?, pensò Gennaro malinconico e appagato allo stesso tempo. Forse è troppo per me. Ora mi stacco da lui. Sì. Ma è così caldo e piacevole, anche i pensieri del biondo erano contrastanti, e se fosse stato per lui avrebbe sempre vissuto così, allacciati in quel modo piacevole e rassicurante. Un sospiro decisamente udibile sfuggì a Gennaro, che non tardò a ridarsi dell'idiota e a ritornare rosso e accaldato come qualche secondo prima. Alessio capì che forse non era il solo a desiderare che i loro momenti durassero in eterno, e si scoprì sollevato e soddisfatto.
L'abbraccio durò qualche minuto: la lentezza in ogni situazione riguardante loro due li caratterizzava, perché volevano avere la maggiore sicurezza possibile e vivere a pieno quel momento.
Il moro accarezzava su e giù il collo dell'amico fingendo di essere sovrappensiero, mentre senza rendersene conto Gennaro aveva aumentato la stretta sulla schiena dell'altro, pensando solo Alessio Alessio Alessio Alessio, e continuando a sorridere.
Dopo parecchio tempo -ma sempre troppo poco- Alessio, a malincuore, sciolse per primo l'abbraccio e Gennaro, alzando il viso dalla sua spalla così confortevole, posò un bacio leggero sulla mascella dell'altro, istintivamente, e arrossendo furiosamente un secondo dopo.
Avevo ragione, sono davvero morbide le sue labbra, pensò il moro con un sorriso ebete stampato in faccia, voleva ricambiare quello slancio d'affetto, ma indugiò troppo a lungo e Gennaro iniziò a tormentarsi e a insultarsi mentalmente, anche se avrebbe preferito baciare ogni centimetro del volto dell'altro, per sentire com'era e per sentirsi ancora più vicino a lui. Gennaro, cosa cazzo ti prende?!, continuava a dirsi.
Dopo essersi separati completamente, ma ancora molto vicini, Alessio non smise un secondo di guardare l'amico che si mordicchiava il labbro inferiore; il moro era sicuro di sentire ancora la bocca di Gennaro premere dolcemente sulla sua mascella, quella parte del suo viso stava probabilmente andando a fuoco, si diceva, cercando di capire perché un contatto fra amici gli provocasse un tale effetto in tutto il corpo: Non è normale. Quanto è bello. Basta Alex. Perché non la smette di tormentarsi la bocca? È così dolce. Basta Alessio, basta, basta, chiaro!? Basta.
Il monologo interiore del moro venne interrotto dalle parole appena sussurrate di Gennaro: "Scusa, vado giù", si voltò con calma, per non far andar via troppo in fretta l'odore di Alessio dalla sua felpa, e si diresse al piano di sotto, con la testa che fumava, tra mille strani e nuovi pensieri. Di sicuro era riuscito a distrarsi e a dimenticarsi delle eliminazioni.
Alessio, un po' dispiaciuto, rimase nella stanza, senza smettere di pensare un secondo all'amico, e a come stava bene con lui, a come già gli mancava, e a come la sua lontananza gli provocasse quasi dolore fisico: era tutto molto strano e confuso, ma Alessio non ci faceva troppo caso, aveva davanti soltanto il viso di Gennaro, e le sue labbra, che in quel momento pensava di preferire decisamente ai suoi occhi azzurri.
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Gennex
FanfictionA X factor 9, nel loft, dopo il live a doppia eliminazione, sono tutti sconvolti. Gennaro e Alessio si capiscono senza parlare, come sempre. La storia è abbastanza fluff. ❤ Tanto amore ❤