CAPITOLO 2

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Il grande giorno arriva e io non sto più nella pelle. Sono emozionatissima e lo sono ancora di più, sapendo che sono una delle poche ragazze con questo dono.
Manca solo un quarto d'ora alle dieci e il cielo è blu scuro, punteggiato dalle stelle luminose, e manca davvero poco all'inizio della cerimonia.
In totale saremo nove ragazzi che si trasformeranno, sette maschi e due femmine, l'altra si chiama Gaia.
Sono nella stanza principale, pronta per uscire, insieme agli altri ragazzi che parlano eccitati e che si sono vestiti bene.
In quel momento la porta si spalanca e entra di corsa Ginny, che mi abbraccia, ed è seguito da Tony.
Ginny è la mia migliore amica, ha la stessa età di Tony, solo che lei non si trasforma. Ha i capelli di un bel rosso fuoco, e gli occhi azzurri.
Io ricambio subito l'abbraccio.
"Pronta?". Mi chiede Tony.
Ginny si stacca da me.
"Sì! Non vedo l'ora!". Dico saltando da un piede all'altro.
"Manca poco. C'è la puoi fare". Dice Ginny.
"Vediamo chi sarà il primo a trasformarsi. Probabilmente farai una figura di merda". Dice Tommaso avvicinandosi a noi.
Io avevo fatto amicizia con quasi tutti i ragazzi della tribù, tranne con quelli più stronzi, e uno di questi era proprio lui.
Era un bel ragazzo, ma un completo idiota, una volta mi ha addirittura chiesto di uscire, nonostante sapesse cosa pensassi di lui e io l'ho mandato a quel paese, ovviamente lui ci è rimasto di merda, ma continua a provarci lo stesso con me, e io so solo una cosa: che è sulla strada sbagliata e non uscirò mai con uno come lui.
"Senti chi parla. Se non mi sbaglio è lei che ti ha mandato a quel paese quando tu le hai chiesto di uscire". Si intromette Tony leggendomi nel pensiero.
Vi chiederete come mai fa a saperlo. Primo, perché le lo detto io, dato che è il mio migliore amico; secondo, perché comunque le notizie si spargono presto nella Tribù.
Lui ci rimane di sasso, e mi lascio scappare un sorrisino.
"Non è una questione che ti riguarda". Ribatte lui.
"Oh, invece si. Lei è mia". Dice Tony.
Usciva spesso fuori con questa storia, che io ero sua, ma lo sapevo che faceva per gioco, almeno credevo, non ne ero del tutto sicura. A volte era così convincente quando lo diceva, che mi veniva il dubbio se lui avesse una cotta per me, questo non lo avevo mai capito.
"Non penso proprio. Lei non ti ha ancora chiesto di uscire". Dice Tom.
"Ma almeno non ho fatto la figura dello stronzo". Dice Tony.
"Comunque riuscirò a fare colpo su di lei". Dice Tom.
Io e Ginny ci guardiamo.
"Non contarci troppo". Dice Tony.
"È una sfida?". Domanda Tom.
"Io non faccio sfide contro dei perdenti". Ribatte.
"Allora sei un fifone". Lo provoca Tom.
"Non sono un fifone!". Dice Tony quasi gridando. I ragazzi nella sala smettono di parlare e guardano tutti nella nostra direzione.
Cala per un secondo il silenzio e tutti guardano i due che litigano.
Anche se Tony ha un anno di più rispetto Tommaso, è più basso di lui, però ha abbastanza muscoli.
Se si dovessero affrontare a botte, non saprei chi dei due vincerebbe.
"Come pensavo". Dice Tom calmo.
"Cosa? Come pensavi cosa?!". Dice Tony. Ha i muscoli tesi ed è pronto a scattare, non lo avevo mai visto così agitato quando si parlava di me.
"Tony ha paura di battersi con me!". Dice Tom gridando e sa che tutti i ragazzi stanno assistendo alla scena.
Un brusio si alza tra i presenti.
"È un fifone". Sussurra qualcuno.
"Cosa? Non abbiamo mai parlato di batterci". Dice Tony un po perso.
In effetti aveva ragione. Non hanno neanche accennato al fatto di farsi a botte.
"Non sai neanche di cosa stiamo parlando". Dice Tom.
Tony lo guarda, spaesato.
È solo una delle sue tattiche.
A Tom non è mai andato molto a genio Tony, è da quando lui ha scoperto che Tony è il mio migliore amico, che cerca in tutti in modi di farlo mettere in cattiva luce davanti a tutti. Tony non dice niente e nessuno commenta.
"Secondo me non dovresti fare parte della Tribù, non hai neanche il coraggio di batterti con me, figurati di affrontare un vampiro". Dice Tom.
A quella frase, alcuni ragazzi si mettono a ridere, approvando quello che lui ha appena detto.
Tony diventa rosso in volto, le mani gli iniziano a tremare, e poi scatta contro Tom.
Lo atterra, tirandogli un pugno sul naso e gli esce del sangue.
Ho detto che noi licantropi guariamo più velocemente rispetto agli uomini, ma solo se sappiamo già trasformarci.
Si rialzano entrabi e tutti osservano la scena senza fiatare.
"Non azzardarti mai più a dire una cosa del genere". Dice Tony, ancora rosso in volto.
Si volta e fa per andarsene.
Tom si pulisce con la manica il sangue che gli esce.
"Tutto qui? Non fai niente d'altro?". Lo provoca.
Tony si ferma davanti alla porta.
È teso e rigido.
Si gira e si fionda di nuovo su Tom, sbattdendolo contro il muro. Alcuni ragazzi fanno un salto all'indietro, per evitare di entrare nello scontro.
Poi, lo sbatte a terra, gli prende il braccio destro e inizia a storcierglielo, come per romperlelo.
Tom inizia a gridare per il dolore.
Nessuno interviene.
"Tony! Fermati! Adesso basta". Grido, ma lui sembra non sentirmi.
"Tony!". Dico. Vado verso di lui, e faccio per fermarlo.
"Fermati! Così gli rompi il braccio". Dico.
Lui lo lascia andare e si gira verso di me, ancora tutto rosso.
"Anche lo proteggi? Pensavo che fossi diversa!". Dice lui gridando.
"No. Non lo sto proteggendo". Dico.
"Ah no? A me sembrava di si". Dice e si dirige verso la porta a grandi passi.
"Aspetta". Dico correndogli dietro, ma lui non si ferma ed esce dalla casa.
Come esco, fuori è tutto buio e lo perdo subito di vista.
Lo cerco per un po in mezzo alle persone della Tribù, ma non lo trovo.
Torno indietro, triste e arrabbiata allo stesso tempo.
Perché l'ho fermato? Infondo, se lo meritava.
Torno dentro, Tom si sta rialzando con l'aiuto di alcuni ragazzi e si tiene la spalla che per poco Tony non gliela spaccava.
Vado verso di lui con passo deciso e quando sono davanti a lui, gli tiro uno schiaffone in faccia, lasciandogli il segno della mia mano.
"È tutta colpa tua". Dico e me ne vado fuori.

AMORE TRA LICANTROPO E VAMPIRODove le storie prendono vita. Scoprilo ora