Capitolo 3

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Più tardi, prima di andarcene, Max ci chiese il numero di telefono, ormai eravamo una "famiglia" e come tutte le famiglie che si rispettino avevamo bisogno di tenerci in contatto su whats app. Accolsi ben volentieri l'opportunità, se avessero creato un gruppo sarei riuscita ad avere il numero di Antonio!
Salita sul pulman occupai un posto, presi le cuffie, aprii internet e dopo aver controllato la home di facebook e instagram, iniziai a scorrere la playlist e mi fermai su una canzone ben precisa, quella che mi stava ossessionando da giorni: "Ti voglio bene veramente" di Marco Mengoni. Il dolce suono melodico mi accompagnò fino a casa; durante il tragitto non feci altro che pensare alle strane sensazioni che provai quando le mani di quel ragazzo sfiorarono delicatamente la mia pelle durante il ballo.
Dopo aver pranzato iniziai a guardare il mio programma preferito "Uomini e donne" per poi appisolarmi sul divano.
Al mio risveglio presi il telefono e ringraziai Dio per il fatto di non aver alcun compito da svolgere per l'indomani, essendoci l'autogestione potevo godermi i pomeriggi finalmente! Il mio primo pensiero fu il telefono, appena accesi la connessione wifii mi ritrovai 304 messaggi in tre conversazioni. Un messaggio era di Federica, gli altri erano del nuovo gruppo con quelli del laboratorio! Ero eccitatissima all'idea di avere il numero di antonio che quasi non mi accorsi di aver ricevuto un messaggio da un nuovo numero. Controllai l'immagine e...per poco non svenni! Merda era lui! Mi aveva scritta! Non potevo crederci. Dopo cinque minuti di perplessità gli risposi. Ero abituata a parlare con i ragazzi, non per essere modesta ma in molti mi facevano la corte, ma lui mi mandava completamente in tilt, fuori di testa. Era riuscito ad incantarmi con quel sorriso. Da lì seguì una lunga conversazione. Parlammo del più e del meno, scoprii persino le sue origini catanzaresi! Avevo notato qualcosa nel suo accento ma non ci avevo dato molto peso. Scherzammo tutto il pomeriggio, iniziò a mandarmi registrazioni in cui parlava diversi dialetti. Li feci ascoltare anche alla mia sorellina minore, Sofia, e ridemmo per tutto il tempo. Continuammo così per il resto della giornata fin quando entrambi non andammo a dormire. Stranamente non ero l'unica che andava a dormire presto!
Quel pomeriggio iniziai a credere al detto "Non giudicare un libro dalla copertina" ne ero felice, non potevo certo sapere ciò che mi avrebbe atteso, a volte anche i vecchi detti si sbagliano. Bisogna fidarsi dell'intuito. Resta il fatto che quel giorno mi colpì davvero tanto e pian piano iniziò a radicarsi in me un sentimento nei suoi confronti che non ero in grado di spiegare.

"Sogno di un Amore di meta' Ottobre"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora