Stesso sogno:vento freddo,il buio,io che corro, stessa ombra che piange,ma stavolta c'è qualcosa di diverso anche se non riesco a capire il motivo.
Mi sveglio con la fronte imperlata di sudore,non ci faccio caso,ormai ci sono abituata.. sono 8 anni che faccio lo stesso sogno,ogni notte di ogni singolo giorno e non è mai cambiato niente.
Nessuno lo sa, sicuramente mi spedirebbero in qualche centro psichiatrico,ma io sto bene,ormai riesco a conviverci con questo problema.
Guardo l'orologio e sono le 2 del mattino.
Scendo in cucina prendo un bicchier d'acqua e mi butto a peso morto sul divano,immediatamente sento un cinguettio,il mio telefono.
Un nuovo messaggio,oltre ai 8937391 che non leggo mai.
Numero sconosciuto:ciao.
Non rispondo,ovviamente.
Numero sconosciuto:pensavo fossi la ragazza gentile e sorridente,non quella che ignora i messaggi.
Quel tono e quell'arroganza mi sembrano familiari..
Io:Non ho idea di chi tu sia perciò non vedo nessun motivo per risponderti.
Numero sconosciuto:Jecon Gray,rammenti? Mi prende in giro.
Non so perché,ma il mio cuore manca un battito a sentir pronunciare il suo nome,ma rispondo semplicemente un "si ciao."
Numero sconosciuto:Come stai? Ti sei calmata?mi canzona.
Detesto il fatto che trova sempre un motivo per darmi fastidio,questo ragazzo tira fuori il peggio di me.
Io:io si e tu hai smesso di essere così irritante?
La mia risposta deve averlo colpito perché non risponde.
Bene, una seccatura in meno,decido di spengere il telefono e di dormire.
Mi sveglio alle 7:00,solita routine mattiniera e arrivo in classe.
Jecob non c'è,ah..beh meglio così,sarebbe difficile riuscire a tollerare una persona così arrogante.
Alla fine delle lezioni mi sento annoiata,questa giornata non mi è piaciuta neanche un po'.
All'uscita di scuola vedo un gruppo di ragazze venirmi in contro, o cavolo!e adesso come mi comporto?mi ripeto di stare tranquilla anche se non credo stia funzionando.
Una ragazza alta e bionda mi dice:"tu sei quella nuova,giusto?"
Io:"S-si."
Lei:"bene,io sono Enny,la ragazza più conosciuta nell'intera scuola,ti vorrei invitare alla mia festa di venerdì sera,ci verranno tutti e credo che in qualche modo ti dovrai ambientare:questo è l'evento giusto,se ci vieni è alle 7,alla quindicesima di Wall Street,ti aspettiamo."
E se ne va via portandosi dietro un ticchettio proveniente dai suoi tacchi a spillo.
Malgrado la sua voce stridula e la sua stupidità palpabile non è così male,penso.
Gli altri due giorni passano in fretta e senza traccia di Jecob.
Mi preparo per la festa e mentre cammino sul display del mio telefono compare il nome di Jecob,cerco di assumere un aria sicura,per quanto possa riuscirci.
Io:"Pronto?"rispondo.
Jecob:"ehi"
Io:"Perché mi stai chiamando?"
Jecob:"volevo sapere come stavi,sono cinque giorni che non ci vediamo ne ci parliamo."
Io:"sto bene."rispondo con noncuranza,ma in quell'istante mi rendo conto che ha contato i giorni da cui non ci vediamo,mi rimangio quel pensiero ripetendomi che è solo La mia immaginazione.
Jecob:"ok"risponde,ma lo sento sussurrare "mi basta questo..",non ripenso molto a quest'ultima frase perché penso sia solo uno scherzo della mia mente,che ultimamente me ne gioca troppi.
Arrivo alla porta della villa appena termino la chiamata(dovevo immaginarlo che era ricca) e con un sorriso suono il campanello.