Un(')ancora.

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Non ricordo tanto di quella serata.Ricordo solo degli echeggi che mi rimbombavano in testa.Delle ombre soprattutto.Le ombre dei ragazzi e delle ragazze della mia classe che mi guardano come se fossi un'extraterrestre e io li disgusto ancora di più di quanto loro non disgustino me.Il sollievo di abbracciare il mio migliore amico con addosso ancora i loro sguardi apatici,quasi inquietanti per il loro essere vuoti.Vuoti come le loro parole,rigide come un pesce morto.Le ombre di tutti quelli che nella mia vita mi hanno guardata con un ghigno malizioso senza pensare che sono un umano,non un oggetto.Le ombre dell'indifferenza di mio padre,che di solito per una figlia è la figura maschile di riferimento,mentre nel mio caso è stato solo un grande fallito.Le ombre di tutti quelli che hanno avuto a che fare con me e quindi l'ombra della solitudine.La cosa brutta della mia vita prima era che nonostante fossi sempre circondata da tante persone e amici mi sentivo terribilmente sola.
Comunque,tornando a quella sera,oltre alle ombre ricordo solo che "volevo divertirmi","smettere di prendere tutto sul serio".Peccato che questa filosofia di vita è degenerata,facendo di me una perfetta puttanella.Ecco,forse mi ero portata al bagno troppi ragazzi.O avevo solo bevuto troppo.
Fatto sta che l'unica figura netta che ho nella mente è lui che mi reggeva la testa.Un ragazzo alto e moro,con dei piccoli occhi neri,un naso adatto al suo viso e un sorriso che non è bello ma è particolare.Sì,ricordo lui che mi reggeva la testa mentre la mia bocca rigettava di tutto nel water,quasi come se fosse il mio fratello maggiore.Ancora gli sono grata per ciò che fece quella sera in cui ci siamo conosciuti.Ci siamo conosciuti in una maniera abbastanza abominevole e squallida ma almeno mi ha vista per come ero ridotta davvero.Da quel momento ricordo più o meno tutto:gli chiesi scusa penso tre,quattro,cinque volte al minuto.E lui sfoderò comunque un sorriso a trentadue denti limitandosi a bisbigliarmi: "Dovevo."
"Ma non ci conosciamo..." "Piacere,Alessio.Tu?" "Eleonora.O almeno,penso di chiamarmi così..." Rise. "Adesso ci conosciamo.Contenta?" mi disse spostando solo con un dito il mio viso per dirigere il mio sguardo dritto nei suoi occhi,che abbassai subito dopo,dato che ero così in imbarazzo con quello sconosciuto. "Allora ciao Alessio.Scusami ancora e grazie tante..." "Vuoi tornare a casa tua così?Scherzi?" "Senti,io non ti ho mai visto e non so perché mi ritrovo in questa situazione.So solo che mi esplode la testa e che potrei accasciarmi per terra da un momento all'altro,perciò puoi andare." "È proprio perché sei ridotta così che devo aiutarti.Vieni qua." Non faccio in tempo ad opporre resistenza che lui mi prende di peso e mi trascina per il locale tenendomi in braccio,suscitando i sussurri e le risatine stupide della gente.Proprio mentre decido di distendere i nervi e fidarmi mi appoggia sui sedili posteriori della sua macchina.Ricordo come se fosse ieri l'odore di tabacco misto all'ammorbidente in quella macchina.E soprattutto il sollievo di stendermi da qualche parte.Capii che la macchina era partita e lì sentii che posso davvero rilassarmi.Dopo ricordo di aver chiuso gli occhi e poi casa sua.Mi sentivo una bambina quando mi prendeva in braccio e non mi dispiaceva.Aprì la porta (devo ancora capire come ha fatto a prendere e girare le chiavi,dato che aveva le mani occupate a tenermi) e mi mollò sul divano.Mi preparò una tisana e mi diede una tuta e una maglietta adorabilmente larghe.Recuperai allora la forza per formare frasi di senso compiuto: "Perché sei così gentile con me?" "Perché hai il viso dolce.E perché so che le persone come te in realtà sono le più forti." Non c'era pena o compassione in ciò che mi diceva,pensava davvero che fossi forte. "Mi piace il tuo essere sincero.Non deve essere stato bello vedermi così ma alla fine io sono anche questo." Ci scappò da ridere. "Non è assolutamente un problema per me.Non c'è bisogno neanche che mi racconti cosa hai,saranno sicuramente tante cose insieme." "Esatto...tu invece come sei?" "Te lo dico domattina.Buonanotte Ele." Mi lasciò un bacio sulla guancia e una carezza che parlavano da soli.Rimasi a pensare al significato di forza.I forti sono quelli che affrontano le cose anche soffrendo.Non sono quelli che evitano i problemi facendosi del male come ho fatto io stasera.


Your hand in my hair.  //Urban Strangers//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora