Love you so hard that I could die.

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Rimettere piede in quel pub, dopo più di tre mesi , sarebbe stato strano, Alex se lo sentiva. L'ultima volta che vi erano entrati era stata il 18 Settembre, per il suo compleanno. Era andato lì con Genn, i soliti amici, e anche lei.Era stata una bella serata, tutto sommato. Genn gli aveva fatto una foto, l'aveva postata su instagram facendogli gli auguri e avevano fatto baldoria fino a notte inoltrata. Aveva compiuto vent'anni, non era più un ragazzino. Ora era un uomo, che presto avrebbe affrontatola più grande sfida della sua vita, ma non aveva paura. C'era Genn con lui, e ogni volta che erano insieme non c'era niente di cui preoccuparsi.

Uscire dal loft, tornare alla loro routine, quello si che era stato veramente strano. Non era più abituato a vivere normalmente, aveva anche quasi dimenticato cos'è che facesse prima di cominciare X-Factor. Rientrare nella sua stanza era stata una bellissima sensazione, il famigliare profumo di deodorante alla vaniglia lo aveva colpito in pieno viso, facendogli ricordare di come Genn si lamentasse ogni volta che salivano nella sua camera e di come starnutisse sempre perché "E lo sai che sono allergico, Alè. Cambialo no?" e invece no, ogni volta che tornava era sempre lo stesso, così come era sempre la stessa la solita litania di Gennaro. Pure il suo letto non appariva più così tanto comodo, si era quasi abituato al materasso fin troppo morbido all'interno nel loft. E il letto a castello che non c'era più? Il fatto di tornare a dormire da solo, nella propria camera?
Tornare a casa era stato bello,ma gli era sembrata una novità, aveva provato la stessa sensazione di quando era entrato per la prima volta nel loft. Anche tornare al solito locale gli era sembrato quasi assurdo, surreale. Come se in quei tre mese fosse potuta cambiare qualcosa. E invece era tutto come ricordava: il piccolo palco dove suonavano un week-end si e l'altro pure, il tavolinetto all'angolo graffiato con un sedile in pelle strappato da cui Genn cacciava sempre fuori la spugna, l'orologio a muro appeso di fronte la porta, le pareti verdi e pure il boccale della Guinness con il cappello sopra nella mensola appena dietro il bancone. Era tutto esattamente come lo aveva lasciato, e lo erano anche loro in quel momento poiché, forse inconsciamente, forse per abitudine, si erano seduti come al solito.

"Allora, ora che vi siete un po' rilassati, raccontateci un po'. Com'era la vita all'interno del loft?"

E' così che esordisce un loro amico spezzando il silenzio che era calato da quando erano entrati nel locale.

Esatto, com'era? Se lo era chiesto anche lui, da quando era tornato a casa per due giorni, in pausa dagli instore. Sarebbero ripartiti l'indomani, di nuovo. Cosa avrebbe dovuto rispondere? Cosa avrebbe detto? Fu riscosso dai suoi pensieri dallo sguardo penetrante di Gennaro, che non lo aveva perso nemmeno per un secondo.

"E' stato...strano. Strano ma bello."

Alza gli occhi ricambiando lo sguardo del suo migliore amico, e quando questo sposta lo sguardo verso destra, spezzando quella tacita conversazione che stava per nascere capisce, che come al solito, si sarebbe dovuto arrangiare da solo.

"Ma cambiate disco, ja? Ripetete la stessa cosa da quando siete tornati."

"E che ti devo dì? Lavoravamo praticamente dalla mattina alla sera,certe volte non tornavamo neanche a letto."

E se le ricorda bene Alex, le notti passate a dormire sul divano, con ancora i fogli nelle mani e la testa di Genn nell'incavo del suo collo, col suo respiro caldo che si infrangeva sulla sua pelle.

"E di ragazze? Ne avete conosciute? Erano belle, quelle che ci stavano."

"Ma cosa ti credi? Erano tutte fidanzate, oppure piccole, che è anche peggio."

Però qualcosa potresti dirla Gennà, non posso fare sempre tutto io.

"Bene,quindi state in bianco da un po', che ne dite di recuperare il tempo perduto?"

Love you so hard that I could die. // Gennex.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora