Caro papà...

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Caro papà,
io non ti ho mai visto veramente, ma in realtà so che ci sei, perché ti sogno, e ogni tanto ti sento anche, ma probabilmente è la mia immaginazione che ti cerca.
Ti sto scrivendo perché magari, dal cielo, puoi sapere cosa succede quaggiù,anche se in teoria dovresti saperlo già, ma credo che sia più opportuno così, in questo modo potrai conoscermi un po' meglio.
Mamma ora ha ventisei anni, quindi quando ti ha incontrato ne aveva sedici.
È bellissima: ha i capelli che le arrivano alle spalle e sorride tanto (ma credo che in realtà sia ancora triste per te, perché le manchi). Dice che ti somiglio: ho gli occhi azzurri, non sono molto alta, anche se tu lo eri, a quanto mi hanno raccontato la mamma e zio Isaac (okay,non è proprio mio zio, e tu lo sai, ma è il migliore amico di mamma, come un fratello, quindi penso che sia giusto definirlo zio).
Spesso vedo la mamma con una sigaretta in bocca, ma non fuma (in realtà non può perché ha ancora il cancro ai polmoni, anche se io sono nata senza) e quando le ho chiesto perché mi ha risposto che glielo hai insegnato tu, che è una metafora.
Ho chiesto ai nonni qualcosa su di te e mi hanno risposto che eri divertentissimo, che ridevi sempre e che non-fumavi perché ti piacevano le metafore. Poi ho visto le tue fotografie, e devo dire che eri davvero un bel ragazzo, non mi stupisce che la mamma si sia innamorata di te.
Quando chiesi di descriverti alle zie Julie e Martha, mi hanno risposto con le stesse cose che mi hanno detto i nonni, davvero le stesse.
Come puoi capire, papà, non è facilissimo crescere senza un padre, ma non sentirti in colpa, io almeno ho i sogni a cui aggrapparmi e non è colpa tua se sei morto.
L'ultima persona a cui ho chiesto di te è stato lo scrittore che ogni tanto viene a trovare la mamma, si chiama Peter Van Houten, lui mi ha risposto più o meno così:

Tutto ciò che so su tuo padre, piccola Anna, è che era perdutamente innamorato della tua mamma,e riusciva a tirarla su quando era triste e che era bravo a scrivere, insomma, i suoi pensieri erano giusti, ma non riusciva a collegarli fra loro.
Era un bravo ragazzo, e vedo che tu gli somigli davvero tanto.

È lui che ha ispirato la mamma a chiamarmi Anna, come la protagonista del libro che vi ha fatto innamorare,o magari eravate semplicemente anime gemelle voi due.
Ora che ti ho raccontato come sto, vorrei confidarti una mia paura: l'oblio. Davvero,non voglio che il mondo non si ricordi di me quando non ci sarò piú. L'ho detto alla mamma, lei ha fatto una di quelle sue risate cristalline e mi ha detto che ha conosciuto una persona meravigliosa che aveva paura dell'oblio (tu) e mi ha suggerito di ignorare l'oblio perché verrà il giorno in cui nessuno ricorderà nessuno,nemmeno il più importante essere umano.
Adesso ho detto tutto,caro papà, quindi credo che dovrei finire di scrivere. Sappi che mi manchi tantissimo.
Un bacio.

Anna Waters Lancaster

Colpa delle stelle 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora