La brezza che entra dalla finestra sferza i miei lunghi capelli castani, che come al solito non vogliono assumere un aspetto regale.
Prendo le mie regali mollette e li tiro su, poi prendo il mio regale vestito e mi preparo per l'assemblea che si svolgerà in mattinata.
Esco dalle mie camere e il duca Whittelmore mi accompagna a colazione, è come uno zio per me, è sempre stato al mio fianco, soprattutto quando mio padre non c'era, è uno dei pochi che ha visto il mio vero volto. Giusto... a tal proposito, mi accorgo di aver dimenticato di metteremi il mio velo,
-Vogliate scusarmi- dico al duca accentando un inchino, lui annuisce e svelta torno in camera a mettermi il velo, -Scusate se vi ho fatto attendere- gli dico tornando -Nessun problema signorina- mi dice e andiamo a fare colazione.
-Sai già di cosa parleremo?- gli dico una volta a tavola e accertata che la servitù se ne fosse andata preoccupata e alzando la voce di più di quanto avessi voluto, -Vogliono unire i due regni con un contratto, e abbassa un po' la voce, sai che non ci è concesso parlare in maniera così informale, non vorrei che ci sentissero- mi dice cercando di stare calmo, ma si vede che è preoccupato, se solo mio padre fosse qui, prenderebbe la decisione più giusta, io che posso fare?
Finita la colazione ci dirigiamo davanti alla porta dove si svolgerà l'assemblea, -Ci sarai anche tu al mio fianco vero?- gli sussurro, -Si, ma a malincuore ti devo dire che non ci sarò ancora per molto- mi dice, -Hai già 17 anni, fra poco ne farai 18 e sarai maggiorenne e io non potrò più stare al tuo fianco in questo genere di occasioni- lo sapevo già, ma speravo che la gente se ne dimenticasse, mi limito a guardarlo negli occhi e successivamente entro spalancando le porte, -Principessa Blanchard- dicono le persone riunite per accogliermi, -Vi prego, chiamatemi solo Principessa Anastasia- dico inchinandomi a loro e loro si limitano a sorridermi, o per lo meno ci provano, vado a sedermi nel mio posto riservato a capotavola con lo zio, il duca Whittelmore, difianco a me per aiutarmi. Mi spiegano che il re del loro regno è deceduto senza lasciare eredi, e che quindi vorrebbero unire il loro regno al nostro, ma a una condizione, che l'attuale rappresentante del loro regno diventi vice re, per fortuna non hanno preteso che diventi mio marito, l'accordo sembra vantaggioso ma è meglio discurtene, dopotutto è un'onore diventare vice re, e non è una cosa da prendere sotto gamba, ma espandere il territorio plasmandosi a loro potrà essere d'aiuto, -Possiamo pensarci su?- dico, -Ma certamente- rispondono, -Con permesso- dico andandomene e torno nelle mie stanze.
Continuo a fare su e giù per cercare una soluzione, ma riesco solo a pensare al dolore che mi stanno provocando le scarpe e al fatto che il corsetto mi sta impedendo di respirare da ore, tolgo le scarpe e poco regalmente le lancio contro la parete, al diavolo tutte queste scemenze, mi tolgo tutto e rimango con solo la sottoveste, tolgo anche quella sciolgo i capelli e decido di mettermi una semplice tunica per girare il castello e pensare che farebbe mio padre, mi metto il velo che mi copra il viso, e inizio a girovagare per l'area in cui solitamente sostava mio padre, il re.
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La Principessa Anastasia
RomantikDall'aspetto potrebbe sembrare un'innocua principessa, vanitosa come tutte le altre, ma lei aveva un rifugio speciale e un modo per evadere dalla sua noiosa vita di corte.