Non l'inizio ma quasi

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"The rain is our soundtrack
Your hair... No, aspetta, era yor hand in my hair,
I hug if I feel you're shaking.
You speak to me with a low voice,
Whisper as if what you said was a secret.
SHOOOULD ENVY US... SHOOOULD ENVY ME
SHOOULD ENVY US... SHOOOULD ENVY MEE..."
Qualche sguardo sconcertato rivoltomi dai passeggeri dell'autobus mi distolse dalla canzone che stavo canticchiando. Quella canzone mi faceva venire il cosiddetto "groppo in gola", anche se non risvegliava particolari ricordi strappalacrime risalenti a tragedie romantiche del mio passato di preadolescente, come di solito fanno le canzoni di questo genere. Anche perché di storie romantiche non ne avevo mai avute, tantomeno tragedie romantiche. Io mi commuovevo spesso senza motivi validi. In effetti, succedeva anche che mi mettessi a piangere senza motivo, tanto per sfogarmi.
La canzone finí, insieme ai miei pensieri. Pausa.
"Arabella's got a 70s head
But she's a modern lover
It's an exploration she's made of outer space...
And her lips are like the galaxy's...edges..."
Il ritmo di quella canzone mi fece venir voglia di cantare a squarciagola , ma date le circostanze mi limitai a tamburellare con le dita sul bracciolo del sedile, cercando di non dare peso ai ragazzi che mi additavano e ridacchiavano. Non si preoccupavano nemmeno di non farsi notare dalla sottoscritta, da quanto poco mi consideravano.
La mia potrebbe sembrare una situazione deprimente, e anche un po' penosa: il bersaglio preferito per un branco di ragazzini con il quoziente intellettivo di un calzino puzzolente, che si divertivano a evidenziare i difetti degli altri, ignorando i loro.
In questa piccola cittadina dell'Oregon, la gente sa tutto di tutti, e una storia come la mia non è passata inosservata. Anzi, ho attirato l'attenzione di tutti.
"Guarda, è la figlia di William Lee, il tipo che è morto il mese scorso. Ma sí, non te lo ricordi? Viveva proprio qui vicino, nel quartiere accanto. A quanto pare si tratta di omicidio. Eh... È un vero peccato. Povera bambina. Una padre assasinato si è ritrovata. Ma guarda un po'."
Si, in effetti mi facevo pena da sola.
Mi accorsi che stavo dando troppo ascolto ai pensieri, perché ormai la canzone era finita da un pezzo e stavo ascoltando le ultime note di "I don't wanna miss a thing".
Inoltre, mi resi conto del fatto che l'autobus aveva sorpassato la mia fermata già da un po', e ormai stavamo raggiungendo il centro della piccola città. Ma non mi importava.
Mi piacciono molto gli autobus e i treni. Mi piace stare da sola con i miei pensieri, ogni tanto. Metterli in ordine. Penso che vi siate accorti che in effetti penso troppo. Mi piace ascoltare la musica nelle cuffiette, leggendo o guardando fuori dal finestrino. Mi piace sentirmi cullata dal mezzo di trasporto. Amo restare in un posto indefinito, che per un momento è "qui" e il momento dopo è "là", assistere a un continuo cambiamento, essere nel "forse". Il mio hobby preferito era guardare le facce della gente, pensare alla storia che potrebbe avere ognuno che si siede sul sedile del treno, o dell'autobus in questo caso. Quel bambino, ad esempio. È paffutello, con una spruzzata di lentiggini sul nasino a punta. Da grande diventerá un gran figo. Ha mangiato una di quelle caramelle blu che colorano la lingua. Mi pareva che fossero state tolte dal mercato. Erano tossiche, no? La mamma non lo sa, ha una faccia decisamente inconsapevole del pericolo che corre suo figlio, non è informata dei traffici loschi di caramelle colorate... Un momento, ma siamo sicuri che sia sua madre? Beh, la somiglianza è innegabile, ma non bisogna mai fidarsi delle apparenze...Okay, basta. Forse sarebbe ora di scendere.

Ehm, ciao.
Spero che vi piaccia. Questa storia avrà, diciamo, una "colonna sonora".
Ci saranno dei pezzi di canzoni, perché la protagonista ama evidentemente la musica. Alla fine di ogni capitolo, scriverò i nomi dei brani. Vi consiglio di ascoltarli.
1. "Should envy us", Urban Strangers
2. "Arabella", Arctic Monkeys
3. (È solo accennata) "I don't wanna miss a thing", Aerosmith

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